L’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) ha affermato che nel 2030 l’Africa sub-sahariana diventerà la regione con la più alta mortalità al mondo attribuibile alla crisi climatica. Il restringimento del lago desertico più grande del mondo, il Lago Turkana, ha anche innescato una battaglia per la sopravvivenza tra le tribù nomadi al confine tra Kenya ed Etiopia, che sulle sue sponde vivono regolarmente.
I pastori Turkana, infatti, che vivono a Todoyang, l’ultimo villaggio keniota prima del confine con l’Etiopia -, e che hanno da sempre portato il bestiame al pascolo sulle rive del lago, si trovano oggi a combattere con la tribù etiope dei Dassanech, anch’essi da sempre pastori sul Lago Turkana. Se il commercio fra le tribù è sempre stato caratterizzato dallo scambio di bestiame, cibo, stoffe e perline, più recentemente è stato caratterizzato dallo scambio di proiettili e pistole: queste servono a proteggere la terra e le paludi sulle quali gli abitanti delle tribù rivendicano i propri diritti. L’Università di Oxford ha affermato che in circa cinquant’anni, e per la precisione tra il 1967 ed il 2021, la temperatura della regione è aumentata di circa 3 gradi, comportando una diminuzione di questa preziosa risorsa idrica. La National Drought Management Authority (NDMA) del Kenya ha pubblicato nel 2017 un rapporto dal nome “Ending Drought Emergencies in Kenya”: le persone colpite dalla siccità dal 2013 al 2017 sono passate da 1 a 2,5 milioni.
Negli ultimi decenni il fiume Omo ha visto diversi progetti internazionali: a est del Lago Turkana è stato completato nel 2018 il Wind Power Lake Turkana, il più grande parco eolico africano, che rappresenta il 15% del mix energetico di tutto il Kenya, mentre sulle sponde ad ovest del lago si individuano ingenti investimenti di compagnie petrolifere internazionali volti a supportare massicce attività di esplorazione, fra le tante la Tullow Oil. Il richiamo a queste ricchezze ha segnato l’aumento della popolazione addirittura del 500%. Al controllo del vento e del petrolio, si aggiunge quello dell’acqua: l’Etiopia ha portato avanti l’immenso progetto sul fiume Omo della Diga Gibe III, completata nel 2016 e che sta irrimediabilmente destabilizzando l’ecologia del bacino, la stagionalità del lago stesso, e l’irrigazione circostante, dal momento che il fiume Omo garantisce più dell’80% dell’afflusso di acqua dolce al Lago Turkana. Inutile la dichiarazione di Human Rights Watch (HRW) e difficile il lavoro della ONG Friends of Lake Turkana.
Foto Filiberto Strazzari - (CC BY 4.0)