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Padre Gemelli, uomo del nostro tempo

15 luglio 2021

Padre Gemelli, uomo del nostro tempo

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«Se oggi siamo qui è grazie alla grande passione e dedizione di padre Agostino Gemelli». Con queste parole monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, ha introdotto la celebrazione eucaristica del 15 luglio in cappella Sacro Cuore in occasione del 62° anniversario della morte di padre Agostino Gemelli.

L’odierno anniversario gemelliano si arricchisce di varie suggestioni cadendo nell’anno del Centenario di fondazione della Cattolica e coincidendo con la memoria liturgica di san Bonaventura, francescano e grande studioso proprio come padre Gemelli.

Per tratteggiare il ricordo del fondatore Agostino Gemelli, monsignor Giuliodori, con felice intuizione anche di natura storica, ha ripreso alcune omelie pronunciate alla fine degli anni Cinquanta dall’allora arcivescovo di Milano Giovan Battista Montini, poi papa Paolo VI, di cui è nota la cura per la parola, la padronanza del linguaggio e la brillante oratoria, testi «insuperati e insuperabili» come l’assistente ecclesiastico generale ha sottolineato.  

Le omelie di monsignor Montini sono legate ad anniversari gemelliani. Pochi giorni dopo il suo ingresso a Milano come arcivescovo, fece una prima visita in Cattolica il 18 gennaio 1955 in occasione del 50° di professione religiosa di padre Gemelli e pronunciò l’omelia che va sotto il titolo “Le due lampade”, in cui definiva il rapporto tra fede e scienza.

Monsignor Giuliodori ha poi maggiormente approfondito le due omelie pronunciate il 18 marzo 1958 nella Basilica di Sant’Ambrogio, in occasione degli 80 anni e del giubileo sacerdotale di padre Gemelli, e il 17 luglio 1959 per i funerali nel Duomo a Milano.

Dalle parole dell’arcivescovo Montini emerge l’affetto, la stima e la considerazione verso padre Gemelli sacerdote, uomo di cultura e rettore. E proprio nell’essere rettore ne individua la realizzazione del sacerdozio e dell’offerta totale di sé. Agostino Gemelli - fondatore, realizzatore, creatore, ideatore - è per questo qualificato rappresentante del nostro tempo, capace non solo di fare sintesi della cultura moderna ma anche di andare oltre. È il senso del sentirlo “nostro”, come monsignor Montini aveva più volte sottolineato durante i funerali.

Da qui lo spunto per l’attualizzazione del discorso, per cui monsignor Giuliodori si è chiesto se padre Gemelli lo sentiamo ancora nostro, se sentiamo il suo coraggio, la fermezza d’animo, la difesa dei valori cattolici? E ancora: il nostro Ateneo è sale della terra e luce del mondo, o corre il rischio di essere grande ma insipido, potente ma oscuro? I frutti delle opere buone restano nel tempo. Se il sogno di padre Gemelli era quello di istituire la facoltà di Medicina con il Policlinico annesso, quanto avrebbe gioito nei giorni scorsi vedendo che papa Francesco è stato curato presso il Policlinico della facoltà di Medicina della Cattolica di Roma.

Anche per questo, come ha ricordato monsignor Giuliodori, padre Gemelli merita il nostro ricordo e magari anche una visita presso la cripta della cappella Sacro Cuore dove è sepolto insieme con gli altri protagonisti della storia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. 
 

Un articolo di

Agostino Picicco

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