Libri aperti, pagine evocative di vita.
Con la mostra Navigare i cieli di Gabriella Benedini l’Aula Magna del campus di Santa Monica è diventata anche biblioteca. Una biblioteca unica e originalissima, dove, nelle sapienti mani dell’artista, materiale di scarto e oggetti di uso comune hanno ripreso vita, assumendo forme e significati che arrivano da lontano.
Del resto, come ha ben sottolineato don Maurizio Compiani, assistente pastorale del campus di Cremona dell’Università Cattolica del Sacro Cuore «l’arte di Gabriella è un fiume in piena, la cui forza pervade ogni anfratto, trascinando con sé quanto incontra sul suo cammino». È un’arte che «genera inquietudine e al tempo stesso pace, è desiderio e approdo, passione e contemplazione. Non immediata, ma sempre sorprendente e travolgente, come lo è lei, per chi ha la fortuna di conoscerla».
Gabriella Benedini è tornata in Cattolica con una nuova esposizione, dopo quella che ha visto protagonista l’opera Vele, esposte per la mostra Nulla dies sine linea nel 2021, anno delle celebrazioni del centenario dell’Università Cattolica, e generosamente donate all’Ateneo dall’artista. Un’opera, Vele, «che è riuscita nell’ardua impresa di connotare e rendere ulteriormente affascinante un ambiente di pregio, già magnificamente recuperato dalla Fondazione Arvedi Buschini e poi restituito alla città come sede universitaria» ha sottolineato Matteo Burgazzoli, vicedirettore del campus di Cremona esprimendo i suoi ringraziamenti all’artista. «Oggi, ancora con grande piacere e gratitudine, tutti noi accogliamo questa nuova esposizione presso l’Aula Magna, ove le opere di Gabriella Benedini ne arricchiscono la bellezza traendone esse stesse ulteriore risalto, in un dialogo magnificamente riuscito tra le geometrie e i colori.
Elegante, colta e ironica, Benedini è una simpaticissima signora che ha varcato la soglia dei 90 anni con grande nonchalance. Cremonese, ha frequentato l’accademia di Brera, vissuto a Parigi e poi a Milano dove, fin dagli anni Sessanta, è fra i protagonisti della scena artistica. Oggi è una artista internazionale consapevole di aver vissuto «il privilegio di avere nelle mani validi e tormentati attrezzi del mestiere». Ha scelto lei la collocazione della mostra, nel luogo in cui «frammenti di affreschi sono più evidenti che altrove e dove meglio percepisco il senso religioso», ha affermato Benedini.