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L’intelligenza artificiale al Festival della lingua e della cultura araba

05 aprile 2024

L’intelligenza artificiale al Festival della lingua e della cultura araba

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Compie dieci anni il Festival Internazionale della Lingua e della Cultura Araba, a cura della Facoltà di Scienze linguistiche e Letterature straniere e del Centro di Ricerca di Lingua Araba (CARA) dell’Università Cattolica. 

Dal 10 al 12 aprile in largo Gemelli a Milano si festeggia un lungo percorso che ha celebrato la lingua e la cultura araba da tante angolature diverse: la traduzione, la lessicografia, la donna araba, l’incontro e l’intreccio di culture.  

Il tema del confronto di questa settima edizione è “Lingua e intelligenza artificiale: orizzonte del futuro o vincolo del passato?” che ha l’obiettivo di aprire un ampio confronto sul ruolo dell’IA in ambito linguistico. Accademici, intellettuali e artisti del mondo arabo e i loro omologhi del mondo occidentale interverranno sul tema anche attraverso le esperienze informate di chi studia, lavora e crea con la lingua araba.

Trentacinque i partecipanti e diciotto paesi rappresentati, di cui nove arabi: Egitto, Iraq, Marocco, Libano, Siria, Emirati Arabi Uniti, Algeria, Yemen e Palestina. Per la prima volta sarà rappresentata anche la Turchia. Dodici saranno i partecipanti dall’Italia, di cui un nutrito gruppo dell’Università Cattolica. Linguisti, filosofi, esperti di IA e data science, specialisti in didattica delle lingue, critici letterari, scrittori, poeti, traduttori, registi cinematografici, artisti visivi offriranno il proprio contributo sul tema del Festival in una delle tredici sessioni in programma. 

Prima di dare l’avvio al convegno scientifico al cuore del Festival, si renderà omaggio alla regina delle arti arabe: la poesia. Il 10 aprile, dopo i saluti istituzionali di Maria Cristina Gatti, direttore del Centro di ricerca della Lingua araba (CARA), e i miei in qualità di ideatore e coordinatore scientifico del Festival e docente di Lingua araba in Università Cattolica, si terrà la presentazione della nuova traduzione, a cura di Jolanda Guardi, delle Mu‘allaqat, la raccolta di poesie arabe preislamiche divenuta il primo testo classico della letteratura araba. Seguirà un reading poetico con il saggista, traduttore e poeta iracheno Kadhim Jihad Hassan, in occasione della pubblicazione di una sua raccolta di versi in italiano.  


L’11 aprile si entrerà nel vivo del dibattito scientifico, il cui fil rouge sarà il confronto fra IA e creatività umana in tutti i campi. Le tre sessioni mattutine affronteranno le sfide rappresentate dall’IA per la lingua araba, i bias dell’IA e la didattica delle lingue al tempo dell’IA. I professori Habib Abdulrab Sorori (Yemen/Francia), Mohsen Farid (Egitto/UK), Maria Teresa Zanola (Università Cattolica), Manuel Célio Conceiçao (Portogallo), la presidente dell’Accademia della lingua araba in Libano Sarah Daher, il ricercatore Emanuele Bottazzi Grifoni (CNR) e la scrittrice Salha Obeaid (EAU) si confronteranno su criticità e utilità dell’IA nel loro ambito professionale, riguardanti sia la lingua araba sia la didattica delle lingue in generale, così come sulle sfide etiche poste dall’IA in generale. Le due sessioni pomeridiane verteranno invece sull’arte e sul pensiero filosofico in rapporto all’IA. A riflettere su questi temi saranno i professori marocchini Abdesselam Benabdelali e Mohamed Ait Hanna, l’artista egiziano Adel El Siwi e il regista egiziano Ahmed Fawzi Saleh. I relatori di queste sessioni metteranno alla prova l’IA con esperimenti che testeranno la sua capacità di creare e pensare come un essere umano, giungendo a chiedersi cosa distingua davvero un’opera d’arte. A coronamento di questa prima ricca giornata di riflessioni sarà la lectio magistralis tenuta da Giovanni Gobber, preside della Facoltà di Scienze linguistiche e Letterature straniere, il quale, raccogliendo simbolicamente le domande e le inquietudini alle quali daranno voce i relatori del Festival, tenterà di rispondere all’interrogativo fondamentale che riguarda “Lingue, creatività e speranza dell’imprevisto: quello che l’intelligenza artificiale non dà”.

Il 12 aprile il dibattito proseguirà con altre tre sessioni mattutine, dedicate alla digitalizzazione della lingua araba, IA e immaginazione, IA e traduzione. A illustrare il connubio fra tecnologie digitali moderne e antichità saranno il Segretario Generale dell’Accademia di Lingua Araba di Sharjah M’hamed Safi Mostaghanmi, che ricapitolerà l’esperienza della compilazione del più grande dizionario storico di lingua araba come esempio riuscito di digitalizzazione, e Walid Ghali (Egitto/UK) che affronterà il tema della filologia antica e della digitalizzazione delle scienze umane. Il critico e traduttore siriano Subhi Hadidi e il poeta Nizar Kerboute metteranno nuovamente alla prova l’IA, questa volta nell’ambito della poesia, dimostrandone tutti i limiti in questo campo. Infine, Mehmet Hakki Suçin (Turchia) e i traduttori Samir Grees (Egitto/Germania) e Naglaa Waly (Egitto/Italia) passeranno al vaglio le abilità dell’IA come traduttrice di testi di letteratura. Si chiederanno se c’è ancora posto per i traduttori letterari nell’era dell’IA e se e come la traduzione letteraria possa beneficiare dell’IA.

Nel pomeriggio, proseguirà il dibattito sul rapporto fra IA e letteratura con tre sessioni che analizzeranno la scrittura creativa al tempo dell’IA, IA e narrativa, IA e poesia. Che cos’è l’ispirazione che sta alla base della letteratura e dell’arte? Che ne è della soggettività e dell’inconscio dell’autore nei testi letterari generati artificialmente? Qual è il valore letterario di questi testi? Che fine fanno con l’IA l’originalità, l’unicità e anche il tipico ribellismo degli autori di letteratura? A chiederselo saranno dapprima il poeta e scrittore palestinese Samer Abou Hawache e il professor Kadhim Jihad Hassan, seguiti dalla scrittrice e regista Abeer Dagher Esber (Siria/Canada) con la scrittrice e giornalista libanese Basma El Khatib, e infine, per chiudere la giornata e l’intero Festival, tre grandi scrittori arabi contemporanei: Ezzat Elkamhawi (Egitto), Alawiya Sobh (Libano) e Ahmed Abdel Latif (Egitto/Spagna).

Come tutti gli anni, non mancherà l’atteso appuntamento con il concerto del Coro in lingua araba dell’Università Cattolica di Milano, diretto da Hani Gergi, che avrà luogo giovedì 11 aprile alle ore 20, dopo i saluti introduttivi della professoressa Maria Cristina Gatti e di S.E. Ahmad bin Rakkad Alameri, presidente della Sharjah Book Authority, partner dell’Università Cattolica nell’organizzazione del Festival.

Anche in questa edizione, e per tutta la durata del Festival, sarà inoltre presente con l’Agorà del libro arabo la casa editrice Almutawassit, diretta dall’artista siro-palestinese Khaled al-Nasiry.
 

Un articolo di

Wael Farouq

Wael Farouq

Docente di Arabic language and culture - Università Cattolica

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