
News | Nobel 2025
Pace in un mondo polarizzato
Il Comitato norvegese ha assegnato il Nobel per la Pace all'attivista venezuelana Maria Corina Machado. Commenta il premio Ignacio Fernando Lara (Aseri)
| Ignacio Fernando Lara
14 ottobre 2025
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L'ultimo Premio Nobel 2025 ad essere assegnato, quello per l'Economia, è andato Joel Mokyr, Philippe Aghion e Peter Howitt "per aver spiegato la crescita economica guidata dall’innovazione". Commentano il premio i professori Domenico Delli Gatti, direttore del CLE-Complexity Lab in Economics e Marco Vivarelli, Direttore del Dipartimento di Politica Economica.
di Domenico Delli Gatti
Il premio Nobel per l’Economia 2025 è stato attribuito a Joel Mokir, Philippe Aghion e Peter Howitt per i loro contributi fondamentali alla teoria della crescita economica. La teoria della crescita esplora le determinanti della tendenza di lungo periodo (secolare) alla crescita esponenziale del Prodotto Interno Lordo pro-capite, che si manifesta nelle economie avanzate a partire dalla Rivoluzione Industriale. La teoria contemporanea della crescita data convenzionalmente dai lavori pionieristici di Harrod e Domar negli anni ’40 del secolo scorso e si biforca, negli anni ’60, in due filoni, uno Post Keynesiano promosso e sviluppato da Nicholas Kaldor, Joan Robinson e Luigi Pasinetti (la cui ricerca, iniziata a Cambridge, si è dispiegata compiutamente nella nostra Università) e l’altro Neoclassico iniziato da Robert Solow, che ha conseguito il Nobel nel 1987 proprio per il suo contributo pionieristico alla teoria della crescita.
Il filone Post Keynesiano non ha avuto l’eco e la visibilità che meritava, mentre il secondo filone ha dato la stura a una letteratura, sia teorica che empirica, divenuta col tempo maggioritaria nella professione. Sin da Harrod Domar, comunque, il progresso tecnico è stato individuato come una variabile chiave per la spiegazione della crescita. Per Solow, il tasso di crescita del prodotto pro-capite è determinato dal progresso tecnico che accresce la produttività del lavoro, che però è esogeno, ossia non spiegato dal modello. Sin dagli anni ’80, questo approccio è stato considerato insoddisfacente e sono stati sviluppati modelli di crescita endogena (detta anche Nuova Teoria della Crescita) in cui la dinamica della produttività è legata a investimenti in capitale umano, processi di apprendimento (“learning by doing”), tecnologia a rendimenti crescenti. A questa letteratura Mokir apporta il contributo concettuale dello storico dell’economia interessato al ruolo della conoscenza scientifica e tecnica nello sviluppo economico. Aghion e Howitt, invece, si inseriscono in questa letteratura sotto il profilo squisitamento teoretico, proponendo un modello di crescita trainata dalla “distruzione creativa” generata dall’innovazione (basato su un’intuizione di Schumpeter).
Sebbene non rientri nella motivazione del Nobel, a chi scrive piace ricordare che Peter Howitt ha sviluppato vigorosamente anche altri filoni di ricerca – come spesso accade ai premi Nobel in Economia - tra cui un tipo pionieristico di modelli ad agenti (Agent Based Models) per lo studio dell’emergere dello scambio in economie con agenti eterogenei (approfondendo un’intuizione di Robert Clower). Quella dei modelli con agenti eterogenei è una delle aree disciplinari che il Complexity Lab in Economics (CLE) dell’Università Cattolica promuove e sviluppa. Come direttore del CLE, mi ritengo onorato di annoverarlo tra i membri del comitato scientifico.
Testi a cura di
di Marco Vivarelli
Il Nobel per l’economia 2025 è stato assegnato per il 50% allo storico economico Joel Mokyr e per la restante parte al duo di economisti Philippe Aghion e Peter Howitt, frequenti co-autori di importanti articoli e libri. Nelle motivazioni, leggiamo che gli studiosi sono stati premiati per aver sottolineato come l’innovazione e la “distruzione creatrice” costituiscano le forze trainanti della crescita economica e della diffusione del benessere.
Il termine “distruzione creatrice” fu coniato da Joseph Alois Schumpeter (1883 – 1950; uno dei maggiori economisti del ventesimo secolo) e si riferisce all’apporto congiunto di tecnologia ed imprenditorialità innovativa nel rinnovare il tessuto economico delle nazioni, favorendo l’emergere di nuovi prodotti, nuovi processi e nuovi settori.
Il grande merito di Mokyr, Aghion e Howitt è stato appunto quello di riportare al centro dell’analisi della crescita economica la scienza e la tecnologia, andando ben oltre il ruolo dell’aumento solo quantitativo dei fattori produttivi. Da storico, Mokyr ha sottolineato il ruolo del progresso scientifico e di una cultura pronto ad accoglierlo, mentre Aghion e Howitt si sono concentrati su modelli che prevedessero i necessari aggiustamenti di mercato indispensabili per il pieno dispiegamento del progresso tecnologico (per fornire un esempio, la ricomposizione della forza lavoro a favore delle nuove professioni richieste dalle nuove tecnologie).
Per queste ragioni, i premiati sono spesso definiti “neo-schumpeteriani”. Tuttavia, gli studi di Mokyr da un lato e Aghion-Howitt dall’altro sono lontani dalla complessa articolazione che contraddistingue sia l’opera di Schumpeter nel secolo scorso sia gli studi evolutivi contemporanei della scuola neo-schumpeteriana fondata da Christopher Freeman (1921 –2010). In un approccio autenticamente neo-schumpeteriano, la crescita economica non è determinata solamente dall’episteme, né tantomeno indotta dai soli aggiustamenti di mercato alle nuove tecnologie. Bensì, essa è il risultato di una continua dialettica che vede interagire scienza/tecnologia, mercati e istituzioni lungo “traiettorie tecnologiche” caratterizzate da path-dependency, cumulatività e irreversibilità. Queste proprietà dei processi di crescita non possono essere compiutamente analizzate tramite analisi riduzioniste (spesso abusate dagli economisti) che finiscono per trascurare proprio le caratteristiche essenziali dei processi innovativi, formalmente presentati come “chiave” dei modelli.
Effettuata questa precisazione, va sottolineato come il rigore e l’impatto degli studi dei tre premiati possano svolgere l’importante funzione di contribuire a focalizzare l’attenzione degli studiosi, degli operatori economici e dei policy makers sul ruolo cruciale di scienza e innovazione nel forgiare i processi di crescita economica e di diffusione di migliori standard di vita all’interno delle nazioni e tra nazioni.