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Progetto Genesi, quattro mostre sulla condizione femminile

28 febbraio 2024

Progetto Genesi, quattro mostre sulla condizione femminile

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Sono storie di donne, come quella di Giulia Cecchettin o delle giovani iraniane, a ispirare la terza edizione di “Progetto Genesi. Arte e Diritti Umani”. La condizione femminile, declinata attraverso le opere e le vite delle artiste, è infatti il filo rosso che unisce le quattro mostre di questo «grande museo itinerante di arte contemporanea», così come lo definisce l’ideatrice e curatrice Ilaria Bernardi, nato con l’intento di approfondire con il linguaggio dell’arte temi come: la memoria di un popolo, l’identità multiculturale, le vittime del Potere, il colore della pelle, la tutela dell’ambiente.

Del resto, «il merito di quest’iniziativa è non solo coinvolgere il nostro territorio ma di parlare di diritti umani che mai come in questo periodo sono sfidati», afferma il prorettore dell’Ateneo Fausto Colombo durante l’incontro organizzato martedì 27 febbraio dall’Associazione Genesi, in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, per presentare tutte le novità che caratterizzano l’edizione 2024. E, tornando sul tema scelto quest’anno, il prorettore Colombo ribadisce: «Tutti abbiamo bisogno dello sguardo femminile», inteso come «principio di cura», secondo quanto scriveva una trentina di anni fa la femminista americana Joan Tronto. «Il prendersi cura degli altri è l’unico strumento che abbiamo a disposizione per intervenire in un mondo alle prese con la crisi climatica, l’emergere di nuove dittature, la fragilità della democrazia».

Da questo punto di vista, il linguaggio universale dell’arte può essere uno strumento formidabile per impegnarsi appunto alla cura dell’altro, alla difesa dei diritti, all’affermazione della libertà. E anche per avvicinare le persone all’arte contemporanea. Lo dimostrano i numeri raggiunti da “Progetto Genesi” nelle passate edizioni: basti pensare ai 43mila visitatori ottenuti con le esposizioni itineranti dell’anno scorso e ai 2mila workshop organizzati con le scuole. «Il successo raggiunto ci ha convinto ad andare avanti con questa iniziativa e a introdurre alcune novità, per esempio l’ampliamento ad altri Paesi e l’apertura a tematiche differenti», spiega Letizia Moratti, presidente dell’Associazione Genesi. Ne sono una testimonianza «l’artista armena Anna Boghiguian, che descrive il forte legame con le sue radici, l’irachena Nadira Azzouz, che racconta l’invasione del suo Paese, o la polacca Małgorzata Mirga-Tas, di origini rom, che porta con sé una visione bucolica del popolo di provenienza».

 

 

 

Nuovi artisti, ma anche nuovi temi. Per esempio, il diritto alla democrazia e all’istruzione espressi nella “cancellatura” de “Il discorso di Pericle” di Emilio Isgrò, o anche la fragilità dei giovani immortalata da “Two boys smoking in Central Park”, l’istantanea della fotografa Diane Arbus.

In particolare, «rispetto agli scorsi anni, le mostre di questa edizione saranno incentrate su tematiche tutte diverse l’una dall’altra, ma comunque viste da una prospettiva femminile», chiarisce la curatrice Bernardi. Inoltre, «proprio perché abbiamo l’obiettivo di raggiungere standard museali sempre più elevati, accanto alle opere esistenti se ne aggiungono altre prese in prestito da importanti musei e collezioni private». In più «nella terza tappa “Progetto Genesi” si fa committente esponendo a Torino una grande video installazione commissionata all’artista Binta Diaw sul tema di donna e migrazione, creata durante una residenza in Senegal e sostenuta dall’Istituto Italiano di Cultura di Dakar».

Insieme a Binta Diaw (Milano, Italia, di origini senegalesi, 1995), le altre tre artiste scelte che, attraverso le loro opere racconteranno il corpo e le esperienze delle donne in differenti contesti geografici e sociali, sono: Simone Fattal (Damasco, Siria, 1942), Shirin Neshat (Qazvin, Iran, 1957); Monica Bonvicini (Venezia, Italia, 1965).

Nella prima mostra, a Gubbio dal 1° marzo al 7 aprile, l’esposizione su Simone Fattal fungerà da intermezzo tra una sezione, costituita dalle più importanti opere della Collezione dedicate al tema della condizione femminile già presentate nelle prime due edizioni di Progetto Genesi, e una diversa sezione composta da 15 nuove acquisizioni entrate nella Collezione Genesi nel corso del 2023 e presentate a Gubbio per la prima volta. Tra loro figurano: Diane Arbus (New York, USA, 1923-1971), Nadira Azzouz (Mosul, Iraq, 1927 – Londra, UK, 2020); Anna Boghiguian (Il Cairo, Egitto, 1946); Yoan Capote (Pinar del Río, Cuba, 1977); Binta Diaw (Milano, Italia, 1995); Irene Dionisio (Torino, Italia, 1986); Petrit Halilaj (Kostërrc, Skenderaj-Kosovo, 1986); Shadi Harouni (Hamedan, Iran, 1985); Emilio Isgrò (Barcellona Pozzo di Gotto, Messina, Italia, 1937); Patricia Kaersenhout (Den Helder, Amsterdam, Paesi Bassi, 1966); Elena Mazzi (Reggio Emilia, Italia, 1984); Małgorzata Mirga-Tas (Zakopane, Polonia, 1978); Francis Offman (Ruanda, 1987); Silvia Rosi (Scandiano, Italia, 1992), Sebastião Salgado (Aimorés, Minas Gerais, Brasile, 1944).

Nella seconda mostra, agli Horti del Collegio Borromeo di Pavia, dal 4 maggio al 2 giugno, l’approfondimento su Monica Bonvicini sarà introdotto da un nucleo di opere della Collezione Genesi legate al tema dell’ambiente, realizzate prevalentemente da artiste donne.

Nella terza mostra, alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, dal 20 giugno al 13 ottobre, sarà la volta della video installazione firmata da Binta Diaw.

Infine, nella quarta mostra, a Palazzo Arese Borromeo di Cesano Maderno, dal 27 settembre al 1° dicembre, il focus su Shirin Neshat sarà introdotto dall’esposizione dell’intera Collezione Genesi a oggi costituita da 67 opere.

A contraddistinguere “Progetto Genesi” è anche la sua forte missione educativa, articolata in un ricco programma di visite guidate e workshop, inclusivi e partecipativi, in presenza nelle sedi espositive, destinati a bambini, ragazzi e adulti realizzati in collaborazione con Università Cattolica, FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano, Fondazione Gariwo, la foresta dei Giusti, e RFK Human Rights Italia. Completa il quadro la pubblicazione di un terzo catalogo, che va ad aggiungersi ai due precedenti, dedicato alle collezioni esposte e pubblicato dalla casa editrice SilvanaEditoriale.

E proprio la condizione femminile, fil rouge di “Progetto Genesi”, sarà al centro dell’evento di venerdì 22 marzo dal titolo: “Rompere le barriere, costruire il futuro: una riflessione sulla violenza pubblica contro le donne”, in programma alle ore 15.00 nella Sala Negri da Oleggio. All’iniziativa, realizzata in collaborazione con il Comitato per le Pari opportunità dell’Università Cattolica, parteciperanno i professori Claudia Manzi e Luca Milani, rispettivamente docenti di Psicologia sociale e Psicologia della violenza di genere. Il dibattito, moderato dalla vicedirettrice La Stampa Annalisa Cuzzocrea, sarà introdotto dai saluti istituzionali di Raffaella Iafrate, pro-rettore e delegato per le Pari opportunità dell’Ateneo, e da un intervento di Ilaria Bernardi.

Un articolo di

Katia Biondi

Katia Biondi

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