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"Perché proprio a me?", la separazione vista dai bambini

17 ottobre 2024

"Perché proprio a me?", la separazione vista dai bambini

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"Perché proprio a me?": è la domanda che molti bambini si pongono quando vivono la separazione dei genitori.  Ed è anche il titolo del libro presentato da Carla Garlatti, Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza (AGIA), il 16 ottobre al Museo Maxxi di Roma, con l’intervento della Dottoressa Paola Cavatorta, Direttrice del Consultorio Familiare della Sede di Roma dell’Ateneo, e della Presidente della Sezione famiglia del Tribunale di Terni Monica Velletti.

«La separazione non è innocua per un bambino perché va a incidere sul suo bisogno di sicurezza. Fa emergere paure, interrogativi, incertezze e altri stati d’animo ai quali abbiamo voluto dare voce», ha detto la Dottoressa Garlatti. «Lo abbiamo fatto, in collaborazione con il Consultorio familiare dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, con una pubblicazione che contiene una selezione di disegni e frasi dei piccoli che hanno partecipato ai Gruppi di parola».

Ai presenti ha inviato un videomessaggio la Professoressa Raffaella Iafrate, Ordinaria di Psicologia sociale e Delegata del Rettore per le Pari Opportunità dell’Università Cattolica: «I Gruppi di parola – ha detto – sono stati e sono uno straordinario strumento di lavoro sul quale da anni in Università Cattolica si è introdotto lo studio, la sperimentazione e la formazione, grazie alla riflessione e alle attività portate avanti dal Centro di Ateneo di Studi e Ricerche sulla Famiglia e dal Consultorio Familiare di Roma, protagonista dell’incontro di oggi”. “Il volume che viene presentato – ha continuato Iafrate - è una toccante testimonianza del processo di elaborazione che i figli di famiglie separate sono chiamati ad affrontare; con parole e immagini sintetiche molto efficaci, esso affronta i temi principali del problema: il sentimento di colpa, la paura e il senso di ingiustizia, la lacerazione di sentirsi fra due genitori in conflitto, il processo di “adultizzazione” precoce e, soprattutto, il rischio di perdere la fiducia nei legami».

«Dall’esperienza con i Gruppi di parola abbiamo scelto le parole e disegni che raccontano i percorsi emotivi di molti bambini: la loro paura di perdere le relazioni più importanti, la fatica per adattarsi ai cambiamenti, ma anche cosa li aiuta a stare meglio e come mantengono o ritrovano fiducia e serenità» – così la Dottoressa Cavatorta, illustrando il progetto editoriale –. «Per gli adulti spesso è difficile ascoltare i bambini e prevale l’idea che sia meglio non parlare delle emozioni dolorose, così i bambini dimenticheranno più in fretta. Invece, “mettere parola” sull’esperienza della separazione aiuta ad affrontarla. L’idea del libro è nata dal desiderio di far conoscere cosa provano e cosa pensano i bambini per riattivare il dialogo con i genitori durante la riorganizzazione familiare, per aumentare in tutti gli adulti la capacità di riconoscere i bisogni affettivi dei bambini, per diffondere una cultura di attenzione alla cura dei legami».

«Grazie all’impegno dei protagonisti di questo progetto per portare a tutti la voce dei bambini più piccoli che, nel tempo, sono entrati anche nelle aule dei tribunali – ha detto la Dottoressa Velletti –. I minori entrano nelle aule di giustizia nelle separazioni giudiziali, dove la conflittualità è più elevata. E ci dicono proprio ciò che vediamo ben rappresentato in queste pagine, cercando di mantenere un’equidistanza affettiva dai genitori e un equilibrio spesso complesso”.

“La separazione può capitare e i genitori non vanno colpevolizzati né stigmatizzati. In tali circostanze è però fondamentale che la coppia faccia attenzione a non danneggiare i figli» ha concluso Garlatti -. «Mi auguro che questo libro, “fatto” dai bambini e dalle bambine e pensato per i genitori, possa aiutare questi ultimi a porre al centro i figli, per costruire una comunicazione nuova e positiva».

Le immagini del libro, selezionate dallo staff del Consultorio familiare da un repertorio di circa mille disegni, sono state inserite in un prodotto grafico che ha valorizzato l’espressività dei bambini. Ad accompagnarle i commenti elaborati dall’équipe del Consultorio.

 

Un articolo di

Federica Mancinelli

Federica Mancinelli

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"Perché proprio a me?", il libro

"Perché proprio a me? La separazione vista da bambini" è un’iniziativa promossa e finanziata dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, nata da un’idea di Paola Cavatorta: disegni e parole raccolti in oltre dieci anni di Gruppi di Parola del Consultorio familiare dell’Università Cattolica nella Sede di Roma che danno voce ai bambini, raccontano le emozioni che vivono, i dubbi e le domande che si fanno, spiegano come i figli affrontano le nuove realtà familiari.

Il libro è articolato in sei capitoli, che riprendono le fasi degli incontri dei Gruppi di Parola: 1. Mamma e papà si separano; 2. Come mi sono sentito, cosa ho pensato; 3. Litigi e conflitti; 4. I cambiamenti; 5. Le risorse; 6. Lettera ai genitori, con la premessa firmata da Carla Garlatti, e l’Introduzione di Paola Cavatorta.

Alla composizione del libro hanno contribuito Benedetta Carminati, Virna D’Antuono e Silvia Lofrese. Il progetto grafico e l’impaginazione sono stati curati da Antonella Abbatiello, illustratrice di numerosi libri per l’infanzia e film di animazione, e da Stefano Baldassarre, graphic designer e docente all’Accademia di Belle Arti di Roma che ha illustrato il progetto grafico-editoriale.

 

Che cos’è il Gruppo di parola

Il Gruppo di Parola è un intervento breve per i figli di genitori separati che offre a bambini e ragazzi la possibilità di parlare all’interno di uno spazio protetto condividendo emozioni e pensieri legati alla separazione. Attraverso la parola, il disegno e altre attività, l’esperienza nel gruppo di coetanei aiuta a trovare modi per dialogare con i genitori e a vivere più serenamente i cambiamenti. Il Gruppo di Parola è una risorsa per tutta la famiglia, che favorisce nei genitori il riconoscimento dei bisogni affettivi dei figli e sostiene i legami durante la riorganizzazione.

Nati in Canada negli anni ’90 per affrontare le interruzioni dei legami familiari dovute alla separazione, i Gruppi di parola sono stati introdotti in Italia dal 2005 grazie all’attività clinica e di ricerca delle équipe specializzate dell’Università Cattolica (Centro di Ateneo di Studi e Ricerche sulla Famiglia a Milano e Consultorio familiare a Roma) e dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori (Consultorio familiare a Napoli, oggi Fondazione Eos). Dal 2017 i progetti promossi dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza ne promuovono la diffusione.

Il Gruppo di parola comprende un incontro informativo rivolto ai genitori, quattro incontri di due ore a cadenza settimanale per 6-8 bambini o ragazzi e un colloquio familiare dopo la conclusione.

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