Chiamato a introdurre l’incontro, Daniele Manca, vicedirettore del Corriere della Sera, stimola gli studenti che per l’occasione hanno gremito l’aula che si affaccia su via Lanzone. «In un recente articolo su The Atlantic, che vi consiglio di leggere, Megan Garber sostiene che noi viviamo già nel metaverso», racconta Manca. «Negli ultimi 20 anni in qualche misura la tecnologia, in particolare internet, ha destrutturato le comunità preesistenti creandone continuamente di nuove. Proprio per questo, abbiamo pensato fosse importante per il Corriere della Sera collaborare a un ciclo di incontri che faccia comprendere bene un fatto chiaro: oggi pensiamo di controllare la tecnologia e essere agli albori di una nuova era, ma in realtà ci siamo già dentro». L’assist viene subito raccolto dal professor Riva, che risponde con una app presente nella maggior parte degli smartphone in tutto il mondo. «Pensate a Instagram», dice Riva. «Il suo grande successo è legato anche al fatto che, su Instagram, è possibile essere diversi da se stessi. Mi riferisco per esempio ai filtri: ognuno di noi si sente imperfetto, e la possibilità di avere un doppio digitale dove l’imperfezione scompare è una tentazione molto forte. Uno degli obiettivi del metaverso è arrivare alla completa fusione tra il mondo fisico e quello digitale. Tra poco per ognuno di noi sarà possibile avere un gemello digitale. Il rischio è dare a quest’ultimo il compito di realizzare quello che non siamo stati o che non siamo nella nostra vita fisica. Per gli psicologi ci sarà molto da lavorare (sorride, ndr)».