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Addio al professor Umberto Magagnoli
Volle a attuò la trasformazione dell’Istituto di Statistica in Dipartimento di Scienze statistiche
| Agostino Picicco
20 dicembre 2024
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Il giorno 14 dicembre, nella sua Brescia, è morto all'età di 85 anni - era nato nel 1939 – Bortolo Martinelli, già professore ordinario di Letteratura italiana nella Facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere di Brescia e di Milano. Laureatosi in Materie letterarie con Alberto Chiari nell'allora Facoltà di Magistero, in questa facoltà aveva cominciato la sua carriera accademica, per poi essere chiamato, nella prima metà degli anni Novanta, ad occupare la nuova cattedra di Letteratura italiana nella Facoltà di Scienze linguistiche.
Studioso insigne soprattutto di Dante, Petrarca e Leopardi, Martinelli era anche docente appassionato, convinto della necessità di mantenere un livello alto di insegnamento, senza cedimenti a facili compromessi che egli riteneva solo apparentemente a favore degli studenti, verso i quali, d'altra parte, mostrava sincero interesse umano, disponibilità all'aiuto, talvolta 'paterna' indulgenza, rivelando la sua natura di uomo profondamente buono.
Autore di un'importante e assai nutrita bibliografia, nei suoi studi Martinelli ha messo una vasta, solida, profonda dottrina al servizio dell'interpretazione dei testi, facendo incontrare l'attitudine filologica con l'interesse filosofico e di storia della cultura. Lo dimostrano gli studi petrarcheschi, a partire dai più antichi, confluiti nel suo primo, citatissimo volume del 1977, Petrarca e il Ventoso (Minerva Scuola), e nei successivi, tutti stabilmente entrati nella bibliografia di riferimento. Tra i numerosi lavori dedicati a Dante, è da ricordare almeno l'imponente raccolta di saggi del 2007, Dante. L'”altro viaggio” (Pisa, Giardini), intesa a leggere la Commedia come “storia della salvezza”. Tra le tante pagine leopardiane, isoliamo quelle confluite nelle due monografie, Leopardi tra Leibniz e Locke. Alla ricerca di un orientamento e di un fondamento (Roma, Carocci, 2003), e Leopardi e la condizione dell'uomo (Pisa, Giardini, 2005), emblematiche, rispettivamente, dell'interesse filosofico che conduce Martinelli a dimostrare, fra l'altro, l'influsso di Locke sulla gnoseologia leopardiana e la sua concezione dell'infinito; e della sensibilità stilistica e del fiuto intertestuale dell'attento lettore di testi.
Al nostro Ateneo e alla comunità scientifica, Bortolo Martinelli ha lasciato un'eredità di vero studioso, di uomo di cultura e di fede.
Un articolo di
Dipartimento di Italianistica e comparatistica - Università Cattolica