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Il professore emerito Gabrio Forti eletto Socio Corrispondente dell’Accademia dei Lincei
Il distintivo gli verrà conferito in occasione della cerimonia dell’apertura dell’anno accademico 2024/25
| Agostino Picicco
11 luglio 2024
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Ginevra Canavera, 30 anni, che sta svolgendo il dottorato Agrisystem all’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha vinto il premio che la Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana (SOI) assegna alle migliori pubblicazioni scientifiche di giovani ricercatori nel campo dell'arboricoltura da frutto, con l'obiettivo di promuovere la qualità della ricerca e supportare le nuove generazioni.
«Non me lo aspettavo - esordisce Canavera - mi ha fatto davvero molto piacere». Le pubblicazioni che la Soi ha giudicato meritevoli sono sei, pubblicate nel biennio 2022-2023, mentre la consegna è avvenuta nel corso della recente assemblea dei soci della società, tenutasi a Padova. I premi, istituiti grazie a un accordo con la casa editrice Pàtron e alla generosità dei curatori e autori del libro "Arboricoltura Generale" (Pàtron, 2012), sono stati proposti dal professore Silviero Sansavini, coordinatore scientifico del volume e presidente onorario della SOI.
Nello specifico la pubblicazione di Canavera ha per titolo “A sensorless, Big Data based approach for phenology and meteorological drought forecasting in vineyard” ed esplora l’utilizzo dei Big Data in viticoltura.
«Siamo letteralmente invasi dai dati - spiega l’autrice - che se analizzati nel giusto modo possono fornire utili indicazioni a chi lavora in agricoltura. Mi riferisco, per fare un esempio, a tutti i dati meteorologici raccolti attraverso le capannine, comprese quelle in vigneto. O ancora ai dati che consentono di valutare la gradazione zuccherina dell’uva, l’acidità, e sono utili per visualizzare l’andamento di un determinato vigneto negli anni».
Lo scarto con il passato è presto detto. «In passato tutto era scritto su di un piccolo quaderno - spiega la ricercatrice - ma disporre di tanti dati consente oggi di avere a disposizione un grafico che mostra una tendenza nel tempo. Questo consente, eventualmente, di capire come modificare la produzione».
Detto che la pubblicazione ha avuto il contributo di altri autori, a partire da Stefano Poni, professore ordinario di Viticoltura, per proseguire con il ricercatore Eugenio Magnanini, Simone Lanzillotta e Claudio Malchiodi dell'azienda piacentina di informatica Latitudo, lo studio ha sviluppato e testato un'applicazione web capace di prevedere le fasi fenologiche di germogliamento, fioritura e invaiatura, e di segnalare precocemente eventuali condizioni di siccità nel vigneto senza il bisogno di sensori in campo. Previsioni, queste, cruciali nel contesto attuale di cambiamento climatico, caratterizzato da fenomeni di fenologia precoce e una crescente scarsità d'acqua. In altre parole, lo stress idrico a cui può essere sottoposto un vigneto.
Le aziende fanno ormai parte di un’agricoltura dove la tecnologia può fornire un contributo decisivo alla produzione. «Le generazioni che oggi sono attorno ai trent’anni sono infatti più propense a sfruttare le tecnologie» dice Canavera.
Intanto la ricercatrice porta avanti il suo dottorato Agrisystem e ha la valigia pronta. «Il focus del mio progetto di dottorato è posto sui nuovi microrganismi benefici in viticoltura - afferma - si tratta di un dottorato multidisciplinare, a metà fra viticoltura e il dipartimento di microbiologia. A settembre mi recherò in Giappone all’Università di Waseda per imparare una tecnica di analisi molecolare di cui sono esperti. Successivamente in California, alla Davis, dove mi concentrerò sui vigneti».
E parlando di futuro, l’orizzonte è un’ipotesi. «Ho sempre fatto scelte ragionate pensando al futuro prossimo, con una scadenza non troppo lontana. Sono aperta a varie possibilità, ma per prima cosa devo portare a termine la mia ricerca di dottorato».
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