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Se la storia locale apre a nuovi orizzonti

12 febbraio 2021

Se la storia locale apre a nuovi orizzonti

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È un volume con tante sfaccettature e aspetti di originalità In cammino da Ambrogio a Paolo VI. Conversazione con l’Arcivescovo di Milano (Studium edizioni), a cura di Gabriele Archetti, docente di Storia medievale nella facoltà di Scienze della formazione dell’Università Cattolica e presidente del Centro studi longobardi.

Alle origini della pubblicazione c’è la parrocchia di San Michele Arcangelo a Calino, in provincia di Brescia, tra le colline della Franciacorta, che da dieci anni – in occasione della festa patronale di settembre – offre agli abitanti della zona un evento culturale per riflettere su storia e attualità al fine di meglio conoscere le radici cristiane della comunità. Negli anni questo evento, che va sotto il nome di “Feste di settembre”, è cresciuto ed è diventato sempre più atteso e rilevante dal punto di vista dei temi proposti e dei relatori intervenuti, ben oltre i confini dell’unità pastorale. Per questo, come ha scritto il professor Archetti, c’è nel volume «la volontà di documentare quanto accaduto negli anni, dando un’identità intellettualmente cristiana agli incontri di cultura promossi a margine delle ‘feste di settembre’. La storia sta sempre prima di noi e conoscerla aiuta a comprendere perché siamo giunti in un luogo e non in un altro».

Così nel settembre 2020, decimo anniversario di tale iniziativa e nell’ambito delle celebrazioni per il 250° di costruzione della chiesa parrocchiale, gli organizzatori hanno deciso di puntare su un ospite d’eccezione e… il loro osare è stato premiato. Infatti l’11 settembre a celebrare la santa messa e a svolgere una conversazione sul tema “In cammino da Ambrogio a Paolo VI” si è recato a Calino proprio l’attuale successore di questi grandi arcivescovi della chiesa ambrosiana, monsignor Mario Delpini, nel suo ruolo di metropolita della provincia ecclesiastica lombarda, nella quale ricade la diocesi di Brescia.

La conversazione tra l’arcivescovo Delpini e il professor Archetti – puntualmente documentata nel libro insieme a un ricco apparato fotografico – è stata preceduta dagli interventi delle autorità locali e dei rappresentanti degli enti economici del territorio, tra cui anche il professor Domenico Simeone, preside di Scienze della formazione dell’Università Cattolica.

Tanti i temi toccati dall’arcivescovo, mentre ricordava i tratti salienti dell’episcopato dei vescovi di Milano degli ultimi decenni. Non è mancato un richiamo al nostro Ateneo: «La cultura cristiana, l’Università Cattolica, le scuole cattoliche sono certamente uno degli strumenti più prestigiosi, più preziosi in Italia e quindi io vorrei incoraggiare questo impegno. In questa originalità, vorrei che fossero capaci di dire un pensiero che sia lieto».

E ancora una forte esortazione ai presenti, a «non accomodarci nelle tradizioni o nelle abitudini facendo consistere il cristianesimo nell’inerzia delle cose che abbiamo sempre fatto». Il compito del cristiano è «non perderci nelle quisquiglie, non accanirci nelle piccole cose da nulla. Annunciare il vangelo, cogliere il contenuto centrale della nostra fede ed essere capaci di dirlo in modo che diventi affascinante».

Una novità per la piccola parrocchia di Calino, dato che dalla ricerca storica risulta che neppure san Carlo Borromeo, il quale aveva girato in lungo e in largo il territorio lombardo, abbia mai visitato questa porzione di chiesa. Tanto che lo stesso arcivescovo Delpini, a chiusura dell’incontro, ha affermato: «Qui san Carlo non c’è stato, uno dei buoni motivi per essere lieto di questa visita».

Un incontro che dalle colline di Franciacorta ha voluto parlare a tutta la Chiesa. Tante le suggestioni anche di natura personale espresse con familiarità da parte dell’arcivescovo Delpini: il senso dell’amicizia, i libri che l’hanno formato, il modo di intendere il proprio servizio episcopale, ma su questi temi si rimanda alla lettura del libro.

Il cui senso è ben sintetizzato nella prefazione del professor Franco Anelli, rettore dell’Università Cattolica: «La storia – grande o piccola che sia, locale o generale, comune o straordinaria – è sempre intrecciata con la vita delle persone che la interpretano: quando accade, quando la si interroga, quando la si ricostruisce». E ancora: «Ciò è accaduto dalle origini apostoliche, incontrando l’austera personalità di Carlo Borromeo, senza perdere di vista il presente, fino a giungere al santo pontefice di origini bresciane Giovanni Battista Montini – Paolo VI. Una forma di evangelizzazione fatta di esempi, di ricordi, di modelli e di figure capaci di misurarsi con il loro tempo e non avulse dal contesto politico, sociale, economico, culturale o religioso del momento».

 

Un articolo di

Agostino Picicco

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