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Opportunità e percorsi di crescita “a misura” di giovani talenti

24 marzo 2023

Opportunità e percorsi di crescita “a misura” di giovani talenti

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Oltre gli stereotipi rappresentati da Paolo Villaggio nella saga dell’impiegato Fantozzi o più di recente dall’immagine della Pubblica Amministrazione offerta dal film di Checco Zalone Quo vado, in un mondo di asfissiante burocrazia plasticamente reso da chi impiega il tempo lavorativo mettendo timbri, la vera Pubblica Amministrazione oggi è molto diversa. Per presentarla al meglio e per contribuire a renderla effettivamente dinamica, adeguata alle nuove esigenze e attenta alla persona, l’Università Cattolica è in prima linea anche nel fornire un contributo di idee, di studi, di ricerche, e soprattutto di laureati adeguatamente formati e preparati per entrare nei ruoli del pubblico impiego e per offrire nuova linfa in termini operativi e culturali.

È quanto è emerso nella giornata di studio organizzata il 21 marzo in Sala Negri da Oleggio da Cattolicaper la Pubblica Amministrazione, dove – stimolati dalle domande degli studenti coordinati dalla giornalista Maria Rosaria Marchesano sulla percezione che si ha della PA, sui percorsi e i tempi di carriera, sul confronto con il privato – si sono confrontati docenti e manager pubblici.

Lo stato dell’arte in tema di PA è stato illustrato dal professor Luca Pesenti, docente di Sociologia generale e componente del Comitato Tecnico dell'Osservatorio sul lavoro agile nella PA del Ministero della Funzione Pubblica, che ha presentato il Rapporto sul Futuro e l’innovazione dell’Amministrazione pubblica 2022, evidenziando alcune delle tematiche di settore relative all’efficienza ed efficacia della PA: il contributo al bene comune, la priorità di utilizzo delle nuove tecnologie, la capacità di risolvere i problemi, l’internazionalizzazione, la creatività e capacità di produrre idee, la dimensione etica. È emersa una multidisciplinarietà di competenze che vedono impiegati nella nuova PA non solo i giuristi (che ne hanno avuto tradizionalmente l’egemonia), ma anche politologi, statistici, economisti.

I nuovi scenari della PA sono stati descritti concretamente, ognuno dal proprio punto di vista professionale, da Mariagrazia Bonzagni, direttore servizi statistici del Comune di Bologna, Monica Gussoni, capo Risorse Umane Università Ca’ Foscari di Venezia, Angelo Rosa dell’Università LUM.

Sono stati loro ad individuare gli obiettivi sfidanti della Pubblica Amministrazione (in realtà hanno preferito parlare di Pubbliche Amministrazioni al plurale perché le competenze, le prospettive, i campi di operatività variano tra un comune, un ministero, l’INPS, ecc.), l’attenzione operativa ai temi della sostenibilità e digitalizzazione, l’importanza del recruiting e delle gestione delle risorse umane, il cambio di prospettiva di certi settori (si pensi alla sanità: se si considera che l’indice di vita media si è elevato e che il calo demografico è aumentato, si prevede in futuro un aumento delle patologie croniche e della relativa assistenza, per cui si è dovuto pensare ad un sistema sanitario non più centrato sull’ospedalizzazione ma su altri criteri finalizzati, tra l’altro, a contenere la spesa pubblica).

A tirare le somme del dibattito è stato Antonio Naddeo, presidente dell’Agenzia per la rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni (ARAN), che, in relazione al pubblico di studenti presenti, ha sviluppato il tema di una PA “a misura” di giovani talenti, interrogandosi su cosa può fare la PA per attrarre i giovani, non aspettando che siano loro a cercarla ma andandogli incontro, magari anche per una esperienza temporanea (tanto per smentire il mito del posto fisso). Se il compito di un dirigente sostanzialmente è di gestire risorse umane e finanziarie, la differenza la fanno le persone, e sono le persone capaci che fanno le amministrazioni, da qui l’importanza del lavoro in presenza (invece che in smart working) perché il rapporto personale è imprescindibile per gli sviluppi lavorativi e per il benessere personale.

Nell’opera di avvicinare i giovani alla PA, nel dare la sua esatta percezione e offrire il dovuto bagaglio culturale e formativo è importante il contributo dell’Università. Concordemente lo hanno affermato Franco Anelli, Rettore dell’Università Cattolica, Guido Merzoni, preside della Facoltà di Scienze politiche e sociali, e Gian Paolo Barbetta, coordinatore del curriculum di della laurea magistrale in Politiche Pubbliche. I problemi della PA vanno affrontati con elevate competenze interdisciplinari proprie dell’Università, ponendo attenzione agli obiettivi (e non procedendo per attività), capendo se le politiche raggiungono gli obiettivi attesi, entrando nell’ottica della coprogrammazione e coprogettazione degli interventi.

Concetto ribadito e approfondito da Barbara Boschetti, coordinatore del Tavolo Cattolicaper la PA, per la quale c’è bisogno di amministrazione e di dare ai cittadini una cultura e politica per il lavoro che sia opportuna per avvicinare i giovani alla PA. Del resto gli studenti dell’Università Cattolica già lavorano su tali progetti collaborando proprio con il “Tavolo Cattolicaper la PA”.

 

 


Foto di Arlington Research su Unsplash

Un articolo di

Agostino Picicco

Agostino Picicco

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