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Next Generation EU, la lezione di Cottarelli

22 gennaio 2021

Next Generation EU, la lezione di Cottarelli

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Oltre 400 gli utenti collegati ai social di Ateneo per seguire la diretta dell’incontro con il professor Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio Conti Pubblici Italiani dell'Università Cattolica, dedicato al piano nazionale di ripresa e resilienza in vista di Next Generation EU. E una certezza: l’Italia per crescere ha bisogno di capitale, umano e fisico.

«Ma c’è abbastanza di questo nella bozza di Recovery Plan presentata dal nostro governo?» si domanda Cottarelli. Forse non tantissimo: in particolare «si dice e si fa molto poco per gli investimenti privati, per creare il contesto favorevole all’investimento delle imprese, italiane e straniere, nel nostro Paese».

Molti dei sette peccati capitali dell’Italia citati nel libro di Cottarelli del 2018 sono infatti ancora ben presenti, a partire dall’eccesso di burocrazia e dalla lentezza della giustizia, e nel piano di ripresa questi tempi non sono affrontati in maniera soddisfacente e strutturale.

È certo però che Next Generation EU sia «un piano innovativo, sia per le sue dimensioni (750 miliardi tra fondi e prestiti agevolati), sia per le condizioni favorevoli per l’Italia, che di quei 750 avrà una quota di 209 miliardi (129 di prestiti e 80 di sovvenzioni), che il nostro paese ha deciso di investire nel prossimo quinquennio nelle sei missioni che compongono gli obiettivi dichiarati del piano: digitalizzazione, rivoluzione verde, infrastrutture per la mobilità, istruzione, inclusione e salute».

 

Anche se il piano potrebbe essere migliorato (pochi, afferma Cottarelli, sono i 18 miliardi destinati a istruzione e ricerca), «l’importante è che alla fine il piano contenga anche riforme e non solo azioni per rendere il paese più resistente a futuri shock».

Alla domanda di una studentessa sulle risorse che il Recovery Plan destina ai giovani Cottarelli non ha dubbi «Qualcosa c’è, ma credo che si debba e si possa fare di più: quello dell’uguaglianza di opportunità tra le generazioni passate e quelle attuali è un problema essenziale. Teniamo però conto di un fatto: ai giovani non servono tanto i sussidi, quanto la possibilità di avere buoni posti di lavoro in un’economia dinamica. Le riforme che fanno bene all’economia, fanno bene a tutti, soprattutto ai giovani».

L'incontro è stato promosso dalla Facoltà di Economia e Giurisprudenza e dal centro studi CeSPEM "Mario Arcelli" dell'Università Cattolica di Piacenza; si tratta di una delle iniziative del laboratorio didattico Next Gen EU proposto dal professor Francesco Timpano agli studenti della laurea magistrale in Gestione d’Azienda, cui ha preso parte anche il prof. Federico Arcelli, docente di Politica economica.

Un articolo di

Sabrina Cliti

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