Web reportage | 22-27 AGOSTO 2025

L’education power al Meeting di Rimini

28 agosto 2025

L’education power al Meeting di Rimini

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L’Università Cattolica ha alimentato il palinsesto della kermesse con gli interventi di numerosi docenti, ma anche con il contributo di tanti studenti e tante studentesse che hanno operato come volontari. Una presenza preziosa che la professoressa Elena Beccalli, alla sua prima volta da Rettore alla manifestazione, ha voluto sottolineare.   


Da sempre c’è una presenza informale ma diffusa dell’Università Cattolica del Sacro Cuore al Meeting di Rimini: è quella delle studentesse e degli studenti che hanno operato come volontari alla manifestazione. Per una settimana, alla fine dell’estate, distribuiscono gadget, battono scontrini alle casse, smistano il traffico nei parcheggi, accompagnano i visitatori alle mostre, mentre durante l’anno studiano legge, scienze politiche, medicina, economia e le altre discipline insegnate nelle dodici facoltà dell’Ateneo. Lo fanno sempre con il sorriso e sembrano infaticabili. Il loro entusiasmo e la loro energia hanno colpito anche la professoressa Elena Beccalli, che ha partecipato quest’anno per la prima volta da Rettrice alla kermesse: una grande festa popolare che dal 22 al 27 agosto ha fatto registrare 800mila presenze secondo gli organizzatori.

Un articolo di

Francesco Chiavarini

Francesco Chiavarini

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La giornata della Rettrice al Meeting

«Mi ha fatto molto piacere vedere tanta vivacità e devo dire che essere guidata da uno di loro durante la mostra su Giannini, il fondatore della Bank of America, da docente della disciplina, mi ha molto emozionata», ha detto.

La giornata della Rettrice, sabato 23, è iniziata con la visita al grande stand dell’Ateneo al Meeting, uno spazio di 60 metri quadrati caratterizzato da un grande videowall scenografico e ricurvo, che ha raccontato ai visitatori la ricchezza dell’offerta formativa, l’impegno dell’Ateneo in Africa e sull’intelligenza artificiale, nonché le iniziative per il Giubileo della Speranza, nel segno di un impegno “Per il mondo, nel mondo”.

Subito dopo la professoressa Beccalli ha partecipato a un dialogo sul futuro delle università con la presidente della Crui (Conferenza dei Rettori delle Università italiane), Giovanna Iannantuoni. Di nuovo protagonisti sono stati i giovani. «Occorre ribadire con forza che studentesse e studenti non sono utenti ai quali offrire un servizio, ma persone animate dalla speranza di vivere un’esperienza educativa», ha sottolineato. «Credo sia giunto il momento di superare la distinzione tra lezioni in presenza e online: l’essenziale è che l’università non si trasformi in una fabbrica anonima di laureati, come accade quando l’educazione si piega alle logiche del profitto».

Ed è sempre pensando alle nuove generazioni che è nato il Piano Africa dell’Università Cattolica. Oggi l’Africa conta 1,3 miliardi di abitanti ma entro il 2050 ne avrà 2,5 miliardi, pari a un quarto della popolazione mondiale. L’Europa, nello stesso orizzonte di tempo, scenderà a 700 milioni, rappresentando meno del 7% del totale globale. Tuttavia, ha avvertito la Rettrice intervenendo all’incontro “I giovani e l’Africa: formazione e imprenditorialità per uno sviluppo sostenibile”, «il dividendo demografico africano sarà una risorsa solo se si riuscirà a garantire lavoro a una popolazione giovanissima oggi ancora condannata alla marginalità».

Va dunque inquadrata in questa prospettiva la decisione dell’Ateneo di dare vita a una struttura di azione e intervento per indirizzare gli sforzi a sud del Mediterraneo, attraverso collaborazioni con altri atenei africani, didattica, esperienze di volontariato e anche l’apertura di percorsi per fare dell’Università Cattolica un polo di formazione per le seconde generazioni africane in Europa.

Convegni e dibattiti

Diversi sono stati poi i docenti dell’Ateneo che hanno arricchito la proposta culturale del Meeting di Rimini.

Maria Pia Alberzoni, già docente di Storia medievale, ha proposto un’originale lettura della figura di San Francesco, di cui il prossimo anno ricorrerà l’ottavo centenario della morte. «Mi sono chiesta spesso come mai una persona che aveva scelto di vivere ai margini della società, come un mendicante, dipendente dalla carità degli altri, diventò tanto centrale per la sua epoca. E la risposta credo che sia nella sua capacità di suscitare l’amicizia tra i suoi seguaci: era quella pienezza di vita che convinceva le persone a seguirlo e ad unirsi a lui».

Mauro Magatti, professore ordinario di Sociologia, con Luciano Violante (presidente dell’Associazione Futuri Probabili) e Paolo Carozza (co-chair del Meta Oversight Board), si è confrontato sul rapporto tra tecnologia digitale, opinione pubblica e libertà. «Internet e i social sono nati con una fantasia democratica. L’idea originaria era che la circolazione delle informazioni ci avrebbe unito. Questo in parte è accaduto. Ma c’è stato anche un esito diverso: l’urlo e l’insulto hanno prevalso sul dialogo, la polarizzazione delle idee ha creato profonde divisioni, per cui oggi i social, invece di essere parte della soluzione alla crisi della democrazia, sono parte del problema».

Francesco Botturi, già professore di Filosofia morale all’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha dialogato con Carlo Tellarini della Fondazione Enrico Zanotti. Il tema dell’incontro era “Un popolo all’opera per custodire la speranza. Bene comune e sussidiarietà nel nostro tempo”.

Ragionando sul rapporto tra tecnocrazia e democrazia, ha fatto riferimento all’intervento di Mario Draghi il primo giorno del Meeting, in cui l’ex presidente del Consiglio ha sferzato l’Europa definendola «marginale e spettatrice» sulle principali crisi internazionali: Ucraina, Iran, Gaza. «Draghi ha centrato un punto che sarà decisivo affrontare: occorre riorganizzare la politica, sfruttando i pregressi delle nostre democrazie nazionali e i progressi della tecnologia che, a partire dai propri mezzi, si trasforma in un altro potere, diventando tecnocrazia».

L’attualità ha fatto di nuovo irruzione nel dibattito culturale, ancora una volta, nell’incontro che poteva sembrare più lontano: quello a tema biblico. Joseph Weiler, giurista, professore alla NYU Law School e Senior Fellow ad Harvard, intervistato da Stefano Alberto, docente di Teologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha commentato il passo biblico in cui Abramo intercede per Sodoma — ponendo a Dio la domanda «Davvero sterminerai il giusto con l’empio?» — suggerendo che la giustizia di Abramo è un criterio di giudizio ancora oggi. Così, rispetto alla guerra in Terra Santa, ha affermato: «Non dobbiamo confondere giusti ed empi: non tutti i musulmani sono Hamas, non tutti gli ebrei sono la guerra».

Luigi Zingales, autorevole economista dell’Università di Chicago, ha ragionato sulla crisi del capitalismo. La sua tesi – trasformare i consigli d’amministrazione delle grandi imprese in assemblee democratiche sul modello di quelle ateniesi ai tempi di Pericle - è stata discussa da Emilio Colombo e Piergiovanna Natale, docenti di Economia politica rispettivamente all’Università Cattolica del Sacro Cuore e all’Università di Milano Bicocca. 

Come aiutare la scuola a interpretare le grandi transizioni che stiamo vivendo, a partire da quella demografica, è stato al centro del dibattito nell’incontro “Giovani oggi, cittadini domani: quali contenuti per la scuola?” al quale ha partecipato Dario Eugenio Nicoli. «Negli ultimi vent’anni, su cinque iniziative prese, tre sono state inutili. La svolta tecnicista, che ha riguardato anche la scuola, ha ingabbiato gli insegnanti in tabelle, schede e griglie che hanno complicato, invece che agevolato, la relazione con gli studenti, elemento centrale in ogni progetto educativo. La scuola va prima di tutto liberata dalla burocrazia perché possa sprigionare la propria energia», ha spiegato Nicoli.

Le mostre

I docenti dell’Ateneo hanno poi curato alcune delle mostre presenti al Meeting di Rimini.

Gli storici dell’arte Alessandro Rovetta e Marco Rossi sono stati tra i curatori di “Pietre viventi. L’Europa romanica si veste di bellezza”: un viaggio nell’arte e nell’architettura romanica tra l’XI e il XII secolo, attraverso l’analisi degli aspetti peculiari delle chiese che, con un ardore impressionante, nel giro di un centinaio di anni coprirono come un manto bianco l’intero continente. Le facciate, i portali, i capitelli, gli absidi, i chiostri e soprattutto i dipinti che ricoprivano le pareti — in parte giunti sino a noi — hanno spesso ingenerato la falsa credenza di un’arte spoglia.

Le slaviste Anna Paola Bonola e Maurizia Calusio hanno collaborato all’allestimento della mostra su Vassilij Grossman, che ha ripercorso le tappe principali della sua drammatica vicenda umana e intellettuale: dal successo come popolarissimo scrittore sovietico fino alla messa al bando da parte del regime.

«La grande attualità di questo autore sta nella sua profonda riflessione sulla libertà dell’uomo e sul male nella storia», ha osservato Anna Paola Bonola.

Un’altra drammatica vicenda del Novecento è quella raccontata dal percorso espositivo “Chiamati due volte. I martiri di Algeria”, dedicato alle vittime del cosiddetto “decennio nero”, durante il quale una serie di attentati travolse il Paese nordafricano.

L’episodio più noto è l’assassinio dei monaci dell’abbazia di Tibhirine, compiuto da un gruppo islamista nel 1996. In un pannello della mostra compare la famosa preghiera del priore, divenuta oggi il suo testamento morale.

«Quando ricevette la prima visita dei terroristi che lo avrebbero ucciso, Christian de Chergé, si domandò che cosa avrebbe potuto chiedere a Dio – ricorda uno dei curatori, il docente di lingua e letteratura araba Martino Diez – e concluse che la sola richiesta legittima fosse: disarmali. Ma nel momento in cui formulò questo pensiero, immediatamente pensò anche che avrebbe dovuto chiedere al Signore di disarmare anche sé stesso da ogni odio o rancore. In questa espressione abbiamo trovato un precedente delle parole usate da Papa Leone XIV, quando appena eletto pontefice ha chiesto per il mondo una “pace disarmante e disarmata».

Fondatore della Bank of America, Amedeo Peter Giannini, di origini italiane, rivoluzionò le regole del credito. Nella mostra a lui dedicata “Non si può morire per un dollaro” alcuni studenti e studentesse dell’Ateneo hanno fatto da guida ai visitatori.

Molti dei visitatori della Meeting, tra un convegno e una mostra, hanno scelto di sottoporsi al Longevity Test offerto dai medici del Policlinico Gemelli nello stand promosso da Danacol.

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