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Ricerca e formazione: leve strategiche per il futuro delle banche mutualistiche

15 settembre 2025

Ricerca e formazione: leve strategiche per il futuro delle banche mutualistiche

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«Credo che tutto il Credito Cooperativo abbia ben maturato la compiuta e generale consapevolezza che per perseguire il proprio sviluppo è indispensabile, nell’innovazione e nel cambiamento, salvaguardare le caratteristiche identitarie delle Banche di credito cooperativo, fattore competitivo inimitabile». E per farlo «continueremo a investire convintamente nella cultura, nella ricerca, nello studio e nella formazione». Queste parole rappresentano uno dei passaggi chiave dell’intervento pronunciato dal Presidente di Federcasse Augusto dell’Erba, in occasione del convegno ospitato venerdì 12 settembre nell’Aula Magna dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Un incontro che, oltre a essere una preziosa opportunità di confronto tra esponenti del mondo accademico e rappresentanti del credito cooperativo, è stato anche un’occasione per tracciare un bilancio dei primi tre anni di attività del Centro di Ricerca sul Credito Cooperativo (CRCC), nato nel 2018 grazie a un’iniziativa congiunta di Federcasse, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e della Federazione Lombarda delle BCC. Il progetto si inserisce nell’ambito dell’accordo di cooperazione scientifica sottoscritto fra le tre Istituzioni, con l’obiettivo di promuovere lo studio e l’approfondimento del modello cooperativo nel settore bancario.

Un modello, cioè, di «banca differente a servizio dell’economia reale e delle comunità del nostro paese», come ha specificato il Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Elena Beccalli, che è anche direttore del Centro di Ricerca, nel suo indirizzo di saluto letto dal Preside della Facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative Giovanni Petrella. Il Rettore Beccalli ha posto l’accento proprio sul contributo di carattere scientifico offerto dal CRCC allo sviluppo della mutualità bancaria, con particolare attenzione al delicato ruolo degli amministratori e alla diffusione delle migliori best practices per migliorare la qualità della governance delle BCC in un contesto fortemente evolutivo. 

 

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Redazione

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Le numerose attività finora promosse dal Centro vanno proprio in questa direzione. Basti pensare ai diversi seminari realizzati sia in Italia sia in altri Paesi europei, come pure ai workshop e ai confronti di studio sulle questioni più rilevanti. Le tematiche studiate e oggetto di elaborazione scientifica nel triennio 2022- 2025 sono state, tra le altre, le caratteristiche del “credito di prossimità” (reso ancora più sfidante dalla digitalizzazione), il tema della “proporzionalità” nell’approccio alla scrittura delle regole bancarie europee e più in generale della “adeguatezza” della normativa di riferimento, il futuro della mutualità bancaria in Europa, le opportunità della digitalizzazione e dell’Intelligenza artificiale.

Sotto il profilo della didattica e della ricerca strutturati, sono stati ricordati l’avvio nel 2024 della Cattedra finanziata in materia di “Storia della banca e della cooperazione di credito”, affidata al professor Enrico Berbenni; l’insegnamento in materia di Economia e diritto delle banche mutualistiche, avviato nel 2020 nell’ambito della Facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative, affidato a tre docenti a contratto e giunto al sesto anno accademico; l’avvio da parte della casa editrice Vita e Pensiero di una Collana dedicata agli studi e alle ricerche condotte dal CRCC (Credito Cooperativo. Innovazione Identità Tradizione) e che ha pubblicato fino a oggi tre volumi.

Un insieme di iniziative che, ha osservato il presidente di Federcasse Augusto dell’Erba, mettono in evidenza i frutti della convergente volontà di offrire un approccio “multidisciplinare” a questioni cruciali – per esempio, temi identitari e piattaforma valoriale, elementi relativi alla normativa, aspetti originali della governance, impatto sull’economia dei territori – proprio con l’obiettivo di trattare la mutualità bancaria sotto le molteplici prospettive che ne caratterizzano e ne differenziano l’essenza e ne sono al tempo stesso i punti di forza. Particolare attenzione è stata poi rivolta alla governance nel Credito Cooperativo, analizzata dagli interventi di Giovanni Petrella, Preside della Facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative, di Stefano Bozzi, Ordinario di Finanza Aziendale, e di Matteo Arrigoni, Ricercatore di Diritto dell’economia. In particolare, il Preside Petrella ha fatto presente come «l’adeguatezza del CdA alle sfide oggi fronteggiate dalle banche richiede non solo un’attenta valutazione delle competenze in sede di selezione dei membri, ma anche percorsi di formazione che consentano ai componenti dei consigli di amministrazione di essere in grado di comprendere le dinamiche più recenti, sia rispetto agli sviluppi tecnologici sia rispetto a quelli geopolitici». Per questo motivo il Preside Petrella ha esortato a «sviluppare buone prassi per incentivare il dibattito in consiglio, pena il rischio di non sfruttare appieno le potenzialità del board, che sono superiori alla somma delle competenze dei singoli membri».  

Il professor Bozzi, invece, dati alla mano ha elencato alcune novità che stanno interessando il modello di gestione del credito mutualistico. «Le nostre analisi evidenziano, per il periodo 2021- 2024, un rafforzamento della governance delle Banche di Credito Cooperativo, delle Casse Rurali e delle Casse Raiffeisen. È cresciuta la presenza femminile nei CdA, favorita anche dalle Disposizioni di Vigilanza, così come il livello medio di formazione degli amministratori. In aumento anche la diversificazione per età, mandati e background professionale degli esponenti in CdA. Intensa l’attività formativa, con particolare attenzione ai temi strategici e ESG, ai quali è dedicato circa un quinto del monte ore complessivo». Dunque, ha osservato il professor Bozzi, «si conferma un processo di adattamento della governance del credito cooperativo sempre più coerente con l’evoluzione del contesto normativo e competitivo».

Entrando nel merito della normativa, il professor Matteo Arrigoni ha fatto presente che «la riforma dei requisiti e criteri di idoneità degli esponenti aziendali e dei titolari di funzioni chiave, introdotta dalla nuova direttiva europea relativa alle regole prudenziali per le banche (Capital Requirements Directive VI), si colloca in una traiettoria volta a rafforzare la disciplina prudenziale delle banche». Pertanto, ha aggiunto, «se da un lato l’obiettivo di accrescere la stabilità del sistema finanziario è indubbiamente condivisibile, dall’altro la scelta europea rischia di tradursi in un onere eccessivo per le banche di minori dimensioni e per quelle con modelli di business o strutture peculiari, tra cui le BCC. In questo scenario, l’applicazione proporzionale delle nuove regole rappresenta una necessità per evitare che gli standard europei finiscano per compromettere la funzione mutualistica del credito cooperativo e la biodiversità del sistema bancario. Del resto, la stessa normativa europea apre la strada a un approccio equilibrato, capace di coniugare la tutela della stabilità con le specificità del credito cooperativo». 

Altri profili del governo societario nelle BCC sono stati affrontati in una Tavola rotonda articolata in due sessioni tematiche. Nella prima, dedicata a “La transizione di genere e intergenerazionale nella governance delle BCC”, si sono confrontati Giuseppe Maino, Presidente di BCC Banca Iccrea, Carlo Antiga, Vice Presidente Vicario di Cassa Centrale Banca, e Andreas Mair Am Tinkhof, Vice Direttore della Federazione Raiffeisen. 

La seconda sessione, focalizzata su “Le strategie formative”, ha coinvolto Laura Bullio, Responsabile Formazione, Comunicazione Interna e Change Management di BCC Banca Iccrea; Francesca Vidi, Responsabile Ufficio Formazione di Cassa Centrale Banca; Luisa Nena, Responsabile Area risorse umane e diritto del lavoro della Federazione Raiffeisen. A coordinare i lavori è stato Sergio Gatti, Direttore Generale Federcasse, che, ancora una volta, ha voluto ribadire quanto il Centro di Ricerca sul Credito Cooperativo costituisca «un investimento in conoscenza, in cultura e per l’elaborazione di piani educativi e formativi». Un investimento necessario per raggiungere quattro obiettivi: «alimentare la letteratura internazionale; arricchire e innovare costantemente le attività formative; favorire un differente approccio culturale e normativo soprattutto da parte dei legislatori e regolatori europei; preparare adeguatamente le future scelte strategiche del sistema del Credito Cooperativo».

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