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Giorgio Rocca in Unicatt: «Sciare è un gesto musicale»

29 maggio 2023

Giorgio Rocca in Unicatt: «Sciare è un gesto musicale»

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«Metodo, strategia e fiducia: sciare è un gesto musicale, ci deve essere armonia in quello che fai, combinando le energie e le forze, allenate in modo costante dai maestri giusti» a parlare è il campione del mondo di sci Giorgio Rocca, vincitore di undici gare di Coppa del Mondo, di una Coppa del Mondo di specialità e di tre medaglie iridate, special guest dell’evento finale del progetto di orientamento professionale MyMentor edizione 2022-23, che ha raccontato la sua esperienza agli studenti «Lo sport, lo sci in particolare, è un mix di capacità tecnico-sportive e di intelligenza emotiva. Componenti che devono collimare perfettamente nel momento della gara: con il bastone fuori dal cancelletto ci sei tu e sei il solo a poter gestire il tuo destino. Più sei allenato e capace di sopportare il pregara, meglio riesci a performare. Ecco, questo vale anche nello studio, nel lavoro e nella vita».

In apertura dei lavori, coordinati da Fabrizio Capocasale e da Giuseppe Ghittoni, del comitato scientifico di MyMentor, i presidi Anna Maria Fellegara, per la Facoltà di Economia e Giurisprudenza e Marco Trevisan, per Scienze agrarie alimentari e ambientali, nel loro saluto hanno ribadito che «il progetto è direttamente incardinato nel nostro modello formativo ed educativo, ed è coerente con le nostre scelte didattiche; un’esperienza lunga otto anni che dimostra energia  crescente e merita di essere coltivata per trasformarsi in qualcosa di sempre più legato alle esigenze del mercato, come ha saputo fare in questi anni grazie a un’esperienza ormai consolidata, che consente un più proficuo e consapevole inserimento nel mondo del lavoro».

Un articolo di

Sabrina Cliti

Sabrina Cliti

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«Insistere, persistere, mai desistere, avendo sempre davanti un obiettivo chiaro. E poi, sognare. È necessario - ha ribadito Rocca - nello sport, come nella vita, rialzarsi subito dopo le cadute, analizzare i propri errori, trarne lezione e ripartire, evitando di ripeterli. Bisogna - ha detto - adattarsi ai cambiamenti tecnologici, alle situazioni; io l’ho saputo fare avvalendomi per primo, di un mental coach come Beppe Vercelli, con Claudio Ravetto per la parte sci e Roberto Manzoni per la parte fisica. Fino a fine carriera sono rimasto con loro per poter ottenere il meglio e soprattutto per conseguire una continuità sia per obiettivi, che per strategia. Che poi è il ruolo che un mentor ha per gli studenti che si affacciano al mondo del lavoro».

Le testimonianze di alcuni Mentor (molti hanno studiato in Cattolica) e Mentee e la presentazione degli esiti del focus group da parte della professoressa Roberta Virtuani hanno concretizzato il valore dell’esperienza, rendendo tangibile il tipo di relazione di supporto (reciproco) che si viene a creare: «Oltre 500 studenti e 150 Mentor in 8 anni (solo questa'anno si sono abbinati tra Piacenza e Cremona 110 Mentee + 110 Mentor), in un incrocio virtuoso di non facile quadratura sulla carta, ma riuscito a pieno nella realtà. I numeri di MyMentor sono consolidati e consentono di capirne valori e portata» ha detto Ghittoni, laureato della Cattolica e Mentor. «Studiare in Cattolica mi ha insegnato che deve essere formata la persona prima ancora dello studente: credo sia questo il quid in più che mi ha dato la “mia” università e che oggi consente a me e ai miei “colleghi” di creare una relazione immediata con il mentee». 

L'iniziativa, così come l'intero progetto MyMentor, si avvalgono del prezioso supporto di Alumni Cattolica e di Associazione Necchi.
 

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