Parlare di equità di genere non è solo una questione etica ma una necessità per il Paese. Lo ripete con grande convinzione Elena Avogadro, Executive director, responsabile Diversity, Equity & inclusion di Intesa Sanpaolo davanti alla trentina di studentesse della Facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assiciurative che sono arrivate al Museo del risparmio di Torino per partecipare a una giornata dedicata a “Gender GAP: indipendenza economica, gestione del denaro e pari opportunità'”. La proposta ideata dal Board Facoltà - Mondo del lavoro si inserisce nel progetto Women in finance, in collaborazione con il Comitato per le Pari Opportunità dell’Università Cattolica. Era presente la professoressa Elena Riva con una delegazione del Comitato, che ha portato il saluto di benvenuto e ha ricordato con quanta lungimiranza la rettrice Elena Beccalli, allora preside della Facoltà di Scienze bancarie, abbia ideato il progetto. «Un’iniziativa ambiziosa che intende formare e supportare la prossima generazione di leader femminili e che servirà a promuovere l’uguaglianza di genere. Un gap culturale che deve essere superato, anche prendendo esempio dalle donne che in passato si sono spese per ottenere i diritti di cui godiamo oggi».
Le giovani donne (i maschi hanno disertato la proposta!) accolte dalla calda atmosfera del museo dove economia, cinema e letteratura si contaminano, per tutta la mattinata hanno ascoltato le diverse relatrici, interagendo in modo interessato e costruttivo anche durante il laboratorio finale.
Il fil rouge che ha fatto da sfondo alla giornata è «la disparità di partenza per le donne, nonostante i diritti ci dicano che siamo uguali», afferma Elena Avogadro. «Per costruire un futuro sostenibile serve il contributo di tutte le persone perché la società ha bisogno delle “differenze” (di genere, di provenienza, di età, etc). Anche in tema di business, le aziende per essere competitive devono valorizzare le diversità».
Purtroppo, il Global Gender Gap 2024 ci dice che serviranno 134 anni per avere la parità di genere e il nostro Paese si colloca all'87° posto ed è per questo che le varie componenti devono collaborare: «Serve lavorare sui bias - conclude Avogadro - bisogna conoscere gli strumenti, fare comunicazione e le aziende, come le istituzioni, possono influenzare il conteso sociale in cui viviamo attraverso azioni mirate. La strategia di Intesa è quello di andare nelle scuole, nelle università per un’azione di sensibilizzazione utilizzando “arte e parole”».