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Giulia, la prof che porta la Dad su Instagram

01 aprile 2021

Giulia, la prof che porta la Dad su Instagram

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Una video-pillola di quattro minuti da postare ogni domenica mattina su Instagram, uno dei social più utilizzati dai ragazzi e adolescenti, per trattare attraverso un canale inedito argomenti riguardanti l’etimologia e l’origine dei vocaboli italiani.

È semplice e di successo l’idea di Giulia Artioli, laureata in Filologia Moderna e oggi giovane (e precaria) docente di letteratura italiana, greco e latino in un liceo classico di Mantova.

Un appuntamento settimanale che mixa argomenti classici e linguaggio contemporaneo, didattica e svago, stimolando l’innata curiosità dei ragazzi per raggiungere la finalità educativa anche in tempi in cui, tra Didattica A Distanza e stravolgimenti epocali nelle modalità d’insegnamento e apprendimento, il sentimento comune a genitori ed insegnanti è quello per cui «li stiamo perdendo, si fatica a tenere motivati i ragazzi».

«L’idea è nata lo scorso anno scolastico, all’epoca ero supplente in un altro liceo e con le mie classi avevamo aperto una pagina Instagram per condividere alcuni contenuti scolastici – spiega Giulia - . Una volta terminata l’esperienza la pagina è stata chiusa ma, visto il buon esito dell’esperimento, anche quest'anno ho lanciato l’idea alle nuove classi. Studenti e studentesse di ieri e di oggi hanno accettato, chiedendomi però una pagina duratura e continuativa, così abbiamo costruito insieme la rubrica che, diversamente dall’anno scorso, è sul mio profilo Instagram».

Ma come vengono selezionati i termini oggetto d’approfondimento?
«L’obiettivo è quella di utilizzare il loro linguaggio e gli strumenti prediletti dai giovani per scopi didattici. Ogni termine di cui illustro la derivazione etimologica in brevi video caricati la domenica mattina è scelto tramite un sondaggio che lancio il sabato nelle Instagram Stories: gli studenti votano ciò che li interessa maggiormente e la parola più votata diventa l’argomento della puntata successiva» spiega la prof. ventottenne.

Un concept semplice ed efficace (con visualizzazioni che viaggiano tra le 600 e le 800 per ciascuna stories) che da un pubblico composto unicamente da studenti, si è guadagnato l’attenzione anche di genitori e persone esterne all’ambiente scolastico.
«Oltre a genitori e colleghi che hanno iniziato a seguire il format, capita che mi scrivano anche persone che non conosco per lanciarmi suggerimenti. Ad esempio un operario mi ha chiesto di spiegare l’etimologia della parola “operaio”».

«Tra le richieste giunte dagli alunni ci sono termini come crisi, ansia, panico, sorpresa o desiderio - cartina tornasole di un periodo lungo e difficile - che riflettono sin troppo chiaramente lo stato d’animo degli studenti privati della loro dimensione di classe e di un approccio scolastico inteso nel senso tradizionale del termine».

In attesa del ritorno ad una parvenza di normalità e ad una scuola vissuta collettivamente, la prof. Giulia pensa a qualche altro social su cui far sbarcare la sua rubrica?
«Mi hanno consigliato di creare dei video per Youtube, ma per il momento ci sto ancora pensando. Sono autodidatta di questo mondo, inoltre la speranza di insegnati e studenti è quella di tornare al più presto in cattedra e in aula».

Un articolo di

Bianca Martinelli

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