"Se tutto è connesso, dobbiamo anche ripensare il concetto di salute in un'ottica integrale, che abbracci tutte le dimensioni della persona". Con queste parole, pronunciate da Papa Francesco lo scorso 4 giugno davanti ai membri della Confederazione Federsanità e ricordate da Sua Eccellenza Mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell'Università Cattolica, si è aperto il terzo e ultimo appuntamento del ciclo di incontri “Le cose nuove del XXI secolo” nell’ambito della proposta formativa a cura del Centro di Ateneo per la dottrina sociale della Chiesa dell’Università Cattolica e dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo.
L'obiettivo degli incontri è stato quello fornire, a tutti coloro che hanno a cuore il bene comune, degli strumenti per comprendere le trasformazioni in atto in ambito sociale, testimoniando come il messaggio cristiano entri nel vivo delle questioni quotidiane e orienti le azioni nella vita sociale, civile e politica. All’incontro "Sviluppo umano integrale - Tutto è connesso", coordinato dalla professoressa Simona Beretta, docente di Politica economica presso la Facoltà di Scienze Politiche e sociali della Cattolica, sono intervenuti: Giuseppe Fioroni, vice presidente dell'Istituto Toniolo; Gilberto Turati, professore di Scienza delle Finanze presso la Facoltà di Economia della Cattolica; Stefania Boccia, professoressa di Igiene generale e applicata della Facoltà di Medicina e Chirurgia della Cattolica; Carlotta Masciocchi, ingegnere biomedico del Policlinico Gemelli Irccs; Michele Faioli, professore associato di Diritto del lavoro presso la Facoltà di Economia della Cattolica.
Lo sviluppo umano integrale richiede di prendersi cura degli altri, della società e della casa comune. Un concetto caro all'Ateneo, che da sempre tende a sviluppare uno sguardo comprensivo della salute della persona. «La dottrina sociale della Chiesa, che plasma il nostro pensiero e il lavoro di formazione, abbraccia tutte le nostre realtà - ha sottolineato Mons. Giuliodori portando il suo saluto -. Mi preme sottolineare l'unitarietà del nostro Ateneo, il grande lavoro interdisciplinare che viene fatto quotidianamente».
Parole condivise dal vice presidente Fioroni: «Lo sviluppo umano integrale è lo snodo centrale della dottrina sociale della Chiesa, Papa Francesco ne ha parlato spesso. La nostra realtà, con le sue specificità come la Facoltà di Medicina e Chirurgia, è particolarmente investita da questa missione, siamo coinvolti nell'impedire la diseguaglianza nella capacità di fruire del bene salute. Abbiamo di fronte l'obbligo morale di tutelare l'uomo nella sua dignità e anche nel valore della sua vita, al di là della logica economica».
Quando si parla di sviluppo umano integrale il pensiero corre alla 'Laudato sì' di Papa Francesco. «È normale riferirsi alla sua enciclica per prenderci cura della casa comune - ha spiegato la professoressa Beretta - in una prospettiva integrale, quello che cambia è lo sguardo, che si impara stando aperti con la ragione spalancata al reale nella sua interezza. Per prenderci cura della casa comune bisogna superare il paradigma tecnocratico, il bisogno delle tecniche più raffinate non deve mai essere disgiunto dallo sguardo e dal metodo della cura, che guarda alla persona esprimendo il messaggio: "tu vali, proprio tu mi stai a cuore"».
Sulla stessa lunghezza d'onda il professor Turati: «Prendersi cura vuol dire tante cose, soprattutto se lo sguardo si allarga alla società. Perché la società ha bisogno di essere curata? Perché ci sono ingiustizie, disuguaglianze, emergenze come quella climatica e ambientale. Ci sono bisogni a cui dobbiamo rispondere nella maniera più aperta e integrale possibile».
Ma in quale ambito bisogna puntare per ottenere effetti concreti sulla salute delle persone? La risposta, secondo la professoressa Boccia «è nella prevenzione personalizzata. Un tema che sembra futuristico ma non lo è, basti pensare al Pnrr, tanti investimenti riguardano il sequenziamento dei genomi dei cittadini italiani. Curare in modo integrale significa non soltanto migliorare la tecnologia, ma partire dai bisogni e dalla formazione di ogni cittadino. Oggi l'80% dei decessi è causato da tumori, malattie cardiovascolari, respiratorie e metaboliche. Chi ha una malattia cronica si rende conto di aver bisogno di cure, ma le persone sane non hanno la stessa percezione. La prevenzione personalizzata entra in gioco esattamente qui, ci fa rendere conto che lo stato di salute della popolazione è determinato dall'ambiente fisico, sociale, dagli stili di vita. Serve un approccio personalizzato, che tenga conto degli aspetti etici, per migliorare la salute in maniera integrale».
D'accordo la dottoressa Masciocchi, specializzata nella raccolta standardizzata di dati clinici e nello sviluppo di modelli predittivi in modalità centralizzata. «Lavoro presso il centro multidisciplinare 'Gemelli Generator' e il nostro obiettivo è estrarre valore dai dati clinici. L'analisi di una patologia non è legata solo ai dati, ma anche da ciò che ruota intorno al paziente, dunque bisogna dare la giusta dimensione agli aspetti fisici, psicologici, intellettuali. Questo significa avere uno sguardo integrale».
Infine il professor Faioli ha posto l'accento su come riempire di contenuto giuridico il concetto di sviluppo umano integrale. «Da giurista, se mi metto all'interno di questa logica, mi chiedo come poter mitigare gli effetti di ciò che danneggia chi è più vulnerabile. Le dimensioni dello sviluppo umano integrale sono due: una è la prossimità personale, l'individuo; l'altra è l'integrazione di quella prossimità in un quadro più ampio fatto di regole, istituzioni, comunità. Queste due dimensioni trovano nello sviluppo del pensiero sociale della Chiesa molti riferimenti. Il più importante di questi anni è l'enciclica 'Fratelli tutti' in cui Papa Francesco scrive che 'la carità riunisce entrambe le dimensioni - quella mitica e quella istituzionale - dal momento che implica un cammino efficace di trasformazione della storia che esige di incorporare tutto: le istituzioni, il diritto, la tecnica, l'esperienza, gli apporti professionali, l'analisi scientifica, i procedimenti amministrativi».
Lo sviluppo umano integrale fa parte delle aree tematiche del progetto 'Dizionario di dottrina sociale della Chiesa. Le cose nuove del XXI secolo', la rivista trimestrale ad accesso libero del Centro di Ateneo per la dottrina sociale della Chiesa, sostenuta dall'Università Cattolica e dall'Istituto Toniolo. In continuità con il volume pubblicato nel 2004 con la casa editrice Vita e Pensiero, la rivista documenta il dialogo tra ricerca e Magistero, per la dignità umana e la promozione del bene comune.