Oltre 400 gli utenti collegati ai social di Ateneo per seguire la diretta dell’incontro con il professor Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio Conti Pubblici Italiani dell'Università Cattolica, dedicato al piano nazionale di ripresa e resilienza in vista di Next Generation EU. E una certezza: l’Italia per crescere ha bisogno di capitale, umano e fisico.
«Ma c’è abbastanza di questo nella bozza di Recovery Plan presentata dal nostro governo?» si domanda Cottarelli. Forse non tantissimo: in particolare «si dice e si fa molto poco per gli investimenti privati, per creare il contesto favorevole all’investimento delle imprese, italiane e straniere, nel nostro Paese».
Molti dei sette peccati capitali dell’Italia citati nel libro di Cottarelli del 2018 sono infatti ancora ben presenti, a partire dall’eccesso di burocrazia e dalla lentezza della giustizia, e nel piano di ripresa questi tempi non sono affrontati in maniera soddisfacente e strutturale.
È certo però che Next Generation EU sia «un piano innovativo, sia per le sue dimensioni (750 miliardi tra fondi e prestiti agevolati), sia per le condizioni favorevoli per l’Italia, che di quei 750 avrà una quota di 209 miliardi (129 di prestiti e 80 di sovvenzioni), che il nostro paese ha deciso di investire nel prossimo quinquennio nelle sei missioni che compongono gli obiettivi dichiarati del piano: digitalizzazione, rivoluzione verde, infrastrutture per la mobilità, istruzione, inclusione e salute».