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L’irresistibile attrazione dei prodotti ‘senza’

29 aprile 2022

L’irresistibile attrazione dei prodotti ‘senza’

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Esiste un “effetto senza” capace di influenzare i nostri acquisti di alimenti? «Certamente sì, ed è un meccanismo puramente psicologico, molto democratico, che impatta in modo deciso sulla propensione all’acquisto, indipendentemente dal livello culturale e dal potere d’acquisto del consumatore». Non ha dubbi la professoressa Guendalina Graffigna, psicologa dei consumi della facoltà di Scienze agrarie alimentari e ambientali ed autrice della ricerca presentata a Cremona durante l’evento "I consumi 'senza': tra false credenze e paure degli italiani", coordinato da Roberta Villa, medico e giornalista scientifica, a cui hanno partecipato tra gli altri i Presidi della facoltà di Scienze agrarie Marco Trevisan e di Psicologia Alessandro Antonietti.

«Questi risultati sono frutto di un esperimento di psicologia dei consumi – sottolinea la professoressa Guendalina Graffigna-. L’etichetta “senza” determina una forte distorsione cognitiva nella valutazione dei prodotti alimentari. Tanto da indurre i consumatori a pensare che quel prodotto sia anche di maggiore qualità, più salutare e più rispettoso dell’ambiente indipendentemente dal tipo di ingrediente eliminato poiché ciò che guida la valutazione è l’etichetta “senza” e non l’ingrediente escluso. Come EngageMinds Hub – conclude Graffigna – ci occupiamo da anni di queste tematiche, un lavoro che stiamo sviluppando grazie al laboratorio di psicologia dei consumi nel nuovo campus dell’Università Cattolica di Cremona».

«Tutto è veleno, dipende dalla quantità», ricorda il preside Trevisan che sottolinea come il giro d’affari dei prodotti “senza” muova 7 miliardi di euro e ricorda il caso emblematico dell’olio di palma «messo in croce inizialmente per motivi ambientali, questione dimostratasi  falsa, perché se andiamo a vedere, le aree di suolo consumate dagli altri oli vegetali sono nettamente superiori, visto che la palma è la più produttiva; secondo per un eventuale rischio della salute e anche questo è falso, poiché la molecola sotto accusa (monocloro propane triolo) è una molecola che si trova in tutti gli oli vegetali (ad eccezione dell'olio extravergine di oliva perché fatto a freddo), ma che nell'olio di palma, se preparato in maniera accurata, sta ben al di sotto dei limiti richiesti dall'autorità europea».

«La nostra facoltà sta diventando sempre più interdisciplinare: la psicologia dei consumi è strategica per ritornare ad un’etica della comunicazione, soprattutto quando si parla di alimenti».

Un articolo di

Sabrina Cliti

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