Maria Dutto ritorna in Cattolica: è questa la sensazione che ha caratterizzato la presentazione della sua biografia “Maria Dutto: una storia al femminile. Donna, cattolica, milanese” (Edizioni In Dialogo) scritta da Giorgio Vecchio, già professore di Storia contemporanea presso l’Università di Parma, l’Università Cattolica e l’Università IULM di Milano, che ha visto la presenza in Università di tante persone che l’hanno conosciuta di persona o per fama.
Si è trattato di un ritorno perché la vita di Maria Dutto (1929 – 2020) si è svolta per buona parte in Università Cattolica, dove ha lavorato dal 1960 al 1984, e in ambienti omogenei con l’Ateneo come l’Azione Cattolica, della quale fu presidente diocesana dal 1976 al 1983, collaborando strettamente con il cardinal Carlo Maria Martini, e le Missionarie della Regalità.
Gli anni in Cattolica furono anni difficili, caratterizzati dalla contestazione studentesca a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. Qui collaborò direttamente con i rettori Francesco Vito (per un breve periodo), Ezio Franceschini (1965-1968) e poi più a lungo con Giuseppe Lazzati (1968-1983). Per un solo anno lavorò con il rettore Adriano Bausola.
Il settore che guidava era quello dell’Ufficio Propaganda (stessa dizione degli anni di Armida Barelli), la struttura che aveva il compito di coltivare e implementare le relazioni con il mondo cattolico italiano a sostegno dell’Università. Si trattava di un settore che richiedeva mezzi e mentalità adeguate ai nuovi tempi oltre che di rimotivare il mondo cattolico dato che la contestazione studentesca aveva alienato le simpatie della gente verso l’Ateneo dei cattolici italiani. Difficoltà analoghe incontrava anche nel rinnovamento conciliare, che caratterizzava gli anni Sessanta e Settanta, negli ambienti di Azione Cattolica sia nella Diocesi ambrosiana sia a livello nazionale nel suo ruolo di consigliera nazionale.
Da ricordare anche la sua attenzione alla promozione della donna: dal 1972 animò il “Gruppo Promozione Donna”, espressione di un “femminismo cristiano” di dialogo con donne di opinioni anche diverse. Negli anni della pensione si dedicò al rilancio dell’Opera Impiegate, istituto voluto da padre Gemelli nel 1912 per venire incontro alle esigenze delle donne che, provenendo da paesi lontani, giungevano a Milano per esigenze lavorative.
Su queste vicende di vita si sono confrontati i relatori che sono intervenuti a presentare il volume, moderati da Alessandro Zaccuri, direttore Comunicazione dell’Università Cattolica, il quale ha invitato a ritrovare nel volume i temi dell’ascolto, del cammino, della sinodalità e della speranza.
È toccato a Maria Bocci, docente di Storia contemporanea, inquadrare il cristianesimo cristocentrico della Dutto, vissuto nella quotidianità, nella storia plurisecolare ambrosiana, ricca di figure esemplari dedite ad incarnare la fede nel contesto del momento caratterizzato da una società civile vitale ma dove il ruolo della donna, anche nel mondo cattolico, era considerato subalterno. Maria Dutto riuscì a creare un protagonismo femminile che anticipava il concetto di corresponsabilità laicale che verrà fatto proprio dal Concilio Vaticano II. «La Dutto rappresenta una pagina di storia al femminile dell’Università Cattolica che ha contribuito a farla funzionare grazie alla fiducia nella libertà, alla fede solida nella Provvidenza e alla convinzione che un destino di bene ci accomuna tutti».
Il legame della Dutto con l’Azione Cattolica ambrosiana è stato ripreso dall’attuale presidente diocesano, il giornalista Gianni Borsa, il quale ha testimoniato come sia ancora avvertita in associazione quale presenza viva, stimata, amata. «La sua figura vivida, simpatica, appassionata, dalla schiettezza travolgente, è stata caratterizzata dalla coerenza che ha accompagnato tutta la sua vita e dall’attenzione al tema della formazione alla fede e alla vita laicale. Guardava con simpatia il tempo che viveva lasciandosi chiamare in causa. Il suo monito per l’oggi è quello di farci capire da tutti e non ritenere di avere la verità in tasca. La Chiesa è in ascolto del carisma femminile e figure come Maria ce lo ricordano».
Questa determinazione Maria Dutto l’ha avuta anche nel suo impegno lavorativo in Università Cattolica sulla scia di Armida Barelli, come ha ricordato Mirella Ferrari, professore emerito dell’Università Cattolica, che ha ricostruito l’attività presso l’Ufficio Propaganda nella promozione della Giornata Universitaria, dei Centri di Cultura e dei Corsi di Aggiornamento che iniziarono a tenersi in varie città italiane, inventando modi nuovi di contatto con il mondo cattolico in stretto collegamento con il rettore Giuseppe Lazzati e il direttore amministrativo Giancarlo Brasca.
Ad aggiungere qualche nota sulla personalità di Maria è stato, al termine dell’incontro, l’autore Giorgio Vecchio il quale, avvalendosi di qualche aneddoto, ha tratteggiato la sua figura non sottacendone le sofferenze come quella in occasione della contestazione del Sessantotto e sottolineando come «la sua fede non era fatta di slogan, di pronunciamenti o di proclami».