L’incontro, promosso dal Centro studi e ricerche sulla famiglia e in particolare dal suo direttore Camillo Regalia, si è aperto con le parole tratte proprio da un libro dell’autore, Sempre tornare. “Io sono qui perché devo capire. Non posso più fare finta di niente. Non è colpa mia se vedo ovunque una discendenza da scoprire, ovunque un enigma che chiede a me di essere risolto, come se fosse possibile. Non è colpa mia se ogni gesto, sentimento, respiro, mi chiede da che parte stare, perchè in tutto vive una battaglia, la stessa che mi porto nel cuore dal giorno in cui mi tolsero dal ventre di mia madre. Ogni giorno nel mio petto esplode un duello, sempre lo stesso. Un duellante si chiama Tutto. Il suo avversario si chiama Niente”.
Stupiscono queste parole scritte da un diciassettenne, tanto che lo stesso Mencarelli aveva pensato di eliminarle dal libro ma poi le ha mantenute perché - ha detto - «ho sempre avuto rispetto di quel tutto e niente ... Stare tra queste due forze contrapposte: destino e salvezza. Oggi sono un uomo che esprime, cerca e trova la sua salvezza tra queste due dimensioni. I romanzi mi hanno permesso di vivere la salvezza in un indicativo presente».
Un tema che tocca da vicino gli adolescenti, come ha sottolineato Confalonieri che li studia: «Oggi è particolarmente importante non tanto trovare una risposta ma farsi le domande giuste. E il mondo adulto deve provare a far sì che gli adolescenti riescano a farsi le domande giuste». Forse la strada è quella sperimentata da Mencarelli che ha incontrato oltre 70.000 ragazzi davanti ai quali si è posto con semplicità e senza barriere anagrafiche, dicendo schiettamente che «si sta scomodi nel nulla» e che occorre ribellarsi a questo nulla dichiarando con Daniele in Tutto chiede salvezza che “la salvezza è il mio desiderio patologico”.
Tuttavia, i conflitti interni e l’altalena di sentimenti che si agitano negli adolescenti, oggi tramutati spesso in disagio psicologico, non sono da sottovalutare. La difficoltà è che i servizi a supporto di questi casi non sono alla portata di tutti.
«I dati CNOP del 2020 in Italia dicono che l’80% dei bambini e degli adolescenti non ha accesso al servizio sanitario pubblico - ha dichiarato Damiano Rizzi, presidente della Fondazione Soleterre -. Questo significa che questi soggetti devono necessariamente pagare le terapie. Nella città di Milano, per esempio, per la neuropsichiatria infantile ci sono liste d’attesa che vanno dai due ai tre anni. Si parla di circa 80 euro a seduta e nei Distretti di Salute Mentale solo il 6% del personale è costituito da psicologi. Molte persone, anche a causa dell’attuale inflazione, smettono di fare terapia perché non possono permettersela».
I ragazzi vanno accompagnati nella crescita, anche nei momenti di buio e Mencarelli, come ha sottolineato Regalia, è capace di «saldare esperienze esistenziali con la capacità di non guardare solo a sè stesso ma di ribellarsi anche a situazioni non adeguate. Una saldatura tra il personale e il politico che si trova nei suoi romanzi. «La letteratura è sempre politica anche quando parla di una madre. Le poesie dedicate ai genitori sono politica perché si tratta di un gesto di relazione che tende a costruire un valore comune. I temi dell’esistenza riguardano e interessano tutti. - ha spiegato lo scrittore -. Le persone, tutte, fioriscono davanti alle proposte esistenziali. Io sono passato dalla poesia alla narrativa proprio perché sarebbe aumentato il numero delle persone che avrei raggiunto rispetto a temi esistenziali e politici».