Video | parola ai giovani

L'Umanesimo della parola di Giovanni Caccamo

"Mentalità", "sogno", "paura". Sono tante le parole emerse dal dialogo tra gli studenti dell’Università Cattolica e il cantautore Giovanni Caccamo. Il suo progetto “Parola ai giovani” ha fatto tappa anche tra i chiostri di Largo Gemelli grazie all’iniziativa del Centro Pastorale dell’Ateneo: l’obbiettivo è quello di dare voce ai ragazzi e alle loro istanze creando così un Manifesto del Cambiamento che sarà consegnato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e a Papa Francesco.

Il cantautore, che proprio per questo motivo ha intitolato il suo ultimo album “Parola”, ha dialogato con gli studenti nell’aula Pio XI del campus milanese della Cattolica, alternando momenti di racconto della sua esperienza personale a vere e proprie domande ai ragazzi presenti. Assieme a Caccamo erano presenti monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale d’Ateneo, Fausto Colombo, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, e Gianni Sibilla, direttore didattico del Master in Comunicazione Musicale dell’Alta Scuola in Media e Spettacolo della Cattolica.

«Servono parole che sappiano andare in profondità per porre fondamenta solide su cui costruire il futuro – ha sottolineato monsignor Claudio Giuliodori, durante l’incontro con il musicista scoperto da Franco Battiato-. Questo progetto è un modo originale per partecipare a quel cambiamento d’epoca a cui ci richiama il Santo Padre».

È una curiosa coincidenza che il progetto cada proprio a 110 anni dalla pubblicazione del Manifesto Tecnico della letteratura futurista. Il movimento culturale di Marinetti e Palazzeschi puntava destrutturare il discorso, togliendo centralità alla parola: «Nell’epoca dei social dove tutti hanno voce – ha commentato il docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi Fausto Colombo – è lodevole un progetto come questo, basato sull’ascolto. È il modo migliore di dare senso alla comunicazione».

Quando Sibilla gli ha chiesto come mai avesse scelto di puntare sulla parola quando ormai il driver principale della musica sono i video Caccamo ha voluto sottolineare che «sapere di poter acceder alla vita delle persone con una stories di Instagram ci illude di avere le persone accanto a noi. È un grande inganno, come il “mega Io” che ci hanno posizionato sopra la testa e che genera in noi aspettative enormi che però ci rendono infelici. Io ho trovato serenità dandomi la giusta dimensione, ricordandomi ogni giorno di essere una formica. Questo non significa deresponsabilizzarsi ma darsi valore, come un piccolo essere umano in cammino nella grande giostra della vita».

13 maggio 2022

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