NEWS | Milano

Diritto internazionale pubblico e privato sotto la lente

15 maggio 2023

Diritto internazionale pubblico e privato sotto la lente

Condividi su:

Circa centocinquanta esperti, provenienti da una quindicina di Stati, si sono dati appuntamento il 5 e 6 maggio scorso nell’aula Pio XI della sede milanese dell’Università Cattolica per discutere delle sfide poste dai rapporti privatistici che si presentano collegati a due o più Stati. L’occasione è stato il convegno dal titolo “The Law of Treaties as Applied to Private International Law”, organizzato con il patrocinio della Società italiana di diritto internazionale e diritto dell’Unione europea (SIDI) e della European Association of Private International Law (EAPIL).

«Tanto nel campo degli affari come nell’ambito della famiglia le relazioni fra i singoli rivestono sempre più spesso una dimensione internazionale», ha spiegato il professor Pietro Franzina, docente della Facoltà di Giurisprudenza e direttore dell’Istituto di Studi internazionali dell’Università Cattolica e responsabile dell’organizzazione del convegno. «Le imprese comprano e vendono prodotti e tecnologie in paesi diversi dal proprio, gli individui mutano il loro orizzonte di vita da uno Stato all’altro, circolano i dati e le risorse finanziarie... Questa mobilità esige di essere regolata: i diritti acquisiti secondo la legge di uno Stato non possono cessare di esistere solo perché il loro titolare viene a trovarsi al di fuori di quello Stato, o perché entra in contatto con persone stabilite altrove. Serve certezza su quali siano, in questi casi, lo Stato le cui regole disciplinano i rapporti delle persone e delle imprese “mobili”. E serve certezza su quale sia lo Stato ai cui giudici occorre rivolgersi quando sorga una controversia su quei rapporti, che si tratti di recuperare un credito commerciale, di dirimere una lite fra eredi o di far dichiarare l’esistenza di un vincolo di filiazione. Il compito di fornire questa certezza è assolto da alcune norme specifiche: le norme di diritto internazionale privato. È a queste norme che ci si affida per mettere, per così dire, un po’ di ordine in un mondo giuridicamente plurale e complesso».


Il nodo da sciogliere dunque, ha continuato il professor Franzina, «resta capire chi debba scrivere le norme di diritto internazionale privato, cioè se vi debbano provvedere i singoli Stati, ognuno a modo suo, o se vada invece favorita la conclusione di apposite convenzioni, meglio se multilaterali, che dettino soluzioni condivise. La seconda opzione presenta ovviamente molti vantaggi. Ma, oltre ad essere difficile da mettere in pratica, il ricorso alle convenzioni internazionali suscita in questo campo alcune questioni solo in parte esplorate. Ad esempio, quali accorgimenti è bene prendere per far sì che le disposizioni di queste convenzioni siano interpretate allo stesso modo nei vari paesi, data la grande diversità delle culture giuridiche nazionali? E cosa è realistico fare per porre rimedio alle eventuali violazioni di queste convenzioni, commesse dalle autorità di uno Stato? E ancora, quali conseguenze produce sul funzionamento delle convenzioni di diritto internazionale privato l’insorgere di tensioni diplomatiche, se non di vere e proprie ostilità, fra gli Stati interessati?».

Un’articolata serie di risposte a questi e altri interrogativi è stata proposta nel quadro del convegno da alcuni dei più noti studiosi della materia, fra cui Catherine Kessedjian (Università Panthéon-Assas di Parigi), Paul Beaumont (Università di Stirling), Jan Klabbers (Università di Helsinki), Alex Mills (University College London) e Jan Wouters (Università Cattolica di Leuven, nonché titolare della Cattedra Giorgio Balladore Pallieri all’Università Cattolica di Milano).


Il dibattito ha coinvolto anche esperti di estrazione non accademica, come Andrea Schulz, dirigente del Ministero della Giustizia tedesco, e Hans van Loon, a lungo Segretario generale della Conferenza dell’Aja di diritto internazionale privato. Il convegno, strutturato in sessioni tematiche di tipo seminariale, pensate per favorire scambi rapidi e informali, è stato arricchito da interventi di giuristi di provenienza e profilo molti diversi: studiosi di lunga esperienza, come Sergio Carbone e Giorgio Sacerdoti (professori emeriti rispettivamente nell’Università di Genova e nell’Università Bocconi), giovani studiosi come Francesca Maoli (Università di Genova), Domenico Pauciulo (Università di Napoli) e Pierfrancesco Rossi (Università di Teramo), ed esponenti del mondo della diplomazia come Mario Oyarzabal, ambasciatore di Argentina nei Paesi Bassi e membro della Commissione del diritto internazionale delle Nazioni Unite.

Obiettivo della giornata di studio, ha precisato il professor Franzina, «è stato mettere a confronto approcci e saperi diversi. Il diritto internazionale è studiato, tradizionalmente, da due angolature diverse: quella pubblicistica, che privilegia i rapporti fra gli Stati e le dinamiche della società internazionale, e quella privatistica, che si interessa invece dei singoli e delle imprese, e di come i singoli ordinamenti statali si aprano l’uno all’altro per dare certezza e continuità ai loro diritti. Queste due prospettive vengono viste da molti come discipline separate, e la comunicazione fra i due campi è spesso difficile. Quando si parla di convenzioni multilaterali di diritto internazionale privato, tuttavia, distinguere i due piani è innaturale e problematico, perché quelle convenzioni sono allo stesso tempo dei prodotti del diritto internazionale pubblico e degli strumenti del diritto internazionale privato. Studiarle da una sola angolatura, ignorando l’altra, vorrebbe dire rinunciare a coglierne tutte le implicazioni. Da qui l’idea di far dialogare, nel convegno, specialisti dell’uno e dell’altro ramo, e di coinvolgere in quel dialogo anche chi – fuori dalle Università – ha a che fare quotidianamente con le convenzioni di cui si è parlato, e deve dunque mediare, sul piano pratico, fra i due saperi».


Ed è anche per questa ragione che si è fatto spazio nel convegno a una tavola rotonda finale, presieduta da Fausto Pocar (professore emerito dell’Università Statale di Milano), che ha coinvolto le principali organizzazioni internazionali a carattere governativo che si occupano di diritto privato e di diritto internazionale privato: la Conferenza dell’Aja di diritto internazionale privato, con il suo Primo Segretario Philippe Lortie, la Commissione internazionale dello stato civile (rappresentata dal suo segretario generale Nicolas Nord, l’Uncitral, ossia la Commissione delle Nazioni Unite per il diritto del commercio internazionale con Luca Castellani, l’Unidroit, presente con il suo Segretario generale Ignacio Tirado, e la Commissione europea rappresentata da Andreas Stein.

I responsabili scientifici del convegno - lo stesso professor Franzina, e i professori Stefania Bariatti, dell’Università Statale di Milano, Giacomo Biagioni, dell’Università di Cagliari, e Lorenzo Schiano di Pepe, dell’Università di Genova - sono al lavoro per trarre dall’incontro una raccolta di saggi.

Un articolo di

Redazione

Redazione

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti