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Contraffazione nei mercati online, un’alleanza per contrastarla

21 aprile 2022

Contraffazione nei mercati online, un’alleanza per contrastarla

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Dai farmaci all’abbigliamento, dalle scarpe ai giocattoli il mercato online ha preso sempre più piede in questi anni e con lui i prodotti contraffatti. La pandemia ha fatto il resto incrementando gli acquisti sul web. Ma il mercato tradizionale è ancora quello preferito dai compratori.

Infatti, seppure in termini di volumi il 56% dei sequestri doganali nell’UE risulti legato alle vendite su web, in termini di valore economico solo il 14% delle merci sequestrate è legato all’online, mentre l’86% si riferisce alle vendite tradizionali. Giovani influencer e broker informatici sono i nuovi criminali del mercato della contraffazione sui diversi canali del web, piattaforme e social network.

Il fenomeno è stato analizzato nel rapporto del progetto FATA (From Awareness To Action), la prima ricerca in Italia che analizza in modo sistematico l’evoluzione e i modi operandi della contraffazione nei mercati online. Lo studio, presentato il 20 aprile in un webinar, è frutto di una collaborazione inedita tra Università Cattolica con il suo spin off Crime&tech e il Ministero dell’Interno, con il supporto di Amazon.

Cooperazione internazionale, formazione e consapevolezza sono le parole chiave emerse per sintetizzare il lavoro che si dovrà fare per combattere questo fenomeno criminale. «Continuare sulla traccia dello scambio di informazioni e della rilevazione di dati e analisi dei comportamenti criminali che sono sempre più liquidi e veloci è il messaggio che portiamo a casa oggi» - ha dichiarato Ernesto Savona, direttore del centro di ricerca Transcrime dell’Università Cattolica. 

Il rapporto (disponibile qui in versione integrale) è basato sull’analisi di numerosi casi studio a livello nazionale e internazionale e interviste con i principali stakeholder del settore pubblico e privato.  In particolare, lo studio ha evidenziato che il ruolo dell’e-commerce resta limitato nella vendita dei prodotti contraffatti rispetto ai mercati tradizionali e che ci sono differenze rilevanti tra i diversi attori del settore e-commerce in termini di investimenti e di efficacia degli strumenti utilizzati. «Si nota un’ampia varietà e crescente professionalizzazione degli attori criminali coinvolti - ha continuato Savona -, attori individuali, spesso giovani influencer che pubblicizzano e vendono prodotti contraffatti, broker informatici e professionisti che forniscono competenze in ambito informatico e societario-finanziario, ai quali si aggiunge una forte presenza della criminalità organizzata».

L’analisi rileva l’utilizzo contestuale di più canali online da parte dei criminali, con un ruolo crescente giocato dai social network, e un legame sempre più stretto tra contraffazione e altri reati di tipo cyber o finanziario, quali il furto di identità degli utenti web, frodi nei pagamenti (ad esempio per effettuare acquisti tramite carte clonate), resi fraudolenti per restituire prodotti contraffatti al posto dei prodotti originali acquistati, la diffusione di software malevoli e ransomware.

«Siamo in un periodo di forte globalizzazione che offre l’opportunità di sviluppare forme di cooperazione nella lotta contro la contraffazione. Bisogna approfittarne per stipulare accordi tra paesi e affinare capacità investigative» - ha concluso Savona. 
Come ha ricordato Michele Riccardi, vice direttore di Transcrime, durante l’incontro moderato dalla giornalista di Sky Tonia Cartolano, «si tratta di un processo che comprende più reati. I criminali cercano di sfruttare ogni vulnerabilità presente sui canali online e ne utilizzano più di uno contestualmente, non solo le piattaforme di e-commerce più conosciute che per altro sono le meno vulnerabili grazie ai numerosi controlli messi in atto, ma soprattutto i social media, utilizzati come canali di promozione dei prodotti contraffatti». Per questo «la complessità del fenomeno richiede una sempre più stretta collaborazione di tutte le parti coinvolte, le autorità pubbliche, non solo quelle che storicamente si sono occupate di contraffazione, ma anche quelle che si occupano di reati finanziari e cyber sicurezza, il settore privato come gli attori di e-commerce, le aziende produttrici e titolari di diritti di proprietà intellettuali, e la ricerca del mondo accademico» - ha spiegato Riccardi.

Testimone di questa sinergia è stato Stefano Delfini, direttore del Servizio Analisi Criminale, Direzione Centrale della Polizia Criminale del Ministero dell’Interno, che ha evidenziato il lavoro svolto costantemente tra polizia, carabinieri e guardia di finanza. «La pandemia ha aumentato il fenomeno della contraffazione (per esempio farmaci e prodotti biomedicali) ma distinguiamo tra i consumatori che acquistano consapevolmente beni contraffatti a buon mercato e quelli ignari del fenomeno. Una delle sfide che abbiamo davanti è proprio quella di favorire la conoscenza delle strategie per tutelarsi dalle frodi». 

E a questo proposito è intervenuta Antonella D’Alessandro, dirigente della divisione Politiche e progetti per la lotta alla contraffazione del Ministero dello sviluppo economico, che ha nominato alcuni alert a cui fare attenzione durante gli acquisti online. «Sulle piattaforme non si opera più solo l’alterazione del marchio ma si usano accorgimenti particolari, come ad esempio la parola by associata al marchio, o sigle dove le lettere sono distanziate una dall’altra, o il logo sfocato. Noi aiutiamo le piccole e medie imprese a comprendere i vantaggi della registrazione del marchio che agevola le operazioni di tutela».

Certamente rispetto ai canali social le piattaforme sono i luoghi più sicuri per l’acquisto online. Bianca Maria Martinelli, Strategy and Policy Director Italy di Amazon, ha dichiarato l’investimento economico e di risorse umane fatto dall’azienda con oltre 10.000 dipendenti che si occupano di abusi e contraffazioni.« Il risultato raggiunto è stato molto soddisfacente con lo 0,01% di prodotti nello store di Amazon che ha ricevuto una segnalazione relativa a prodotti contraffatti. In questa operazione la partnership con i brand owner ha giocato un ruolo fondamentale».

Loredana Stamato, Primo dirigente della Polizia di Stato, Servizio di Analisi Criminale, Direzione Centrale della Polizia Criminale del Ministero dell’Interno, ha spiegato la mission della polizia nel contrasto all’abusivismo nel commercio e alla pirateria multimediale, contando sul supporto di tutte le forze di polizia, carabinieri, polizia criminale. 

Al webinar è intervenuta anche Francesca Calovi, Public Policy Manager di Amazon, che ha sottolineato la collaborazione anche con l’autorità doganale che informa quando viene intercettata una spedizione destinata ad Amazon cui sono presenti articoli contraffatti e questo permette di mettere in moto una serie di azioni. 

Mariachiara Anselmino, Anti-Counterfeiting Specialist di INDICAM (Associazione per la tutela dei diritti di Proprietà Intellettuale e per la lotta alla contraffazione) ha poi precisato l’importanza di fare formazione ai professionisti, alle aziende, alle forze dell’ordine nelle diverse fasi pre, durante e post operative e di promuovere azioni congiunte con le piattaforme, come le iniziative di brand awareness, e il consolidamento tra brand-owner e piattaforme.

Infine, Mariagiovanna Marletti, Senior Counsel, Global Intellectual Property & Brand Protection Manager di Salvatore Ferragamo, ha confermato la necessità di lavorare ancora molto sul versante dei social network, di collaborare con le associazioni di categoria e di coinvolgere i vari stakeholder.

 

 

 

La foto è tratta dal video "Fake brands (and logos)" su Youtube
 

Un articolo di

Emanuela Gazzotti

Emanuela Gazzotti

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