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Suor Marta Arici, sempre e per sempre

17 novembre 2025

Suor Marta Arici, sempre e per sempre

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Ha un sorriso che contagia da sempre, una voce pacata, ma i suoi occhi sono ancora più luminosi dopo la professione perpetua tra le Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth domenica 9 novembre nella basilica di Sant’Arcangelo Tadini a Botticino Sera.

Suor Marta Arici, assistente pastorale della sede di Brescia, accanto a don Mauro Cinquetti, è felice «perché il Signore non mi fa mancare il suo amore».

Per lei è un ritorno a casa quello all’Università Cattolica, dove ha studiato per cinque anni Matematica con l’obiettivo di insegnare quella materia dura ai ragazzi delle scuole superiori. Ma il futuro aveva in serbo altri progetti per lei.

Cresciuta in una famiglia in cui ha imparato a conoscere Dio nel servizio della carità sin da bambina, grazie ai suoi genitori e alle sue due sorelle. Ha mosso i primi passi del suo cammino di fede nella parrocchia di Sant’Eufemia della Fonte, dove ha vissuto esperienze di fraternità e di fede, che ancora porta nel cuore.

Ma è solo nel 2012, dopo la laurea magistrale, che qualcosa nei suoi piani cambia.

«A seguito di un fatto tragico accaduto a un cugino, le domande e i perché di tutto questo a Dio si sono fatti più insistenti e ribelli. Ma grazie alla guida spirituale di una suora operaia, mi si sono aperti nuovi orizzonti, è apparsa una nuova luce, trasformando la mia rabbia in ricerca di senso».

Un articolo di

Antonella Olivari

Antonella Olivari

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La giovane laureata in Analisi, nell’agosto del 2014 inizia così un nuovo percorso con le Suore Operaie nella comunità di Passirano, in Franciacorta, dove tutt’ora risiede con altre sorelle e giovani che si stanno «interrogando sul senso della vita».

Ma la forma mentis ricevuta durante gli anni universitari caratterizzerà il suo nuovo modo di lavorare con i giovani e con le sorelle.

«Non è poi così raro, elencando i studenti compagni di facoltà come Giulia Manzoni che dopo il dottorato in fisica è entrata a far parte della Comunità di Bose, o prima di noi Davide Bellandi, e dopo Alberto Comini. Studiare matematica apre la mente all’infinito e sento che questo fa parte del mio cammino di fede; uno sguardo verso l’infinito per cercare sempre di più un senso che va oltre. Il passaggio biblico che mi ha accompagnata fin dall’inizio è Genesi XV, V, in cui Dio dice ad Abramo Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle. Tale sarà la tua discendenza».

E qui suor Marta ci vede i conti, i numeri, come una promessa che Dio fa sulla sua vita che è talmente grande che non si riesce a contare, che va oltre e questo sguardo lo deve alla matematica.

Dopo la promessa perpetua, suor Marta ritornerà in Cattolica per lavorare al Centro Pastorale per mettersi a disposizione dei giovani studenti.

«Stare con loro mi aiuta ad interrogarmi, a tenermi aperta alle sfide di oggi, a tenermi in moto e mi permettono anche di chiedermi come stare nel mondo come donna consacrata».

Oltre a questo, è impegnata nella pastorale giovanile e vocazionale e collabora con il seminario di Brescia, nella preparazione delle serate di spiritualità per i giovani.

«È bello, insieme con i sacerdoti, sperimentare di essere Chiesa, lasciandoci interrogare dalle nuove sfide, che, come donne consacrate, siamo anche noi chiamate a vivere. La professione perpetua non è la fine di un cammino: sono sicura che ci sono tanti tratti del volto del Signore ancora da scoprire e tante sorprese della creatività dello Spirito ancora da sperimentare! Sant’Arcangelo Tadini, il nostro fondatore, amava dire: Coraggio! Un’occhiata al cielo e avanti!».

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