Fabio Fazio non aveva ancora compiuto cinque anni quando la missione spaziale Apollo 11 portò i primi uomini sulla Luna. In Italia erano le 22.17 del 20 luglio 1969, il primo astronauta a mettere piede sul suolo lunare fu Neil Armstrong. Trent’anni dopo, nel 1999, Fazio non ebbe dubbi sull’ospite al quale non avrebbe rinunciato per il primo dei quattro Festival di Sanremo che avrebbe condotto. «Mi ricorderò per tutta la vita quanto tremasse, Armstrong, sapendo di essere in televisione» racconta Fabio Fazio agli studenti dell’Istituto Gerolamo Cardano di Milano, ospite del programma di Educazione per le Scienze Economiche e Sociali (Peses) promosso dall'Università Cattolica e diretto da Carlo Cottarelli. «Armstrong è su tutti i libri di storia, ha avuto il coraggio di andare sulla Luna con Apollo 11, che è una locomotiva a carbone rispetto alle tecnologie di oggi, dunque vederlo così timoroso davanti alle telecamere mi fece riflettere profondamente su cosa rappresentasse la televisione».
Il conduttore di Che tempo che fa racconta ai giovani del Cardano cosa significasse il piccolo schermo «in un mondo analogico, privo di cellulari, senza internet, senza computer». Tra i tanti incontri indimenticabili nella sua carriera, cita quello con Michail Gorbačëv, invitato sul palco del Festival più amato dagli italiani solamente otto anni dopo la scomparsa dell'Unione Sovietica, e l’intervista a Papa Francesco nella trasmissione che Fazio conduce da oltre 20 anni, prima su Rai3 e oggi su Nove. «Abbiamo impiegato un paio di anni a organizzare l’intervista con il Santo Padre» racconta Fazio. «Chi fa televisione ha infinite occasioni per imparare sempre qualcosa da ogni persona che incontra. Fare tv è come andare all’università». L’incontro con Papa Francesco, però, è andato ben oltre perché, spiega il conduttore, Francesco è «ricco di profonda empatia, è un grande intellettuale di cuore, riesce a percepire i problemi del mondo intero».
Nell’auditorium, in due turni, hanno partecipato ben 26 classi, le quarte e le quinte del Liceo Sportivo, del Liceo Scientifico, del Liceo delle Scienze Umane e dell’Istituto tecnico negli indirizzi Costruzioni, ambiente e territorio e Amministrazione, finanza e marketing. «Partecipare al programma Peses è una grande opportunità di apprendimento e di condivisione per i nostri studenti ma anche per i docenti» sottolinea Paola Molesini, dirigente scolastico dell’Istituto milanese. «Mi ha colpito molto l’attenzione di Fabio Fazio alla comunicazione non verbale e alla postura del suo interlocutore» aggiunge Elvira Bonuso, professoressa di Diritto e di Economia politica, che prosegue: «A seguito di questo incontro, continueremo a lavorare con i nostri studenti sui tanti spunti interessanti emersi oggi, soprattutto sui temi legati alla comunicazione e al marketing».
Tra le numerose domande degli studenti, che dettano la scaletta degli incontri nel format di Peses, è tanta la curiosità per i segreti del mestiere di uno dei volti più noti della televisione italiana. «Per me è importante impostare il rapporto con l’ospite della trasmissione nel primo minuto e mezzo» risponde Fazio. «Quando non conosci chi hai di fronte, i primi 60 secondi sono fondamentali per instaurare un rapporto di fiducia, osservando il suo sorriso, la postura, la gestualità». La televisione, secondo il conduttore, è «una strada, un luogo di condivisione di esperienze e di ricordi, di costruzione di memoria». O almeno lo è stata. «Oggi per me è importante capire cosa la TV sia per voi» dice Fazio, rivolgendosi direttamente agli studenti del Cardano. «E mi trovo a disagio a parlarvi di un’esperienza, quella televisiva, che credo appartenga pochissimo alla vostra generazione». Eppure, i giovani esplodono in un boato quando Fazio parla di Zendaya, attrice protagonista di Challengers, il nuovo film di Luca Guadagnino, ospite a Che tempo che fa nella prima puntata dopo l’incontro al Cardano. Quasi a sottolineare che, ancora oggi, è la televisione ben fatta «il punto di incontro» tra i mondi apparentemente più distanti.