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Asia e Usa, i professionisti “Made in Unicatt” si affermano in tutto il mondo

18 ottobre 2021

Asia e Usa, i professionisti “Made in Unicatt” si affermano in tutto il mondo

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Determinazione, ambizione, competenze, tanta voglia di mettersi in discussione e, inutile negarlo, anche un pizzico di fortuna. Otto alumni dell’Ateneo, otto storie diverse. Ognuna con le sue particolarità ma anche con più di un elemento in comune. Uno, però, li unisce tutti: l’Università Cattolica. I loro racconti sono stati al centro di due webinar promossi all’interno della Career Week, l’evento che punta a mettere in contatto gli studenti con il mondo del lavoro promosso in collaborazione con la Funzione Stage e placement dell’Università Cattolica e che dall’11 al 15 ottobre, da remoto, ha coinvolto aziende e studenti.

Il primo webinar, moderato da Laura Larghi (Senior journalist, Mergermarket, Acuris Group) si è svolto lunedì 11 ottobre ed è stato dedicato ai nostri laureati che si sono affermati negli Stati Uniti. «Questa opportunità è stata fantastica – ha spiegato Alex Carini (Founder and CEO, Carini Group) - perché in questa giornata stiamo parlando delle persone che faranno l’Italia nella prossima generazione. Le qualità più importanti? Per me fede e fiducia in sé stessi».

«Ho sempre sognato di vivere a New York e lavorare nel mondo dello spettacolo – ha raccontato Simona Ferrari (Associate Editor, National Geographics) - a Milano non conoscevo nessuno e mi sono dedicata al mondo del montaggio per fare esperienza poi ho avuto l’opportunità di lavorare per un’agenzia che curava alcune trasmissioni tv nazionali. Ma il chiodo fisso degli States non mi ha mai abbandonato e grazie al mio cv sono riuscita a ottenere il visto e poter lavorare. Anche qui sono partita praticamente da zero e grazie ai meet-up dedicati ai freelance sono riuscita a intavolare alcuni contatti. Non è stato facile, sono anche rientrata a Milano ma poi al secondo tentativo negli Usa è arrivata la grande occasione con HBO: era un lavoro a chiamata ma è stato l’inizio del sogno perché da quel momento ho continuato a lavorare con loro».

Il successo però parte da lontano come ha ricordato agli studenti collegati nella sua testimonianza Fabio Vitali (Vice President marketing and E-commerce, Sofidel S.p.A.): «Non sottovalutate i lavori umili. Io ho iniziato in Inghilterra facendo il barista perché per me era prioritario fare un’esperienza all’estero. Mettersi in gioco plasma l’individuo e lo mette in condizione di capire meglio il contesto in cui si sta muovendo. Questo ti permette di adattarsi alle situazioni più particolari, di essere camaleontici».

«La determinazione è fondamentale anche se quel pizzico di fortuna serve sempre – ha ricordato Francesco Visintainer (Political Affairs Officer, United Nations) - ma anche la buona sorte va cercata e aiutata: se io mando cento mail è chiaro che la possibilità che si creino situazioni favorevoli aumentano. Il filo logico e la coerenza tra le varie esperienze spesso all’inizio non si percepisce ma alla lunga, guardandosi alle spalle, tutto quello che si è fatto ha avuto importanza. Quando si parte quasi tutte le scelte sono giuste perché l’importante è buttarsi, rischiare, anche se va fatto sempre con criterio».


Emirati Arabi Uniti, Hong Kong, Singapore, Cina. L’Oriente, vicino e lontano, è stato invece la location dalla quale si sono collegati i protagonisti del secondo seminario online, mercoledì 13 ottobre, moderato da Filippo Merli (General Manager Fashion Hub Creativity).

«A Dubai ci sono situazioni complesse che non sono replicabili in Europa – ha raccontato Silvia Rigato (Strategy Managing Director, Accenture) - questo comporta notevoli difficoltà ma anche grande entusiasmo per un’esperienza unica che ti porta ad avere la motivazione per affrontare il lavoro giorno per giorno e continuare ad investire sulla propria carriera. Grande lavoro, grandi sacrifici ma anche una crescita straordinaria in un ambiente decisamente multiculturale. L’ambizione fa la differenza».

Simone Centola (International Lawyer, Withersworldwide), ha invece descritto la realtà di Singapore: «Una realtà molto interessante. Viene considerata piccola, non è una metropoli, può essere paragonata a una importante città di provincia, ma vanta una collezione di aziende interessanti che sono qui per avvantaggiarsi degli human capitals che favoriscono la possibilità di fare affari in questa realtà. La consiglio, c’è spazio per profili umanistici e tecnici. Qui ci sono già circa 300 ricercatori italiani che lavorano presso istituti pubblici e privati. Non è più ‘solo’ un luogo importante per profili big ma anche se non soprattutto per giovani talenti che vogliono emergere».

«L’Asia era un’area che, si escludono i viaggi turistici, professionalmente non conoscevo affatto – ha ammesso Nicola Smeragliuolo (CFO Travel Retail APAC, L’Oréal) - ma ne avevo sempre sentito parlare come il motore della crescita economica in tutta una serie di ambiti. Sono arrivato a Hong Kong all’inizio del 2019 e nei primi due anni mi sono occupato del mercato locale (che comprende anche Macao) ed è stata un’esperienza decisamente interessante perché avendo a che fare con dipendenti del luogo è stata un’opportunità di integrazione molto stimolante che mi ha permesso di capire i comportamenti e anche i silenzi di queste persone».

Giulia Gallarati (Secretary General and General Manager, China – Italy Chamber of Commerce CICC) ha invece ricordato come tutto sia partito dai chiostri di largo Gemelli: «L’Università Cattolica è stata fondamentale per la mia esperienza perché grazie all’Ateneo, dove ho studiato Economia e gestione aziendale, ho potuto svolgere uno stage formativo presso la Camera di commercio italiana in Cina. Qualcosa però era rimasto in Cina e grazie a una borsa di studio sono potuta tornare per scrivere la mia tesi specialistica in International Management sui temi legati al mercato cinese. Dopo poco lo stesso ente mi ha proposto n percorso lavorativo. Ai ragazzi che sono interessati a quest’area dico che le opportunità ci sono ma prima di intraprendere qualsivoglia è disegno è bene aver chiaro che, a causa della pandemia, i visti vengono rilasciati in modo molto rigido e quindi è bene risolvere subito tutte le questioni di tipo burocratico».

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Redazione

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