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Ricerca, formazione e Terza missione: inaugurato il parco agrivoltaico

29 ottobre 2024

Ricerca, formazione e Terza missione: inaugurato il parco agrivoltaico

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«È un progetto che esprime tutto il potenziale della nostra Università, un progetto che ha richiesto la sinergia virtuosa tra diversi gruppi di ricerca dell’Ateneo, e che mi auguro possa essere al servizio di uno sviluppo integralmente sostenibile» descrive così il Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Elena Beccalli, il primo Parco agrivoltaico universitario e di ricerca in Italia in occasione della sua inaugurazione presso il campus di Piacenza. Un progetto estremamente innovativo dal punto di vista tecnologico con un’applicazione in ambito agricolo, che combina «gli aspetti tipici della Facoltà di Scienze Agrarie con elementi di tecnologia più all’avanguardia per la produzione di energia rinnovabile, nel solco di ciò che l’Ateneo porta avanti in termini di sostenibilità ambientale, anche nella Facoltà di Economia e Giurisprudenza». 

Dopo la benedizione impartita dal vescovo mons. Adriano Cevolotto, che ha esortato a pregare e ad impegnarsi per far sì che «le nostre opere possano contribuire al bene per noi e per le future generazioni, perché possiamo essere custodi della natura, dei suoi frutti e delle sue risorse e non solo consumatori», il taglio del nastro del Rettore, che ha sottolineato come il progetto del Parco si leghi «ad un ulteriore sviluppo attraverso la Comunità Energetica Rinnovabile recentemente costituita in Cattolica, che è un modo per rendere ancora più solidale la produzione di energia resa possibile grazie alle tecnologie di questo Parco agrivoltaico: tutto ciò fa acquisire una dimensione sociale all’intero progetto, che renderà la sede di Piacenza integralmente sostenibile in termini di produzione energetica».

Un articolo di

Sabrina Cliti e Filippo Lezoli

Sabrina Cliti e Filippo Lezoli

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Il Parco agrivoltaico occupa uno spazio di 8mila metri quadrati, è caratterizzato da 774 pannelli bifacciali e ha una potenza di picco pari a 500kWp: produrrà energia che verrà autoconsumata dall’Università stessa nella misura dell’80/85%, coprendo il 60% del fabbisogno energetico annuo. 

L’inaugurazione ha visto gli interventi, oltre che del Rettore, dei presidi delle tre facoltà piacentine Marco Trevisan, Marco Allena e Domenico Simeone, dell’assessore comunale Francesco Brianzi in rappresentanza del Sindaco Katia Tarasconi e del professor Stefano Amaducci, docente della Facoltà di Scienze agrarie e referente scientifico dell’intero progetto, che ha descritto con entusiasmo: «Ogni pannello ha una potenza di 650 Watt ed è bifacciale, cosa che consente di produrre energia elettrica sia con la faccia rivolta verso il sole sia con quella che riceve le radiazioni riflesse dal terreno e dalle colture. Inoltre, la distanza e l’altezza dei pannelli, posti a 5 metri da terra, permettono l’accesso alla maggior parte dei mezzi meccanici che si usano in agricoltura».

Sono caratteristiche che consentiranno alla facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali di fare ricerca. «Da 10 anni a questa parte - spiega infatti Amaducci - abbiamo ragionato in termini teorici, simulando con piattaforme informatiche la produzione energetica dei vari sistemi disponibili e studiando le caratteristiche ideali delle colture da utilizzare. Adesso sperimenteremo finalmente in campo, sotto i pannelli, colture commerciali come il mais, il frumento, il pomodoro e lo spinacio».


Non solo energia sostenibile quindi, ma anche ricerca formazione e Terza Missione sono le tre anime che contraddistinguono il progetto. Nel suo saluto, Marco Allena, preside della Facoltà di Economia e Giurisprudenza, si è soffermato sul futuro ampliamento della Cer. «Quella del nostro campus - dice - è stata la prima Cer italiana facente capo a un ateneo, oggi ne fa appunto parte l’università ed Educatt, ma altre realtà hanno fatto domanda per entrarvi e l’auspicio è che altri soggetti entrino presto a farne parte». Sulla possibilità di un ulteriore ampliamento del  Parco Agrivoltaico si è  soffermato invece Marco Trevisan, preside di Scienze agrarie, alimentari e ambientali, ieri all’ultimo appuntamento pubblico ricoprendo quel ruolo. «L’area vicina alla ferrovia - dice - potrebbe ospitare un secondo Parco».

Di «segno generativo» ha parlato infine Domenico Simeone, preside della Facoltà di Scienze della formazione: «La strada è aperta. Una strada che può avere sviluppi sia per questo campus sia per altre realtà».

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