A partire dagli spunti offerti dai testi della tradizione carmelitana (Cantico Spirituale – B, S. Giovanni della Croce) e francescana (Il Cantico di Frate Sole, S. Francesco d’Assisi) docenti, ricercatori e personale tecnico amministrativo dell’Ateneo hanno compiuto un’esperienza di ritiro presso il monastero Santa Croce a Bocca di Magra, Ameglia (SP) organizzato dal Centro Pastorale di Milano.
Il ritmo delle giornate trascorse, tra il 2 e il 4 maggio scorsi, è stato scandito da momenti di silenzio, preghiera e riflessione, alternati a convivialità e condivisione nella meravigliosa cornice ligure del Golfo dei Poeti e delle Alpi Apuane.
Partendo dal monastero carmelitano, salendo su per Montemarcello fino al borgo di Tellaro e terminando nella riviera di Levante a Lerici, la giornata di sabato è stata dedicata ad un’escursione con un percorso trekking di circa 3 ore e 30'.
Il gruppo ha vissuto in prima persona “quella fraternità universale che include ogni realtà creata e ne riconosce il valore e la bellezza, riflesso di quella del suo Creatore” come suggerito da fra Gianluca Zuccaro.
La fatica dell’itinerario (tra viottoli selciati, discese ripide, massi calcarei, muri a secco) e la bellezza del paesaggio, che tra flora e fauna tipiche del mediterraneo lascia intravedere il blu del mare in tutte le sue sfumature, hanno dato maggior ricchezza e pienezza alle parole e ai pensieri ispirati dai cantici di San Giovanni della Croce e di San Francesco, oggetto delle meditazioni guidate da don Lorenzo Mancini e fra Gianluca Zuccaro.
Domenica è stata l’occasione per concludere nello spirito della 101° Giornata per l’Università Cattolica che affida all’Ateneo il compito di laboratorio di speranza.
Perché un ritiro? Ci sono almeno una ventina di risposte a questa domanda, tante quante i partecipanti a queste giornate, e sono valide tutte.
Quella che forse può riunirle tutte, evidenziando meglio cosa è significato il tempo trascorso, la si trova alla voce mantenére, in prestito dall’enciclopedia Treccani:
lat. manu tenere «tenere con la mano»: 1. a. Tenere una cosa in modo che duri a lungo, rimanga in essere e in efficienza; è quindi spesso sinon. di conservare, ma mette più chiaramente in rilievo l’intenzione, l’opera, i mezzi volti a tal fine.
Un ritiro per fare manutenzione: provare a introdursi ad una scienza saporosa, per usare le stesse parole di S. Giovanni della Croce; ragionare su punti critici e punti di forza (personali, professionali, accademici e comunitari); prendersi per mano; mettersi in cammino e darsi la possibilità di cogliere una bellezza, a volte silenziosa ma sempre condivisa, che richiede a e per ciascuno un coinvolgimento pieno, in fatica, lavoro e sacrificio ma anche di cura, accompagnamento e affidamento.
I giorni trascorsi insieme hanno permesso di aprire gli occhi e, nello stupore e nella riconoscenza, vedere in modo assolutamente nuovo ciò che fino a poco prima sembrava essere conosciuto nel quotidiano.
La locandina che promuoveva l’iniziativa riportava: tre giorni di natura, amicizia e spiritualità.
E lo sono stati davvero.