«In Marocco ho sentito le urla di gioia più vere e sincere mai udite nella mia vita». Siamo a Meknes dentro l’orfanotrofio "Le Nid" e quel grido di felicità è per l’arrivo di un gruppo di frati francescani e di alcuni giovani volontari. Tra questi c’è Alice Fumagalli, studentessa della magistrale in Consulenza pedagogica per la disabilità e la marginalità in Cattolica.
Da anni il suo sogno era di fare un’esperienza di volontariato in Africa e la scorsa estate è riuscita a realizzarlo grazie a Mission Exposure (le iscrizioni al bando 2023 terminano il 18 dicembre 2022), una delle opportunità offerte agli studenti dell’Ateneo dal Centro Pastorale, CeSi e Pime, per vivere un’esperienza concreta di missione.
Insieme ad altri nove volontari, di cui quattro studenti dell’Ateneo, accompagnati e ospitati da alcuni frati francescani che in Marocco operano da anni, Alice ha prestato servizio presso un orfanotrofio gestito dalla Fondazione Rita Zniber, prendendosi cura di molti bambini abbandonati, alcuni con disabilità motorie e psichiche gravi.
«La mattina presto ci occupavamo dei più piccoli – racconta Alice – hanno bisogno di sentire il calore umano perché le “nurse”, che in orfanotrofio tutti chiamano mamme, sono poche e non sempre possono tenerli in braccio».
Il resto della giornata era dedicato alle attività ludico ricreative con i ragazzi più grandi, di cui molti disabili, all’interno della struttura. «Ci siamo inventati tanti giochi – prosegue – il bowling con i bottiglioni di acqua e le palline e dipinto con le tempere, ma i momenti più belli erano quelli in cui ascoltavamo la musica e ballavamo insieme, oppure quando ci abbracciavamo in silenzio. Più delle attività, contava che noi fossimo lì per loro».