«Ad assolvere al ruolo educativo – ha affermato il dottor Federico Tonioni, Ricercatore in Psichiatria alla Facoltà di Medicina e chirurgia - sono chiamati proprio i genitori, che devono accompagnare i figli durante il percorso di crescita, permettendo loro di esprimere appieno il proprio istinto a crescere, esplorare lo spazio circostante e relazionarsi con gli altri, cioè quella che alcuni chiamano “sana aggressività”. Se questa energia non diviene esperienza infantile, tale istinto si accumula sotto forma di rabbia, che è un’energia inespressa che andrebbe trasformata e non gestita. Infatti, la rabbia ha un grande potenziale evolutivo passibile di una serie di trasformazioni legate alla crescita; la sua gestione, al contrario, potenzialmente genera sintomi (psicosomatici, comportamentali e psicopatologici). Infatti, ripetute esplosioni di rabbia celano una sofferenza e una frustrazione interiore, che non si è riusciti ad esprimere e a significare».
«Ciò che suscita la violenza non è la rabbia in sé, ma il modo in cui si elabora e si vive tale moto dell’animo – ha continuato Tonioni - Infatti, se non è in grado di esprimere attraverso le parole il proprio stato d’animo, il bambino o l’adolescente o il giovane manifesta la propria frustrazione e la propria delusione attraverso comportamenti aggressivi e impulsivi. Nell’epoca dei social network, in cui tutto è rapido e sintetico, i più giovani hanno perso la capacità di confrontarsi con la frustrazione del desiderio. La cancellazione del tempo di latenza tra il desiderio e la sua gratificazione può favorire atteggiamenti di rabbia».
Di fronte a tali evidenze e a numerosi fatti di cronaca è sempre più necessario essere consapevoli di questo fenomeno, delle sue ricadute e della eventuale possibilità di trasformare la rabbia in un’opportunità. Sono proprio questi gli obiettivi del seminario che vuole fornire anche gli strumenti per identificare in sé stessi e negli altri i primi segni di una rabbia non espressa che potrebbe sfociare in violenza. Strumenti che, nelle mani dei pediatri di libera scelta o dei medici di Medicina Generale, possono aiutare ad identificare precocemente i primi segni di una rabbia non espressa per poter poi indirizzare verso percorsi finalizzati ad analizzare e ad imparare a gestirla.
L’evento, introdotto dalla professoressa Maria Luisa Di Pietro e dal professor Gabriele Sani, Ordinario di Psichiatria all’Università Cattolica, è stato aperto dal saluto di S. E. Mons. Claudio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, al quale sono seguite le relazioni dei docenti dell’Ateneo Federico Tonioni, Daniela Chieffo e Emanuele Caroppo e, in rappresentanza dei pediatri di libera scelta e dei medici di Medicina generale, rispettivamente le dottoresse Laura Reali e Claudia Felici. Ha concluso i lavori la Prof. ssa Daniela Marchetti, Associata in Medicina legale all’Università Cattolica.