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Il privilegio di non smettere di imparare

11 marzo 2022

Il privilegio di non smettere di imparare

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C’è il manager della pubblica amministrazione che deve rispondere alle nuove esigenze degli enti centrali e locali di innovarsi, semplificarsi e incrementare la digitalizzazione. C’è la preside di un istituto che si rivolge all’Università per cogliere gli spazi di miglioramento nel settore della scuola. C’è l’operatore di un ente no-profit che chiede di imparare una modalità più manageriale di gestire la propria comunità. E c’è molto di più. Perché la Formazione continua non è solo un’opportunità. Oggi è divenuta esigenza, un vantaggio concreto. È l’impellenza di non smettere mai di imparare, di non rimanere fermi in balia dell’onda lunga delle trasformazioni che stanno avvenendo sotto i nostri occhi. Già, perché non è più possibile pensare di vivere di rendita con quello che si è appreso negli anni della giovinezza, fosse anche attraverso una formazione universitaria di buon livello. Il temine anglosassone Lifelong learning non lascia spazio al dubbio: l’apprendimento è un processo che si sviluppa lungo l’intero arco della vita, superando i vincoli di tempo e di spazio. Come spiega in questo video Mario Molteni, delegato del Rettore ai rapporti con le imprese.

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Redazione

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Le modalità per aumentare conoscenza e competenze oggi sono innumerevoli. Lo si fa per interessi personali, ma anche per motivi professionali. E i vantaggi sono tanti. La Formazione continua favorisce l’inclusione, la partecipazione attiva nei contesti istituzionali, la competitività, la possibilità di innovazione e di sviluppo, l’impiegabilità all’interno del mercato del lavoro. La società in cui viviamo si nutre di cambiamenti, spesso radicali. Perciò aggiornare costantemente i propri saperi è il fondamento su cui sostenere la propria posizione occupazionale e costruire il proprio sviluppo intellettuale. Come ha scelto di fare per sé e per il suo istituto Federica Broggi, coordinatore della scuola secondaria di primo grado all’Istituto Pavoni di Tradate, partecipando a uno dei percorsi formativi proposti da Cattolicaper la Scuola: uno dei tavoli di lavoro nati all’Università Cattolica a servizio di cinque settori di importanza cruciale. La pubblica amministrazione, lo sport, il terzo settore, il turismo e, appunto, la scuola.

Se è chiaro che non ci può essere un investimento senza guadagno, frequentare un corso di alta formazione porta sicuramente con sé diversi benefit. Alcuni sono meno evidenti, meno immediati. Ma non per questo meno importanti. Per esempio, il realismo, la capacità di rendersi conto dei propri bisogni. E di mettersi in moto per colmare le lacune individuate. Questa consapevolezza va di pari passo a un’altra capacità, scoperta o ritrovata: la disponibilità di imparare a imparare. Seguire una guida – un docente, un formatore – e partecipare a un contesto relazionale centrato sullo scopo – una classe, un gruppo di professionisti – mette a frutto capacità di apprendimento e di sviluppo personale che in molti casi giacciono sopite. È capitato così a tre persone apparentemente molto diverse tra loro: Livia Ceccarelli, medico chirurgo in pensione, Lorenzo Matino, avvocato, e Federica Gurrieri, giovane attrice. Sono loro stessi a raccontarlo in questo podcast.

Un altro vantaggio è la proattività. La Formazione continua sviluppa l’imprenditività, accresce la capacità di iniziativa e di prendere decisioni, di assumersi rischi. L’abilità di essere creativi, di produrre innovazione non solo a livello tecnologico ma anche sociale e culturale. È il caso di Agostino Circella, funzionario nello staff del direttore della Ragioneria territoriale dello Stato di Milano e di Monza e Brianza, il cui compito è semplificare e digitalizzare tutti i servizi di competenza vincendo una certa resistenza al cambiamento da parte della PA. Oppure, spostando lo sguardo verso il Terzo Settore, di Giovanni Lucchini, presidente del consorzio Farsi Prossimo, una cooperativa sociale con lo scopo di sviluppare servizi socio-educativi.

LEGGI L'INTERVISTA AD AGOSTINO CIRCELLA

Un’altra competenza che viene favorita dalla Formazione continua è l’abilità di comunicare in modo efficace: saper differenziare il tone of voice sulla base dei differenti pubblici di riferimento e nei diversi contesti; fare attenzione non solo alla dimestichezza nel linguaggio, ma anche alla padronanza dei contenuti e degli strumenti, in gran parte digitali. La pandemia ha forzatamente accelerato il processo di transizione al digitale, portando a significative trasformazioni nei modi di comunicare, di lavorare, di viaggiare, di gestire la vita quotidiana. E di formarsi.

Avviene così anche nella sanità, dove il digitale è cruciale per il servizio sanitario. Proprio per questo l’esigenza di una formazione continua di alta qualità va di pari passo con le innovazioni, che riguardano sia i profili normativi sia gli aspetti più tecnici, quelli economici e perfino ingegneristici. Al contempo la medicina è caratterizzata da una continua evoluzione della conoscenza. Si evolve in continuazione, segue le nuove tecnologie, e la Formazione continua diventa una necessità assoluta.

Come spiegano nel podcast Americo Cicchetti, direttore dell’Alta Scuola di Economia e management dei sistemi sanitari e Antonio Gasbarrini, direttore del Dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche, la pandemia ha accelerato il cambiamento in atto, portando alla luce alcune criticità, a partire dalla consapevolezza dell’effettiva necessità di formarsi lungo tutto l’arco della vita.

Una consapevolezza che ancora oggi non sempre è presente. Eppure, il Lifelong learning rappresenta un bisogno ancor più cogente nei periodi di discontinuità come quello che stiamo vivendo. Proprio per questo non smettere mai di imparare è più che mai un privilegio. All’Università Cattolica la Formazione continua.

 

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