La parte inaugurale del convegno si è conclusa con il ricordo del professor Giovanni Scambia, Ordinario di Ginecologia e ostetricia all’Università Cattolica scomparso lo scorso 20 febbraio, da parte del professor Antonio Lanzone già Ordinario di Ginecologia e Ostetricia dell’Università Cattolica: un excursus biografico commovente, pieno di pathos, amicizia, stima e ricordi.
La professoressa Sabina Strano Rossi, Associato di Tossicologia Forense all’Università Cattolica, ha aperto i lavorii del Convegno, illustrando i vari tipi di cannabinoidi esistenti, le loro caratteristiche e gli effetti sia a livello del sistema nervoso centrale sia sistemico (tachicardia e aumento della pressione sanguigna ecc.). Ha sottolineato, inoltre, che sii conosce molto – anche se ancora non abbastanza - della tossicità dei cannabinoidi a livello psichico. D’altra parte, l’assunzione dei cannabinoidi sintetici e semisintetici - prodotti negli ultimi anni - rendono a volte confondente la diagnosi, soprattutto se assunti in presenza di patologie psichiatriche sottostanti. I dati presenti in letteratura sono preoccupanti per quanto concerne le reazioni violente, anche i autolesionistiche, e gli abusi sessuali dopo la loro assunzione.
Degli effetti del sistema cannabinoide sulla fertilità si sono occupate le relazioni del professor Antonio Lanzone e il professor Alfredo Pontecorvi, Ordinario di Endocrinologia dell’Università Cattolica. Il professor Lanzone ha analizzato le alterazioni a livello dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi e – in particolare- dell’ormone GnRH, delle gonadi femminili e della gravidanza, giungendo alla conclusione che i dati sulla fertilità sono ancora poco solidi. D’altra parte, è difficile – oltre che eticamente discutibile - programmare studi randomizzati. Innegabili, invece, le complicanze materno- fetali a seguito dell’uso di cannabis e derivati. Il professor Pontecorvi ha analizzato la struttura dei recettori specifici dei cannabinoidi e la loro localizzazione anche a livello testicolare. Tali recettori sono presenti anche nelle cellule di Langerhans, che producono il testosterone. Tutto questo incide ovviamente sulla fertilità maschile, tramite effetti diretti sulle gonadi e indiretti, mediante l’asse ipotalamo-ipofisi. È stato, inoltre, dimostrato che il sistema cannabinoide riduce la capacitazione degli spermatozoi, ovvero la loro capacità fecondante, incidendo sulla motilità e la morfologia degli stessi.
Con il professor Daniele De Luca, Ordinario di Neonatologia presso l’Università Paris Saclay, Parigi (Francia), il focus si è spostato sul neonato. I dati riportati in letteratura sono molteplici, solidi e anche qualitativamente drammatici. Il professor De Luca ha evidenziato che i figli nati da donne, le quali hanno fatto uso d cannabis in gravidanza, hanno maggiore rischio di esser ricoverati in NICU alla nascita, di essere di basso o alto peso e prematuri. Studi su ampie popolazioni di bambini, hanno messo in evidenza anche una maggiore incidenza di malformazioni e ADHD e autismo. Sono dati che dovrebbero - già da sole - scoraggiare in modo assoluto l’uso di tali sostanze durante la gravidanza.
Infine, il dottor Marco Di Nicola, Ricercatore di Psichiatria all’Università Cattolica, ha integrato le precedenti informazioni con l’aspetto prettamente psichiatrico, sottolineando l’importanza del fattore ambientale nella fase prenatale e adolescenziale. La maggior parte dei disturbi psichiatrici hanno, infatti, il loro esordio il loro picco di presentazione clinica nel periodo dello sviluppo. con riferimento agli adolescenti, al di là del substrato biologico e della predisposizione genetica, l’esposizione precoce ai cannabinoidi porta ad avere ragazzi privi di motivazione, annoiati, apatici e con difficoltà di concentrazione. L’approccio - ha aggiunto il Dott. Di Nicola, deve essere necessariamente multidisciplinare come chiarito anche oggi nel corso del Convegno.
In conclusione, l’intervento di Antonio Pignataro che ha riportato i dati relativi alle morti violente e agli incidenti stradali verificatisi a causa dell’assunzione di cannabis, anche tra giovanissimi. Dalle sue parole, si è percepita tutta la sua passione e la sua fatica di questi anni per arginare un problema in costante aumento. Pignataro ha insistito – come più volte ricordato nel corso del convegno - sul fatto che si tratta una lotta in cui le istituzioni non devono esser lasciate sole.
Moderato da Chiara Bidoli, caporedattore del Corriere della Sera (Redazione Salute) e Direttore responsabile delle testate infanzia del gruppo RCS, il convegno ha rappresentato un'importante occasione di confronto tra esperti di diversi settori ed è stata l’occasione per confermare la necessità di un impegno congiunto per affrontare le sfide legate alla diffusione della cannabis, con un focus su educazione, prevenzione e ricerca scientifica. È stata sicuramente toccata la sensibilità dei presenti e la curiosità dei tanti studenti che hanno partecipato a questo convegno sicuramente ricco di contenuti ed emozioni.