Una vita passata al fianco di un uomo che non è stato solo padre suo, ma anche della nostra Repubblica e, in un certo senso, di tutti noi italiani. Maria Romana De Gasperi si è spenta a Roma a 99 anni. Nata a Trento il 19 marzo 1923, primogenita di Alcide e di Francesca Romani, a quattro anni soffre per l’assenza del padre, arrestato dal regime fascista nel 1927.
Dopo il ginnasio e il liceo alle Suore Francesi di Nevers a Roma, nel ’45 si laurea in lettere alla Sapienza. All’indomani della Liberazione, con De Gasperi presidente del Consiglio dei ministri, è lei ad assisterlo come segretaria privata senza stipendio in un salotto davanti al suo ufficio al Viminale, dove si trovava allora la Presidenza del Consiglio. Segue il padre anche in viaggi memorabili. A Parigi, nel ’46, alla Conferenza di Pace, dove De Gasperi rappresenta l’Italia sconfitta. A Washington nel 1947, a preparare le basi degli aiuti americani per la ricostruzione del nostro Paese.
Fu accanto al padre dalla vittoria della Dc alle elezioni del 1948 fino all’avvio del processo di integrazione europeo che le permise di incontrare gli altri artefici dell’Europa, a cominciare da Adenauer, nella capitale pochi mesi prima della morte di De Gasperi il 19 agosto 1954. L’ammirazione per «un europeo venuto dal futuro», come amava definirlo, la portò a dare vita alla Fondazione Alcide De Gasperi e a dedicarsi a diverse operazioni editoriali, a partire dalla biografia De Gasperi uomo solo del ’64 (Mondadori) fino alle varie edizioni degli scritti ed epistolari per Morcelliana, San Paolo, Marietti e alla prefazione al diario edito dal Mulino nel 2018. Per trent’anni tenne una seguitissima rubrica sul quotidiano Avvenire.