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Dual Career, ecco perché studiare e fare sport è un'idea che vince

24 dicembre 2025

Dual Career, ecco perché studiare e fare sport è un'idea che vince

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C’è un’idea vincente dietro i numeri che raccontano il successo del programma Dual Career, con il quale l’Università Cattolica del Sacro Cuore favorisce le condizioni necessarie per rendere l’impegno agonistico degli studenti-atleti sempre più conciliabile con la carriera universitaria. È l’idea che «si creino legami e relazioni che aiutino le persone non soltanto a sentirsi meglio ma anche a trarre occasioni di crescita e di scoperta di sé», perché «la mission è fare crescere le persone, che è poi l’obiettivo centrale della nostra università». L’ha sintetizzata benissimo Emanuela Confalonieri, direttrice dell’Alta Scuola di Psicologia Agostino Gemelli (Asag), durante la presentazione dell’ottava edizione del programma dedicato alle studentesse e agli studenti di tutte le sedi dell’ateneo che fanno sport ad alto livello. 

L'apprendimento al centro

«Questo programma è partito pionieristicamente otto anni fa e fin dall’inizio ha messo al centro l’apprendimento, cercando di rendere consapevole chi vi partecipa del fatto che ciò che si apprende nel mondo dello sport sia molto utile anche nella vita professionale e personale» ha aggiunto Mario Gatti, direttore della Sede di Milano e dell’Area Ricerca e Sviluppo dell’Università Cattolica, che ha voluto ringraziare il team che da quasi un decennio lavora all'organizzazione e alla comunicazione del programma. «La forza di questo progetto è soprattutto nel servizio individualizzato di accompagnamento, orientamento e monitoraggio del percorso accademico» ha proseguito la professoressa Confalonieri. «Grazie alla loro doppia carriera, gli studenti-atleti acquisiscono competenze di vita». 

Un articolo di

Francesco Berlucchi

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I numeri e i risultati della Dual Career

I numeri che premiano l’idea, invece, li ha raccontati Chiara D’Angelo, coordinatrice del programma ideato dalla professoressa Caterina Gozzoli, coordinatrice scientifica di Cattolicaper lo Sport. «Quest’anno abbiamo ricevuto 99 candidature, il numero massimo dalla nascita di questo progetto. Ci sono 36 nuovi studenti-atleti, che vanno ad unirsi a quelli già in corso, 94 in totale» ha spiegato D’Angelo. «Dalla sua nascita, nell’anno accademico 2018-2019, vi hanno partecipato 207 studentesse e studenti e sono state conseguite 106 lauree. Tra gli studenti-atleti oggi in corso, sono rappresentati ben 35 sport, 11 Facoltà e tutti i cinque campus dell’ateneo». 

Tra i tanti risultati sportivi ottenuti nell’ultimo anno, citati dalla professoressa D’Angelo, ci sono lo scudetto, nel campionato di Serie A di basket in carrozzina, conquistato da Niccolò Tommaselli, la medaglia d’argento agli Europei di pattinaggio artistico a rotelle di Alessandro Bozzini, il bronzo a squadre agli Europei di taekwondo indossato da Gao Li He, la medaglia d’oro alle Universiadi vinta da Elena Sali nel canottaggio, nel doppio femminile con Sara Borghi, e i Mondiali juniores di pattinaggio di figura dominati da Noemi Tali con Noah Lafornara.

«È davvero un onore essere qui per l’ottavo anno di fila» ha detto Alessandro Castelli, presidente del CUS Milano. «Il vostro programma non solo è cresciuto ed è di grande qualità, ma è anche un esempio per molti altri atenei. Lo dicono le statistiche: i migliori atleti sono anche bravi studenti. Alle volte il percorso di studio è più lungo, ma è ancora più prezioso. La Dual Career dell’Università Cattolica privilegia proprio questo aspetto. Non ci sono percorsi di favore, viene dato un supporto affinché sport di alto livello e studio siano più conciliabili. Il massimo, lo abbiamo visto durante gli appuntamenti internazionali come le Universiadi, sarebbe consentire agli atleti gli esami a distanza quando hanno competizioni di questo genere».

Le borse di studio

Ben dieci borse di studio assegnate: a Erika Saraceni, Mariella Viale, Carla Trippa Puerta e Elena Agostinelli vanno le borse previste dal bando Dual Career. A Nicholas Annino, Laura Finelli, Vittorio Magni e Carolina Zampieri la Commissione Dual Career ha stabilito di erogare quattro ulteriori borse di studio per meriti speciali, grazie a un contributo del Comitato per lo sport universitario dell’Università Cattolica. Ad Alessandro Bozzini e Carlotta Ferrari, infine, le borse di studio finanziate direttamente dal CUS Milano.

Prima la tesi, poi le Deaflympics

L’incontro si è concluso con il dialogo tra Chiara D’Angelo, Giulia Bassini, tennista, neolaureata nella magistrale in Banking and Finance, e Giorgio Rondelli, ex mezzofondista e allenatore di atletica leggera, tra gli altri, di Alberto Cova, campione olimpico, mondiale ed europeo nei 10000, e di Francesco Panetta, campione mondiale ed europeo nei 3000 siepi. «Ho frequentato la triennale in un altro ateneo, qui ho trovato la Dual Career più completa, è stata un aiuto eccezionale» ha spiegato la 24enne, che ha appena disputato le Deaflympics a Tokyo, i Giochi organizzati dal Comitato internazionale degli sport dei sordi. «Ho avuto tante difficoltà, soprattutto durante la sessione d’esami estiva che combaciava con i Campionati europei e mondiali. Ma alla fine ce l’ho fatta, e ho preparato la tesi sul trust pensando soprattutto a una gestione consapevole dei patrimoni degli atleti professionisti».

«Iniziai a fare atletica quasi per caso, quando feci una campestre con il liceo classico Carducci di Milano e fui notato da un dirigente della Pro Patria che mi chiese se mi sarebbe piaciuto andare al Giuriati a fare atletica» ha aggiunto Rondelli, che non ha mai perso la voglia di allenare, nemmeno dopo 55 anni a bordo pista. «Un allenatore dev’essere se stesso, dev’essere autorevole, dev’essere severo ma giusto con tutti. Nella mia carriera ho perso tante battaglie ma poche guerre, perché ogni lunedì torno a guardare con serenità ciò che è successo, pensando a come reagire». 

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