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Italia–Africa: il progetto ITACA apre una nuova fase di collaborazioni accademiche e imprenditoriali

09 dicembre 2025

Italia–Africa: il progetto ITACA apre una nuova fase di collaborazioni accademiche e imprenditoriali

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Una giornata intensa, ricca di analisi, proposte e storie di impatto ha animato la sede milanese dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in occasione dell’evento “University collaborations with Africa for a sustainable future”, momento centrale del progetto ITACA, finanziato nell’ambito del PNRR – Missione 4 “Istruzione e ricerca”.

Aprendo i lavori, il Rettore dell’Università Cattolica, Elena Beccalli, ha espresso grande soddisfazione per i risultati raggiunti dal progetto, definendolo «un modello concreto di ciò che intendiamo realizzare con il Piano Africa». Il Rettore ha sottolineato la natura collaborativa dell’iniziativa: «non un trasferimento di modelli europei, ma un percorso condiviso con istituzioni africane per progettare insieme nuove soluzioni».

L’annuncio più rilevante è stata la conferma della prosecuzione di ITACA grazie alle risorse del programma ATLANTIS, che consentirà di ampliare ulteriormente le attività e la mobilità accademica.

Un articolo di

Francesco Chiavarini

Francesco Chiavarini

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Il professor Mario Molteni, direttore di ITACA e del Piano Africa, ha ricordato l’impegno dell’Università Cattolica per e con l’Africa: 130 progetti, collaborazioni con 31 università africane e una presenza estesa in 22 Paesi.

Molteni ha ripercorso oltre vent’anni di iniziative avviate dall’Ateneo nel continente, dai primi programmi a Nairobi alla nascita della Fondazione E4Impact, nata come spin-off dell’Ateneo, per aiutare le imprese africane a crescere attraverso la collaborazione con aziende italiane.

«Con il Piano Africa dell’Università Cattolica vogliamo andare oltre questa esperienza», ha dichiarato.

In particolare, quattro sono le direzioni indicate da Molteni: rafforzare la collaborazione con le università africane; partecipare a progetti internazionali di alto impatto finanziati dall’Europa per rispondere alle sfide comuni; coinvolgere studenti italiani nella cooperazione; formare in Italia gli innovatori africani di domani, accogliendo al contempo studenti italiani di origine africana.

Nel keynote speech, Lavinia Monti, direttrice per l’internazionalizzazione dell’alta formazione del MUR, ha evidenziato come iniziative come ITACA rappresentino un volano per rafforzare la presenza italiana nei grandi programmi europei e per attrarre studenti e ricercatori da contesti emergenti.

Il primo panel – moderato da Andrea Sottini (Università Cattolica) – ha evidenziato la necessità di affrontare le sfide africane tramite un approccio multidisciplinare e attraverso reti tra università.

Il professor Giacomo Ciambotti (Università Cattolica) ha ricordato come povertà, istruzione e condizioni abitative siano problemi interconnessi che richiedono coordinamento tra discipline e creatività economica.

Gli interventi dei rappresentanti degli atenei di Torino, Urbino e delle Marche hanno sottolineato il valore delle alleanze tra università e la necessità di ridurre i costi e gli ostacoli amministrativi che spesso limitano le collaborazioni con gli istituti africani.

La sessione dedicata alle testimonianze imprenditoriali ha messo al centro la creatività come fattore di emancipazione.

Tra le voci più significative: Martin Senkubuge (Uganda), fondatore di Muundo Foundation, che usa la creatività per combattere lo stigma legato alla vitiligine e restituire dignità alle persone; Gerald Puto Kikomeko (Uganda), artista che utilizza materiali riciclati per creare padiglioni, spazi espositivi e aree gioco; Brian Otieno Akoth in arte “Stoneface Bombaa” (Kenya), artista multidisciplinare, community organizer, podcaster ed ambientalista.  Inoltre, Spencer Matonhodze (Zimbabwe), imprenditore agricolo, ha illustrato come irrigazione di precisione e tecnologie sostenibili possano rispondere agli effetti del cambiamento climatico nei paesi dell’Africa australe. Kenneth Kanaabi (Uganda), artista che esplora materiali indigeni, ha raccontato l’esperienza del movimento di giovani designer ugandesi, HueMakers, che combina innovazione e tradizione.

Tutti hanno riconosciuto come l’esperienza in Italia, grazie a ITACA, abbia ampliato prospettive, competenze e reti professionali.

Il secondo panel ha approfondito i modelli innovativi di cooperazione.

Erica Negro (E4Impact Foundation) ha illustrato il lavoro con gli imprenditori locali evidenziando la necessità di “collaborare con i leader locali per generare impatti duraturi”.

Federica Rubino (Fondazione Santagata) ha descritto esperienze in Sudan ed Etiopia sul patrimonio culturale, mentre Cristina Giacoma (Università di Torino) ha presentato progetti di collaborazione con le giovani università del Madagascar e delle isole Comore.

Nel keynote del pomeriggio, Vincenzo Lorusso, policy officer della Commissione Europea, ha presentato le opportunità offerte dalla Agenda sulla Ricerca e l’Innovazione elaborata congiuntamente da Unione Africana e Unione Europea per i prossimi 10 anni. Lorusso ha ricordato come questa agenda, implementata nel febbraio 2022 e adottata ufficialmente il 19 luglio 2023, rappresenti una visione condivisa che ha l’obiettivo entro il 2030 di costruire un ecosistema tra Europa e Africa fondato su know-how, scambio di conoscenze e trasferimento tecnologico.

Al centro vi è l’idea che «la scienza sia diplomazia in azione», un vero e proprio soft power capace di generare impatti geopolitici positivi e di rafforzare la fiducia reciproca. L’agenda promuove una collaborazione multisettoriale e multidisciplinare, con quattro aree trasversali considerate strategiche: salute pubblica, transizione verde, innovazione e tecnologia, sviluppo di competenze per la gestione dell’innovazione.

Lorusso ha sottolineato come questa piattaforma costituisca un modello di diplomazia scientifica orientata all’impatto, costruita attraverso l’identificazione congiunta delle priorità, la co-creazione e il “fare insieme”.

I quattro tavoli tematici dedicati a disuguaglianze digitali, cambiamenti climatici, cultura e arti, mobilità accademica e capacity building hanno prodotto i primi materiali per una Joint Agenda Italia–Africa, che verrà finalizzata nelle prossime settimane.

Il progetto ha già permesso la mobilità di 97 studenti africani, 25 docenti africani e 16 docenti italiani.

Sono inoltre nati nuovi corsi congiunti, tra cui un Executive Programme all’Università Cattolica e una Winter School a Urbino.

Con il supporto di ATLANTIS, ITACA sarà ora in grado di ampliare ulteriormente la rete e le attività, consolidando un modello di collaborazione reciproca e sostenibile.

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