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Michele Grillo, l’economista attento al bene di tutti

05 luglio 2024

Michele Grillo, l’economista attento al bene di tutti

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“Nei suoi lavori è costantemente presente una viva attenzione per gli effetti sociali, le decisioni economiche individuali e per il tema dei rapporti tra economia ed etica”. È un passaggio della delibera con cui il consiglio di Facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative, presieduto dall’allora preside Benito Vittorio Frosini, il 27 ottobre del 1994 decise di chiamare Michele Grillo a ricoprire la cattedra di Economia politica.  

E del resto l’attenzione alla comunità e al bene della collettività ha contraddistinto non solo l’intera attività accademica e scientifica dell’economista della Cattolica, ma anche quella istituzionale che lo ha portato tra il 1997 e il 2004 a ricoprire la carica di Componente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Impegni pubblici che il professor Grillo ha saputo sempre ben combinare con la docenza di Economia politica, prima, nella Facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative, dove ha insegnato per dodici anni, poi, in quella di Giurisprudenza dal novembre 2016 a oggi.

A ripercorrere le tappe salienti della «brillante» carriera di Michele Grillo, laureato all’Università Bocconi e con alle spalle un periodo di perfezionamento a Cambridge, è stata una giornata di studio in suo onore che venerdì 10 maggio ha raccolto nella Sala Negri da Oleggio colleghi, amici, allievi provenienti da diversi atenei per omaggiare il docente che tanto ha fatto per l’Università Cattolica e per il Paese. «I sentimenti di riconoscenza che abbiamo nei confronti di Michele Grillo sono legati non solo alla sua attività scientifica e didattica, ma anche alla sua visione filosofica, capace di cogliere problemi, alla sua umanità», ha detto il preside della Facoltà di Giurisprudenza Stefano Solimano, avviando i lavori della giornata, articolata in tre sessioni dedicate agli interessi di ricerca dell’economista.

«Si è sempre distinto per grande dedizione, passione, approfondimento», ricevendo per questo «apprezzamento da parte degli studenti nei suoi due insegnamenti di Economia politica e Politica economica», ha fatto eco la professoressa Elena Beccalli, dal 1° luglio Rettore dell'Ateneo. E ha aggiunto: «Molto ampia è stata la sua produzione scientifica che va dall’economia industriale agli studi in ambito bancario fino ad arrivare alla fase in cui si è occupato di regolazione e antitrust. Una ricerca condotta con un grande rigore morale e intersecata con una forte attenzione al bene sociale. Ha dato così lustro al nostro Ateneo e per questo gli siamo molto riconoscenti».

Non a caso è stato a lungo una delle «colonne portanti» del Dipartimento di Economia e Finanza, come l’ha definito il direttore Luca Colombo. «Accademico, uomo delle istituzioni, attivo nel dibattito pubblico, ma soprattutto uomo di straordinaria cultura, Michele Grillo ha sempre guardato nella sua agenda di ricerca al quadro d’insieme, all’interazione tra le parti, alle implicazioni per la collettività dei problemi». Difatti, «profondità e complessità di pensiero» sono state le «cifre distintive» della sua opera scientifica che le tre sessioni “antitrust e regolazione”, “economia industriale e diritto”, “economia e filosofia” hanno cercato di approfondire attraverso i diversi interventi.

È toccato al keynote speaker Alberto Pera, Partner Studio Gianni & Origoni, già Segretario Generale Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, proporre un approfondimento della visione - «affascinante e profonda» - che l’economista della Cattolica ha sviluppato sui rapporti tra libertà economica, libertà individuale, concorrenza ed efficienza. «Quando nel novembre 1997 divenne componente dell’Autorità garante, con lui furono nominati anche Giorgio Bernini, Marco D’Alberti, Giovanni Palmerio», ha detto Pera. «Un collegio molto qualificato che però cambiò dopo poco. Grillo rimase l’unico economista e, data la sua approfondita conoscenza sui temi della concorrenza, diventò il punto di riferimento dell’allora presidente, il giurista Giuseppe Tesauro. Di qui il suo grande contributo all’Autorità sia in termini generali sia riguardo alle modalità con cui sono stati affrontati specifici temi».

Secondo Pera il fatto che Tesauro privilegiava l’«intervento diretto», cioè che l’attività dell’Autorità dovesse focalizzarsi sull’applicazione della normativa sia in maniera rigorosa sia in maniera creativa, è stato determinante per mettere Grillo nelle condizioni di «sperimentare» e «osare». Una sperimentazione resa possibile anche dalla sua idea di concorrenza intesa come «motore di sviluppo» e basata sul concetto che «il rallentamento dello sviluppo e della crescita dell’economia italiana, verificatosi in concomitanza con l’integrazione europea, subisse i costi derivanti dalla mancanza di concorrenza nei settori protetti». Ecco quindi, il suo suggerimento, ripreso dall’Autorità, di effettuare interventi prevalentemente nei settori dei servizi intermedi, infrastrutturali, delle professioni e finanziari-assicurativi. Come pure la necessità di accompagnare gli interventi di liberalizzazione con interventi pubblici.

Un’Autorità, quella di Tesauro, che ha seguito una linea di condotta dinamica, dove l’impronta lasciata da Grillo è evidente, come «l’impostazione che lega la concorrenza alla tutela della libertà di iniziativa». O anche «la sua capacità di fornire un coerente quadro di insieme in cui collocare l’intervento dell’Autorità». E ancora «l’applicazione dell’analisi economica nella valutazione delle condotte» e infine l’input dato agli uffici di «utilizzare analisi tecniche sempre più complesse e sofisticate che col tempo hanno contribuito all’alto livello dell’analisi economica dell’Autorità italiana della concorrenza».

A cogliere i nessi fra l’analisi antitrust di Michele Grillo e quella che è venuto facendo sugli obiettivi dell’impresa è stato Giuliano Amato, presidente dell’Autorità quando il professor Grillo venne chiamato a farne parte - in un messaggio di cui è stata data lettura sul finire della giornata. «Di sicuro non è stato l’unico a reagire alla famosa affermazione di Milton Friedman – l’unico obiettivo dell’impresa è portare profitto ai suoi azionisti – dopo anni di crescenti e vistose esternalità negative prodotte da un tal principio. Ma ha dato uno svolgimento analitico e persuasivo all’appello alla generatività, levatosi da più fonti di parte cattolica, dimostrando che essa risponde non solo ad un’esigenza etica, ma anche ad una organizzazione efficiente di impresa».

Alla giornata di studio hanno preso parte, tra gli altri, i docenti dell’Università Cattolica Andrea Boitani, Pippo Ranci, Mauro Renna, Gianpaolo Barbetta, Piero Tedeschi, Rony Hamaui, Gaetano Presti.

 


 

Foto di Mikhail Pavstyuk su Unsplash

Un articolo di

Katia Biondi

Katia Biondi

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