«C'è anche una grande scommessa per la comunicazione - ha detto aprendo l'incontro Vincenzo Morgante, direttore di TV2000 e moderatore del dibattito - perché è forte il rischio che di fronte a un evento di questa portata i significati spirituali restino in ombra. Ed è importante che la scommessa venga vinta, perché la speranza è un tema di grandissima attualità. Guerre, crisi climatica, i timori sui rischi dell'intelligenza artificiale...è ancora capace di speranza la nostra epoca?»
«Parliamo sempre di fede e carità ma mai di speranza, la grande sconosciuta - ha ricordato, citando le tre virtù teologali, Mons. Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e Responsabile Giubileo 2025 - perfino l'arte ha sempre trovato difficoltà nel rappresentarla. Ma senza speranza non riusciamo a cogliere l'essenziale della vita cristiana, perché è lei, insieme alla fede e alla carità che contraddistingue lo stile di vita del credente. Parlare un linguaggio di speranza non è facile, ma è la grande sfida che ci attende».
L'Anno Santo è, naturalmente, un grande momento per la città di Roma e il territorio circostante. Il sindaco della Capitale e Commissario straordinario per il Giubileo Roberto Gualtieri, intervenuto in collegamento, ha illustrato le iniziative attivate per l'evento, che rappresenta una straordinaria opportunità per porre rimedio a numerose criticità strutturali. Il rinnovo della rete metropolitana, il rifacimento delle linee tranviarie, l'arrivo di nuovi autobus e gli interventi sull'intera viabilità sono solo alcune delle azioni intraprese «per rendere Roma più solidale, più inclusiva e più sostenibile nella consapevolezza che sono temi fondamentali a cui il magistero di Francesco è, giustamente, molto sensibile». Antonello Aurigemma, presidente Consiglio regionale del Lazio ha invece auspicato che il territorio sappia accogliere i pellegrini per favorire l'incontro tra persone provenienti da tutte le parti del mondo nel segno della diversità, intesa come valore. Paolo Giuntarelli, direttore Affari della Presidenza, Turismo, Cinema, Audiovisivo e Sport della Regione Lazio, ha inoltre ricordato il percorso sinergico con i colleghi delle altre Regioni, come Toscana e Umbria, per la tutela dei Cammini, con particolare riferimento ai principali tratti della Via Francigena.
Il direttore di Avvenire Marco Girardo ha individuato quattro grandi temi di comunicazione per questo Giubileo: la ricerca della pace con perseveranza, l'importanza della vita, la drammatica questione dei detenuti (che sarà ricordata con l'apertura di una Porta Santa in un carcere) e la remissione del debito dei paesi più poveri. «La speranza è una condizione difficile da cogliere sul momento – ha detto –. La sfida è avvicinare i nostri lettori a un tema così vasto e potente mediante il linguaggio del contemporaneo e con uno sguardo mai ideologico, rivolto sempre alle persone e al futuro».
Un passaggio, quello relativo al debito dei paesi poveri, ripreso anche da Maria Tripodi, Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale, nel messaggio inviato ai relatori del convegno: «Il condono del debito non solo è possibile ma necessario. Tuttavia, non è un percorso semplice. In tale direzione sono auspicabili iniziative con una visione sul lungo periodo. Il Giubileo - ha aggiunto - risvegli le nostre coscienze e ci ricordi che la pace non è un concetto astratto ma un impegno che va perseguito con impegno e determinazione».
In chiusura, il professor Danilo Zardin ha illustrato i passaggi principali della mostra dedicata al Giubileo, ospitata dal Meeting di Rimini. Dal punto di vista storico, il docente del nostro Ateneo ha ricordato «la dimensione risolutamente corale del Giubileo che fin dalla sua istituzione nel 1300 portò a Roma tra i 200mila e i 500mila fedeli, cifre formidabili per l'epoca. Si trattava di un vero appuntamento di massa, un fatto di popolo, ricordato in tal senso anche da Dante nella Divina Commedia. Un evento che mantenne intatta la sua forza anche dopo la Riforma Protestante e andò in crisi solo verso la fine del '700 dopo la Rivoluzione francese e l'età napoleonica per tornare con forza nel XX secolo con il ripensamento planetario della proposta successiva al Concilio Vaticano II. Oggi l’obiettivo - ha concluso Zardin - è quello di spostare l'equilibrio dei rapporti, ricentrare l'essenziale».