Il secondo panel ha approfondito i modelli innovativi di cooperazione.
Erica Negro (E4Impact Foundation) ha illustrato il lavoro con gli imprenditori locali evidenziando la necessità di “collaborare con i leader locali per generare impatti duraturi”.
Federica Rubino (Fondazione Santagata) ha descritto esperienze in Sudan ed Etiopia sul patrimonio culturale, mentre Cristina Giacoma (Università di Torino) ha presentato progetti di collaborazione con le giovani università del Madagascar e delle isole Comore.
Nel keynote del pomeriggio, Vincenzo Lorusso, policy officer della Commissione Europea, ha presentato le opportunità offerte dalla Agenda sulla Ricerca e l’Innovazione elaborata congiuntamente da Unione Africana e Unione Europea per i prossimi 10 anni. Lorusso ha ricordato come questa agenda, implementata nel febbraio 2022 e adottata ufficialmente il 19 luglio 2023, rappresenti una visione condivisa che ha l’obiettivo entro il 2030 di costruire un ecosistema tra Europa e Africa fondato su know-how, scambio di conoscenze e trasferimento tecnologico.
Al centro vi è l’idea che «la scienza sia diplomazia in azione», un vero e proprio soft power capace di generare impatti geopolitici positivi e di rafforzare la fiducia reciproca. L’agenda promuove una collaborazione multisettoriale e multidisciplinare, con quattro aree trasversali considerate strategiche: salute pubblica, transizione verde, innovazione e tecnologia, sviluppo di competenze per la gestione dell’innovazione.
Lorusso ha sottolineato come questa piattaforma costituisca un modello di diplomazia scientifica orientata all’impatto, costruita attraverso l’identificazione congiunta delle priorità, la co-creazione e il “fare insieme”.
I quattro tavoli tematici dedicati a disuguaglianze digitali, cambiamenti climatici, cultura e arti, mobilità accademica e capacity building hanno prodotto i primi materiali per una Joint Agenda Italia–Africa, che verrà finalizzata nelle prossime settimane.
Il progetto ha già permesso la mobilità di 97 studenti africani, 25 docenti africani e 16 docenti italiani.
Sono inoltre nati nuovi corsi congiunti, tra cui un Executive Programme all’Università Cattolica e una Winter School a Urbino.
Con il supporto di ATLANTIS, ITACA sarà ora in grado di ampliare ulteriormente la rete e le attività, consolidando un modello di collaborazione reciproca e sostenibile.