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Al via "Play the Future", l'Open week delle lauree magistrali

23 marzo 2021

Al via "Play the Future", l'Open week delle lauree magistrali

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Al via una settimana di incontri, confronti e presentazioni dei 61 corsi di laurea magistrale attivati dalle dodici facoltà dell’Ateneo per aiutare gli studenti a scegliere il percorso di laurea magistrale più adatto alle proprie idee di futuro.

È già passato un anno dalla prima edizione online quando un virus ancora poco conosciuto aveva costretto tutti in casa, davanti a un computer per continuare a seguire le lezioni a distanza.

«Pian piano ci siamo dovuti abituare per governare una situazione in continuo cambiamento, fluida e anche oggi dobbiamo vivere il presente in modo flessibile, dimostrando una grande capacità di adattamento». Esordisce così il prorettore Antonella Sciarrone Alibrandi, in dialogo con Michele Faldi, direttore dell'Offerta formativa, Promozione, Orientamento e Tutorato, durante l’incontro “Perché le cose accadano ci vuole un luogo. Studiare in Università Cattolica oggi".

«In poco tempo abbiamo cambiato la modalità di fare didattica e non solo. Siamo riusciti a far studiare i nostri iscritti in modo adeguato e costante e ora siamo qui ad offrire attività di orientamento perché c’è un continuo bisogno, anche per chi ha già concluso un percorso triennale, di capire le scelte che porteranno a definire un profilo da spendere nel mercato del lavoro».

Un’attenzione sempre centrata sulla persona, sullo studente. Uno dei motivi per cui scegliere l’Università Cattolica.
«Per noi dire che uno studente è al centro non è uno slogan, è uno dei tratti distintivi del nostro Ateneo, da quando si costruiscono i percorsi formativi all’arrivo dello studente. Siamo una università "generalista", un grosso punto di forza è l’universitas, ovvero la globalità dei saperi. I tanti Dipartimenti e Centri di ricerca, diversi uno dagli altri, costituiscono una grande ricchezza e portano a una prospettiva molto larga. Per questo essere multisdiciplinari è un punto di forza.

La pandemia quanto ha cambiato la didattica, i servizi gli incontri culturali?
«È cambiato un po’ tutto, abbiamo fatto degli investimenti rilevanti in termini tecnologici per erogare la didattica online. La parte che ha sofferto di più è l’esperienza universitaria; notiamo infatti che i nostri studenti vengono in università, nel rispetto del distanziamento, anche se non ci sono lezioni. I collegi sono pieni al 60% poiché vale la pena stare insieme anche se non ci sono lezioni in presenza».

«Siamo riusciti a garantire stage e tirocini  mantenendo uno stretto rapporto con il mondo delle imprese e della scuola. Non è mancata l’attenzione al mondo internazionale, e anche se le occasioni di scambio sono state sacrificate, abbiamo offerto la possibilità di fare esperienza online in contesti internazionali grazie ad accordi e a programmi congiunti  con altri atenei come i double degree. Ora puntiamo a internazionalizzare sempre di più i nostri docenti con visiting professor».

«Nell’anno del centenario abbiamo il compito di guardare cosa abbiamo di fronte; di rinnovarci sempre di più per rispondere alle esigenze del presente, per essere protagonisti in un contesto di dibattito culturale, di essere aperti al mondo che ci circonda».

Un articolo di

Antonella Olivari

Antonella Olivari

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