NEWS | Brescia

Non solo cibo, la ricerca del Cerisvico mappa le nuove povertà

22 marzo 2023

Non solo cibo, la ricerca del Cerisvico mappa le nuove povertà

Condividi su:

Non solo quello alimentare. Gli attuali bisogni del territorio di Brescia appaiono variegati e molto significativi.

Dall’autonomia economica e abitativa, all’attenzione per le dimensioni psicologiche e relazionali, la promozione di spazi aggregativi per anziani contro l’isolamento, ma anche bisogni legati alla scuola, alla salute e all’integrazione culturale.

Lo evidenzia la ricerca-intervento “Analisi sistematica e approfondita dei bisogni primari e sociali del territorio di Brescia” commissionata dal Comune di Brescia al Cerisvico, il Centro di Ricerca sullo Sviluppo di Comunità e i Processi di Convivenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore con sede a Brescia, ed elaborata a partire dall’ascolto delle associazioni che raccolgono i bisogni del territorio, allo scopo di dare vita a iniziative sempre più sinergiche, efficaci e concertate.

L’occasione della ricerca-azione è stata la crisi pandemica che ha avuto effetti drammatici in diversi ambiti della vita delle persone e delle comunità. In questo contesto, infatti, i bisogni primari di tipo alimentare e della salute hanno ricevuto grande attenzione e hanno innescato la mobilitazione di molte forze contemporaneamente.

Allo stesso tempo, tuttavia, la situazione emergenziale ha portato all’emersione di alcuni nodi critici su cui operare per migliorare la risposta dei servizi e delle varie realtà associative a tali bisogni. 

A Brescia la risposta ad un bisogno di cibo ha favorito la messa in rete di realtà coordinate dai servizi sociali e da Caritas, Croce Rossa e Cauto/Mare Mosso.

Per questo «Il progetto ha coinvolto numerosi enti del territorio tramite focus group con le associazioni partecipanti e che hanno provveduto a distribuire cibo durante la pandemia, o questionari somministrati alle associazioni» precisa Elena Marta, direttrice del Cerisvico.

Un’analisi approfondita ha inoltre riguardato una porzione di territorio tramite interviste a stakeholders e beneficiari dei servizi, mentre il World Café finale è servito a disambiguare le informazioni raccolte attorno al tema della rete e promuovere una lettura condivisa delle prospettive future.

«Le associazioni godono di un osservatorio privilegiato sul territorio, grazie alle attività che gestiscono quotidianamente intercettano bisogni e richieste sia manifesti che nascosti» ha infatti chiarito Daniela Marzana, ricercatrice del Cerisvico. 

Quello alimentare - ancora molto presente, ma non all’apice della scala dei bisogni manifestati – viene usato dalle associazioni come escamotage d’accesso per individuare aree di disagio sottostante, come l’isolamento sociale e relazionale.

L’azione nata in emergenza pandemica ha quindi mostrato il suo valore non solo in termini di risposta a bisogni primari, ma anche nella rivelazione di altri bisogni e della condivisione dell’organizzazione la risposta con altre realtà territoriali.

«La complessità delle problematiche rilevate dai cittadini è cresciuta, è multicomponenziale e multisfaccetata. Per questo motivo la rete si rivela efficace. Il lavoro realizzato ha posto le basi per la co-costruzione di una rete tra soggetti istituzionali, attività e professionisti privati, Terzo settore e cittadini che uniscono risorse umane e materiali. Ora occorre dotarsi di procedure di gestione e intervento condivise» concludono Marta e Marzana. 

Un articolo di

Bianca Martinelli

Bianca Martinelli

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti