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L’importanza di sapere dove soffia il vento

15 giugno 2024

L’importanza di sapere dove soffia il vento

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È la fonte di energia con minore impronta di carbonio e ha un impatto ambientale ridotto. Gran parte dell’energia del vento, però, resta inaccessibile all’uomo. In occasione della Giornata mondiale del vento - che si celebra in tutto il mondo il 15 giugno ed è organizzata dall’EWEA (European Wind Energy Association) e dal GWEC (Global Wind Energy Council) per promuovere l’energia del vento come fonte pulita e inesauribile. Angelo Finco, ricercatore del Dipartimento di Matematica e fisica “Niccolò Tartaglia” dell’Università Cattolica, campus di Brescia, fa un quadro della situazione attuale e delle possibili potenzialità future dell’energia eolica in Italia.



“…you don’t need a weatherman to know which way the wind blows…” così cantava Bob Dylan nella sua canzone Subterranean Homesick Blues nel lontano 1965. Nella realtà, sapere dove soffia il vento e con che intensità sono informazioni molto importanti che ci possono aiutare nell’installazione di nuovi impianti eolici e, quindi, nel processo di decarbonizzazione del nostro paese.

Attualmente in Italia l’energia eolica copre circa il 7.6 % del fabbisogno elettrico nazionale a fronte di una capacità di produzione intorno a 12 GW.  Il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) dell'Italia delinea gli obiettivi e le strategie del paese per la transizione energetica fino al 2030. Questo piano prevede un ruolo crescente per le energie rinnovabili, inclusa l'energia eolica, al fine di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e di riduzione delle emissioni di CO2, in particolare, per l’energia eolica si prevede di raggiungere i 20 GW di produzione entro il 2030, un obbiettivo decisamente ambizioso ma non impossibile.


Di sicuro l’energia eolica avrà un ruolo fondamentale per cercare di raggiungere la carbon neutrality, i vantaggi di questa fonte energetica sono importanti: a fronte di un investimento iniziale che può essere anche significativo, si può ottenere energia ad emissioni nulle di CO2 senza dover ricorrere ad alcun combustibile fossile. Tuttavia, non dobbiamo aspettarci di vedere pale eoliche ovunque in Italia in quanto in buona parte dell’Italia, in particolare al nord, si registrano valori medi del vento che non sono sufficienti ad azionare questi mulini moderni, come si può osservare dall’atlante dei venti prodotto da R.S.E. (Ricerca sul Sistema Energetico, uno dei principali enti di ricerca pubblici sull’energia in Italia).

Un altro aspetto da considerare è la difficoltà di far accettare questi tipi di impianti alla popolazione locale e ai fruitori di quelle zone. Infatti, gli impianti eolici hanno tipicamente dei buoni rendimenti nelle zone montane e costiere dove possono sfruttare le caratteristiche brezze di valle e le brezze di mare, in queste zone il paesaggio e il turismo giocano spesso un ruolo fondamentale per l’economia locale e gli impianti eolici sono spesso osteggiati. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di installare impianti off-shore, cioè centrali eoliche galleggianti situate a diversi chilometri dalla costa con un impatto nullo o quasi sul paesaggio e tipicamente una buona resa energetica, è notizia di pochi mesi fa la concessione della prima autorizzazione per un parco eolico a 35 km dalla costa della Sicilia. Proseguendo lungo questa strada, con molti altri impianti di questo tipo la decarbonizzazione del nostro paese potrebbe non essere impossibile.

 

 

 


Foto in alto di insung yoon su Unsplash

Un articolo di

Angelo Finco

Angelo Finco

Ricercatore Dip. Matematica e fisica “Niccolò Tartaglia” - Università Cattolica

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