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La consulenza finanziaria oltre gli stereotipi di genere

30 novembre 2023

La consulenza finanziaria oltre gli stereotipi di genere

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Una professione apprezzata dalle donne in fatto di autonomia, realizzazione personale, possibilità di guadagno e successo. Eppure, la consulenza finanziaria resta ancora prevalentemente maschile e ancorata a stereotipi di genere. In Italia le consulenti finanziarie iscritte all’Albo sono il 22,3% del totale. Le poche che operano nel settore, poi, tendenzialmente hanno un titolo di studio più elevato: le laureate sono il 40%, rispetto al 36% dei colleghi, e per il 12% hanno una specializzazione post-laurea contro il 4,9% degli uomini. È questa la fotografia scattata dalla ricerca “Donne e denaro: la consulenza finanziaria. Analisi e opportunità di una professione contemporanea oltre gli stereotipi di genere”, curata dal Dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e promossa da Banca Widiba, la banca online del Gruppo Montepaschi.

La ricerca, che rappresenta la seconda puntata di un progetto scientifico avviato l’anno scorso proprio per indagare il modo in cui le donne gestiscono i soldi, ha individuato i fattori che determinano la bassa presenza femminile in questo settore. Lo studio, condotto in collaborazione con IPSOS su 445 consulenti finanziari/e sul territorio nazionale iscritti/e all’Albo unico, ci dice che le donne abbracciano poco questa attività perché la percepiscono ancora come instabile e rischiosa per motivi legati alla libera professione e alla volatilità dei mercati finanziari. Infatti, solo il 44% ha dichiarato di averla presa in considerazione prima di intraprenderla. C’è da dire anche che, in generale, gli uomini entrano più facilmente in contatto con la consulenza finanziaria tramite le reti informali (passaparola, amici e parenti) che sono ancora il principale nodo di accesso alla professione: 50% contro il 31,7% delle donne. Un dato che può essere letto alla luce degli stereotipi di genere. Non a caso uno dei focus group condotti con 276 studenti e studentesse in Scienze bancarie, di età media pari a 25 anni, ha rilevato che per maschi e femmine la consulenza finanziaria è percepita come un’opzione di carriera meno adatta alle donne rispetto agli uomini. Questo fenomeno non sembra essere influenzato dalla natura della libera professione, poiché per altri ruoli autonomi, come quello del commercialista, l’effetto di genere non risulta significativo.

«Meno paura e più autostima. È questo quello che abbiamo potuto osservare intervistando per la prima volta in Italia un ampio campione di professioniste impegnate nella consulenza finanziaria. Di fatto per loro i timori legati alla gestione del tempo e all’incertezza dell’attività autonoma sono all’atto pratico sovrastati da notevoli vantaggi in termini di autostima, autonomia, senso della vita e appartenenza», dichiara Claudia Manzi, docente di Psicologia sociale all’Università Cattolica e responsabile scientifico del progetto. «Ma sono ancora tanti gli stereotipi di genere che tengono lontane le donne da questa professione. Occorre lavorare per una comunicazione più efficace perché avvicinare le professioniste alla consulenza finanziaria vuol dire anche facilitare le donne clienti a entrare in contatto con il mondo dagli investimenti finanziari».

Resta il fatto che le consulenti finanziarie che hanno optato per tale carriera professionale ne riconoscono vantaggi e benefici. Per esempio, la flessibilità del tempo (97,9% dei/delle professionisti/e) e l'autonomia nella gestione del lavoro (97,7%), insieme alla possibilità di guadagno (96,8%) e di entrare in contatto con una vasta rete di persone (93,6%). Inoltre, più dei loro colleghi uomini, sviluppano un elevato livello di autostima (oltre il 70% delle intervistate), di autonomia (oltre il 90%), di vicinanza con le altre persone (oltre il 95%) e sono soddisfatte della loro professione, che ritengono dia un senso più ampio alla loro vita (oltre l’85%).

Che cosa fare allora per scardinare la visione stereotipata di una professione che si addice anche alle donne? Servono azioni a livello comunicativo e informativo per mettere in evidenza tutte le opportunità dell’essere consulenti finanziarie, sottolineando la sicurezza associata al settore, soprattutto in termini di tutela dai rischi fornita da numerosi istituti bancari. «Il progetto di ricerca “Donne e Denaro” non soltanto ha fatto luce sugli ostacoli che le donne incontrano ancora oggi in ambito finanziario, ma ha anche permesso di individuare le chiavi di volta per poter avviare un cambiamento che si rifletta in termini positivi sull’occupazione», precisa Francesca Marchelli, direttrice della Comunicazione di Banca Widiba. «Dalla fotografia scattata emerge come ciò debba passare anche da un maggiore coinvolgimento delle donne nella consulenza finanziaria, a cominciare dalle nuove generazioni. L’obiettivo è quello di rafforzare le sinergie con il mondo universitario per delineare strategie di comunicazione più inclusive, che superino gli stereotipi di genere e le percezioni errate sulla professione, per promuovere una partecipazione più equa e consapevole nel campo della consulenza finanziaria».

 

Foto di Gabrielle Henderson su Unsplash

Un articolo di

Katia Biondi

Katia Biondi

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