L’analisi del questionario
L’analisi mostra in sintesi che uno/a studente/ssa su quattro vive una condizione generale di benessere elevato, una situazione positiva che tuttavia non esclude momenti di fragilità a livello sociale, legati alla fatica a integrarsi e a sviluppare un’appartenenza.
Nel complesso, gli studenti dichiarano una buona soddisfazione accademica, soprattutto per la scelta del corso di laurea e per la percezione della sua utilità per il futuro. Risorse personali come grinta e speranza emergono come potenziali fondamentali per obiettivi, pianificazione e autoregolazione.
A livello sociale il sostegno percepito di famiglia e amici appare solido e diffuso, mentre si apre uno spazio di crescita del contributo che possono offrire tutor, docenti-ponte e percorsi di mentoring, utili a rafforzare il senso di appartenenza.
In questo quadro non mancano aree di attenzione: circa il 30% dei partecipanti supera le soglie cliniche per l’ansia e il 24% per la depressione. Numeri che, pur senza ridimensionare gli aspetti positivi, richiamano l’importanza di azioni di prevenzione e di sostegno mirato, soprattutto per intercettare precocemente situazioni di disagio.
Il benessere non è statico, ma un equilibrio dinamico che dipende dalle risorse personali e sociali a disposizione. Per la maggioranza degli studenti – circa il 60% – che non presenta sintomi clinici ma non vive neppure un pieno benessere, rafforzare speranza, grinta, reti di sostegno e senso di appartenenza può essere decisivo per avvicinarsi alla fioritura (flourishing). L’indagine mette in evidenza anche il ruolo di fattori protettivi come sport e impegno comunitario: chi pratica attività fisica, in particolare sport di squadra, o partecipa a esperienze di volontariato e di gruppo, mostra livelli di benessere più elevati.
Il Progetto Prisma si colloca nell’ambito di molteplici servizi e attività che l’Ateneo da molti anni mette a disposizione della comunità universitaria, non solo di studenti e studentesse, dal Servizio di Consulenza Psicologica proposto da EDUCatt, che prevede fino a dieci sedute psicologiche gratuite, ai servizi di Psicologia clinica afferenti al dipartimento di Psicologia, dai servizi per l’inclusione, coordinati dal professor Luigi D’Alonzo, dedicati a chi presenta problematiche specificamente connesse all’apprendimento, ai tutor a disposizione per accompagnare e sostenere eventuali problematiche legate alla didattica.
A questo proposito Elena Marta, presidente di EDUCatt ha specificato che «il Progetto Prisma ha consentito non solo di potenziare l’attività del Servizio di Consulenza Psicologica che, attraverso un Patto di cura con gli studenti e le studentesse, opera in tutti i campus dell’Ateneo in modo gratuito, ma anche di implementare lo sviluppo della cartella informatizzata di raccolta e di gestione dei dati, sia per l’area psicologica sia per l’area medica. Ricordiamo, infatti, che l’Ateneo, tramite Fondazione EDUCatt, offre anche una prima assistenza medica».
Tra le iniziative attivate dal Progetto Prisma ci sono stati anche laboratori e attività che, tra tecniche di consapevolezza, percorsi di resilienza e proposte creative, hanno già registrato forte interesse e partecipazione da parte degli studenti, come dimostrano i feedback raccolti: “illuminante”, “da rifare più spesso”, “strategie pratiche per migliorare il mio benessere e quello degli altri”.
La tavola rotonda
La tavola rotonda “Benessere giovanile e università: sguardi a confronto” moderata da Chiara Bidoli, caporedattore del Corriere della Sera redazione Salute e direttore responsabile delle testate infanzia di RCS, ha fatto emergere luci e ombre dell’universo dei giovani universitari e della comunità educante. Gli universitari di oggi non sono gli stessi di un tempo, «entrano in università da giovani adulti e anche quando sono molto brillanti, a volte entrano in crisi quando muovono i primi passi nella professione, in un reparto o in un ambulatorio, e devono confrontarsi con la sofferenza, la morte, la frustrazione della cura» – ha raccontato Valentina Di Mattei, presidente dell’Ordine degli psicologi della Lombardia.
Occorre fare «un’operazione culturale che integri le dimensioni sociale, sanitaria e personale perché le questioni non riguardano mai un solo aspetto» – ha detto Riccardo Bettiga, garante per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Lombardia. Gli ha fatto eco Francesco Caroli, Policy Advisor del Gabinetto del Sindaco, con l’idea che «il malessere non coinvolge mai solo il singolo ma un sistema: lo studente ma anche la sua famiglia, l’adolescente ma anche i suoi amici. Per questo occorre sensibilizzare i politici esponendo fatti e numeri e mettendo l’accento sulle risorse positive come ad esempio lo sport, soprattutto a Milano strumento di integrazione tra etnie diverse».
Concentrarsi sulle politiche di welfare è una priorità anche per Corrado Celata, direttore UO a valenza regionale “Promozione della Salute”, ATS Città Metropolitana di Milano che vorrebbe invertire la rotta «smettendo di finanziare sportelli che si occupano di diagnosi precoci della malattia e investendo sullo star bene e su un contesto che produca futuro. Per fare questo è necessario lasciare spazio ai giovani, spazi di generatività e protagonismo».
La premiazione
Last but not least, sono stati premiati i vincitori del concorso video “Trasparenti. Non invisibili”, realizzati dagli studenti. Prodotti multimediali in perfetta sintonia con gli esiti del questionario, che raccontano con efficacia le difficoltà della vita universitaria e, insieme, il valore insostituibile delle amicizie e della solidarietà tra pari, offrendo un’importante occasione di riflessione sulle luci e le ombre dell’esperienza accademica. Una testimonianza visiva che conferma ciò che emerge anche dai dati: il bisogno di appartenenza e sostegno rappresenta una delle aree più delicate, ma anche una delle più trasformative dell’esperienza universitaria.
I tre cortometraggi vincitori sono: Riflessi accademici, primo classificato, realizzato da Alessia Ronca e Arianna Cantaluppi; La maschera invisibile, secondo classificato, realizzato da Benedetta Melioli e Fabrizio Pollastri; The Unleashed, terzo classificato, realizzato da Iryna Yuriv e Alessia Leo. Tutti i video presentati possono essere rivisti qui.