Determinazione, ambizione, competenze, tanta voglia di mettersi in discussione e, inutile negarlo, anche un pizzico di fortuna. Otto alumni dell’Ateneo, otto storie diverse. Ognuna con le sue particolarità ma anche con più di un elemento in comune. Uno, però, li unisce tutti: l’Università Cattolica. I loro racconti sono stati al centro di due webinar promossi all’interno della Career Week, l’evento che punta a mettere in contatto gli studenti con il mondo del lavoro promosso in collaborazione con la Funzione Stage e placement dell’Università Cattolica e che dall’11 al 15 ottobre, da remoto, ha coinvolto aziende e studenti.
Il primo webinar, moderato da Laura Larghi (Senior journalist, Mergermarket, Acuris Group) si è svolto lunedì 11 ottobre ed è stato dedicato ai nostri laureati che si sono affermati negli Stati Uniti. «Questa opportunità è stata fantastica – ha spiegato Alex Carini (Founder and CEO, Carini Group) - perché in questa giornata stiamo parlando delle persone che faranno l’Italia nella prossima generazione. Le qualità più importanti? Per me fede e fiducia in sé stessi».
«Ho sempre sognato di vivere a New York e lavorare nel mondo dello spettacolo – ha raccontato Simona Ferrari (Associate Editor, National Geographics) - a Milano non conoscevo nessuno e mi sono dedicata al mondo del montaggio per fare esperienza poi ho avuto l’opportunità di lavorare per un’agenzia che curava alcune trasmissioni tv nazionali. Ma il chiodo fisso degli States non mi ha mai abbandonato e grazie al mio cv sono riuscita a ottenere il visto e poter lavorare. Anche qui sono partita praticamente da zero e grazie ai meet-up dedicati ai freelance sono riuscita a intavolare alcuni contatti. Non è stato facile, sono anche rientrata a Milano ma poi al secondo tentativo negli Usa è arrivata la grande occasione con HBO: era un lavoro a chiamata ma è stato l’inizio del sogno perché da quel momento ho continuato a lavorare con loro».
Il successo però parte da lontano come ha ricordato agli studenti collegati nella sua testimonianza Fabio Vitali (Vice President marketing and E-commerce, Sofidel S.p.A.): «Non sottovalutate i lavori umili. Io ho iniziato in Inghilterra facendo il barista perché per me era prioritario fare un’esperienza all’estero. Mettersi in gioco plasma l’individuo e lo mette in condizione di capire meglio il contesto in cui si sta muovendo. Questo ti permette di adattarsi alle situazioni più particolari, di essere camaleontici».
«La determinazione è fondamentale anche se quel pizzico di fortuna serve sempre – ha ricordato Francesco Visintainer (Political Affairs Officer, United Nations) - ma anche la buona sorte va cercata e aiutata: se io mando cento mail è chiaro che la possibilità che si creino situazioni favorevoli aumentano. Il filo logico e la coerenza tra le varie esperienze spesso all’inizio non si percepisce ma alla lunga, guardandosi alle spalle, tutto quello che si è fatto ha avuto importanza. Quando si parte quasi tutte le scelte sono giuste perché l’importante è buttarsi, rischiare, anche se va fatto sempre con criterio».