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Il prezzo della guerra

Quali sono le conseguenze economiche delle crisi internazionali? Il giornalista Andrea Bignami, caporedattore di SkyTG24 e alumnus dell'Ateneo e il professor Paolo Balduzzi, docente di Scienze delle finanze, hanno provato a rispondere a questo interrogativo - sempre più drammaticamente attuale - nel volume "Il prezzo della guerra" che è stato presentato in Cattolica nell'ambito del ciclo AserIncontra, lunedì 1° dicembre a Milano.

«Lavorando a questo libro - spiega Bignami - abbiamo scoperto che non c'è niente che faccia bene all'economia quanto la pace, ma che esistono dei momenti storici, e purtroppo quello che stiamo vivendo è uno di questi, in cui spendere un po' almeno in difesa è un dovere. Questo non può che avere degli impatti perché tutti questi soldi spesi nella difesa rischiano di essere fondi in meno per il welfare.  Il timore è che il futuro sarà un po' meno roseo di quanto è stato il passato, dobbiamo abituarci a una prospettiva diversa da quella a cui siamo stati abituati in tutti questi anni».

«L'Italia - aggiunge Balduzzi - si è impegnata a spendere il 3,5% del Pil, in difesa, una cifra non elevatissima ma dal valore altamente simbolico visto che equivale a quanto oggi l'Italia spende per esempio per l'istruzione. Sono due visioni del futuro che possono essere molto diverse tra di loro. È una sfida che riguarda il nostro Paese, è una sfida che riguarda anche naturalmente l'Unione europea, che in questo momento, di fronte alle minacce che arrivano dalla Russia è certamente il continente più esposto».

All'incontro, introdotto dal professor Damiano Palano, direttore dell'Alta Scuola in Economia e Relazioni internazionali (ASERI), è intervenuta Maria Anghileri, presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria: «In un momento di incertezza geopolitica come quello che stiamo vivendo la priorità per le imprese italiane è anzitutto diversificare i mercati di sbocco, ricordiamo che l'Italia è un grande paese manifatturiero che ha una vocazione forte sull'export. Secondariamente il tema fondamentale per noi oggi è il tema energetico, non è possibile continuare a pagare la bolletta più cara, d'Europa e quindi ci attendiamo provvedimenti concreti al più presto». 

06 dicembre 2025

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