Lo svolgimento dell’assemblea di Agostini Semper, l’associazione degli antichi studenti del Collegio Augustinianum, offre l’occasione per ritornare ancora nell’Università Cattolica che si è frequentata in anni passati (per qualcuno da qualche decennio, per qualche altro da pochi anni), per rivedere luoghi, per ritrovare volti, per rivivere ricordi indelebili collegati agli anni della formazione universitaria vissuti da fuori sede in quel “luogo dell’anima” che è l’Augustinianum.
Quest’anno la XXIX assemblea dell’8 novembre ha visto due novità: si è svolta nel nuovo Polo San Francesco, da poco reso fruibile nei locali interamente ristrutturati della caserma Garibaldi, e ha visto l’accoglienza da parte del prorettore Anna Maria Fellegara che ha portato il saluto del rettore Elena Beccalli.
Nelle sue parole si è colto il segno di un apprezzamento sentito per questa associazione: «Siete una comunità viva e significativa, e la vostra assemblea – che si svolge in questo luogo che è un contenitore di storia - vi consente di entrare in contatto con persone che vivono lo spirito identitario dell’Ateneo nella dimensione comunitaria e di prolungare nella vita le relazioni nata negli anni del collegio». E ancora, con riferimento alle attività dell’associazione: «Il vostro impegno vi porta a incamminarvi verso il bene comune, che è la cifra dell’Università Cattolica, a piccoli passi e con lo sguardo lontano, vivendo un patto di socialità tra giovani e meno giovani».
Il concetto della relazione intergenerazionale è stato ripreso da Elena Marta, presidente Fondazione Educatt, che, vedendo in sala la presenza di diverse generazioni di antichi collegiali, ha individuato quale obiettivo, anzi “sogno comune”, quello del dialogo in cui ogni generazione offre quello che possiede. «La vostra associazione sancisce un patto di fraternità e testimonianza di grande forza, coraggio, gratitudine, legami e confronto aperto. E soprattutto apprezzo in voi il fatto che offrite ai più giovani un seme di speranza in termini di supporto per cogliere le dinamiche del nostro tempo e le nuove frontiere delle attività professionali».
Sull’importanza della presenza di un luogo dove si manifesta la passione per l’altro, dove si apprende e dove si crea cultura, è intervenuto il direttore della sede di Milano, Mario Gatti, da sempre legato con un rapporto privilegiato all’Augustinianum: «Il collegio è quel luogo dove vivere l’esperienza educativa e nel quale ognuno esprime sé stesso. Il merito di Agostini Semper è quello di fare memoria di coloro che hanno aiutato il nostro percorso formativo e di favorire il collegamento con altre associazioni di collegiali».
Anche per questo il collegio consente di raccontare una storia e di vivere una esperienza «formando non solo studenti eccellenti ma soprattutto persone eccellenti», come ha affermato Daniele Clarizia, presidente di Agostini Semper.
È stato poi il direttore del collegio, Matteo Dominidiato, ad aggiornare i presenti sull’articolazione degli attuali collegiali e a rendicontare le attività svolte nell’ultimo anno, risultanti dal Bilancio di Missione «che diventa sempre più corposo in quantità e qualità». Inoltre, oltre al dato confermato negli ultimi anni di un maggior numero di studenti iscritti alla Facoltà di Economia (che ha ribaltato la tradizione del collegio che vedeva un maggior numero di iscritti a Giurisprudenza), ha rilevato – nella suddivisione regionale degli studenti - una percentuale di studenti stranieri, provenienti da varie aree geografiche del mondo, che danno una nuova caratterizzazione interculturale al collegio.
Il premio di “Agostino dell’anno” in questa edizione è andato a Paolo Mancosu, matricola nell’a.a. 1979/80, laureato in Filosofia nel 1982, dottore di ricerca presso la Stanford University, attualmente docente di Filosofia presso la University of California di Berkeley (Usa), dove è direttore dell’Istituto di logica e metodologia della scienza e si occupa di filosofia della matematica nelle sue varie declinazioni scientifiche. Il premiato in un video messaggio ha raccontato l’evoluzione dei suoi studi e della carriera accademica, non tralasciando qualche aneddoto sulla vita in collegio allora in periferia con qualche consiglio circa l’ottimizzazione dei tempi di studio.
Il prosieguo dell’Assemblea tra adempimenti statutari, consegna di borse di studio e ricordo degli Agostini defunti, ha visto diversi interventi di Agostini di varie generazioni uniti da una riflessione comune su come incidere nella vita culturale e civile del Paese portando l’esperienza di formazione e maturazione ricevuta in Università Cattolica e nel collegio Augustinianum. Fino a qualche decennio fa il collegio aveva espresso personalità che hanno dato un enorme contributo alla crescita democratica del Paese, anche con l’effusione del sangue, come avvenuto con Roberto Ruffilli, che era stato direttore del Collegio dal 1968 al 1970 negli anni difficili della contestazione. Quale può essere oggi il contributo che gli antichi e i nuovi collegiali possono portare in termini di studio, partecipazione, attività di promozione culturale ed elaborazione normativa per il bene del Paese (come richiamato dalla professoressa Fellegara)?
Motivi di riflessione e di una nuova passione civile potranno essere oggetto di condivisione e magari di qualche proposta concreta in vista della XXX assemblea del 2026.
Appuntamento, allora, all’anno prossimo per una edizione “a cifra tonda” più solenne e sicuramente propositiva in termini di impegno.