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Università, laboratorio di speranza

09 aprile 2025

Università, laboratorio di speranza

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Il messaggio della Conferenza Episcopale Italiana per la 101ª Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore che si celebrerà domenica 4 maggio 2025.
 



«Tutti sperano. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé. […] Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza» (Spes non confundit, n. 1).

La speranza è il grande tema del Giubileo che Papa Francesco ha proposto per innestare questo evento spirituale nel vissuto concreto della nostra epoca. Di speranza, infatti, abbiamo particolarmente bisogno di fronte a scenari incerti e, per alcuni versi, davvero drammatici. Ci preoccupano il quadro politico ed economico gravato da tensioni e incertezze, i conflitti che non sembrano trovare via di soluzione, i ritardi nell’attuazione di uno sviluppo sostenibile in grado di custodire la casa comune e di sviluppare accoglienza e solidarietà di fronte ai crescenti flussi migratori. Sono solo alcune delle situazioni dentro cui si gioca la vita di ciascuno, spesso segnata da non minori preoccupazioni personali e sociali legate alla fragilità delle relazioni familiari e ai rapporti intergenerazionali, alla precarietà nel campo del lavoro e alle incertezze rispetto al futuro.

Non servono speranze effimere e illusorie, purtroppo ampiamente veicolate da una cultura che privilegia le banalità ed esalta l’apparenza, ma visioni di ampio respiro e prospettive solide. È in questo orizzonte che il prossimo 4 maggio 2025 verrà celebrata la 101ª Giornata nazionale per l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il tema scelto, “Università, laboratorio di speranza”, pone in evidenza come in un contesto così difficile il mondo accademico sia chiamato a farsi interprete dell’anelito alla speranza che è proprio delle nuove generazioni. Il Papa lo ha segnalato come uno degli impegni del Giubileo: «Di segni di speranza hanno bisogno anche coloro che in sé stessi la rappresentano: i giovani. Essi, purtroppo, vedono spesso crollare i loro sogni. Non possiamo deluderli: sul loro entusiasmo si fonda l’avvenire. […] Vicinanza ai giovani, gioia e speranza della Chiesa e del mondo!» (Spes non confundit, n. 12). L’Università Cattolica del Sacro Cuore, alla luce della sua storia e della sua peculiare missione, è chiamata a farsi interprete coraggiosa e creativa di questo invito, rafforzando e ampliando il suo impegno a servizio della formazione umana, professionale e spirituale degli universitari.

Il primo luogo dove la speranza può essere coltivata e deve crescere è il cuore dell’essere umano. Non a caso l’Ateneo è stato affidato dai fondatori alla custodia del Sacro Cuore. Dobbiamo riscoprire il significato profondo e sempre attuale di questa dedicazione che oggi risalta in modo ancora più fulgido grazie alla Lettera enciclica di Papa Francesco Dilexit nos (24 ottobre 2024) dedicata proprio al valore spirituale, culturale e sociale del Cuore di Cristo. Richiamando il senso di questo riferimento, il Pontefice formula l’auspicio «che dal suo Cuore santo scorrano per tutti noi fiumi di acqua viva per guarire le ferite che ci infliggiamo, per rafforzare la nostra capacità di amare e servire, per spingerci a imparare a camminare insieme verso un mondo giusto, solidale e fraterno» (n. 220). Solo un cuore rinnovato e illuminato dalla sapienza divina può essere in grado di “rianimare la speranza” per sé e per gli altri. Cercando la verità attraverso tutte le vie del sapere e ponendo sempre al centro dell’attività accademica l’attenzione alla dignità di ogni essere umano, l’Università Cattolica continua ad offrire il suo peculiare contributo alla formazione di personalità che siano in grado di dare senso compiuto alla propria esistenza e di mettersi con competenza e generosità a servizio del bene comune.

In uno scenario che rende un tale compito ancora più arduo e complesso, l’Ateneo è visto da tutti come un “faro di speranza” perché con i suoi professori e ricercatori, le dodici Facoltà, gli oltre 120 corsi di laurea e la ricca offerta formativa post-laurea, rappresenta una straordinaria risorsa nel contesto della missione educativa della Chiesa e di una società che, a livello nazionale e internazionale, ha sempre più bisogno di punti di riferimento affidabili e qualificati. Per dare piena attuazione a questa “impresa educativa” l’Ateneo dei cattolici italiani deve affrontare anche importanti processi di innovazione e di ampliamento in tutti gli ambiti: dall’offerta formativa ai nuovi campi di ricerca fino agli orizzonti sempre più vasti di quella che viene definita “terza missione”, ovvero tutte le attività con cui l’Università interagisce con la società. Le Chiese che sono in Italia rinnovano l’apprezzamento per il prezioso lavoro svolto dall’Ateneo e per l’impegno profuso, anche in questo anno per declinare i diversi ambiti del sapere con il tema giubilare della speranza: convegni, giornate di studio e pubblicazioni costituiscono una preziosa “mappa della speranza” utile anche per le attività pastorali della comunità ecclesiale e per l’animazione del dibattito pubblico. È un lavoro che si inserisce nell’opera di discernimento auspicata da Papa Francesco perché i «segni dei tempi, che racchiudono l’anelito del cuore umano, bisognoso della presenza salvifica di Dio, chiedono di essere trasformati in segni di speranza» (Spes non confundit, n. 7).

Di particolare rilevanza, nell’ottica di far emergere i segni di speranza, appare l’iniziativa assunta dall’Ateneo, su proposta del Magnifico Rettore, Prof.ssa Elena Beccalli, di porre al centro dell’attenzione la realtà del Continente africano con tutte le sue problematiche e i tanti semi di speranza di cui è portatore. I già numerosi progetti di collaborazione a livello accademico, culturale e sociale, troveranno così ancora più organicità e potranno rappresentare un ulteriore “volano di speranza” per un Continente, tanto martoriato quanto ricco di risorse e potenzialità. L’Ateneo assume così un volto ancora più solidale nell’esplicitazione di quella terza missione che a ben vedere è l’anima vera e il principio ispiratore delle altre due: la didattica e la ricerca. Per essere all’altezza di queste grandi sfide l’Ateneo non può che essere sempre più un “laboratorio di speranza” misurandosi con i grandi cambiamenti in atto, soprattutto sul versante della ricerca scientifica e tecnologica, delle innovazioni legate all’intelligenza artificiale e delle grandi questioni sociali affinché, contro la spinta al riarmo e alla contrapposizione tra le nazioni, si sviluppino relazioni giuste, fraterne e pacifiche.

 

Roma, 28 gennaio 2025
Memoria di San Tommaso d’Aquino



La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana

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