La proposta, che nasce su spinta delle tre reti Aoi, Cini e Link 2007 con il patrocinio di Caritas e Fondazione Missio, parte da un dato concreto: negli ultimi anni gli investimenti che il nostro Paese ha dedicato alla cooperazione internazionale hanno toccato il minimo storico. Nel 2020 hanno sfiorato appena lo 0,2%, una percentuale molto bassa rispetto a quella di Paesi come Germania o Regno Unito. «Il nostro obiettivo è chiedere alla politica e alle istituzioni un provvedimento normativo che stabilisca un calendario preciso, vincolante, e graduale che garantisca così di arrivare a questo traguardo, quello dello 0,7%, che nell’agenda italiana è stato spostato al 2030. Siamo consapevoli che, se non iniziamo a lavorare adesso, arriveremo a quella data senza essere pronti», avverte Borsotto. Attraverso questa campagna, che è un atto di fiducia nei confronti della politica, vogliamo trasformare la grammatica dei diritti in pratica quotidiana. Anche perché, come recita la legge 125, la cooperazione internazionale è parte integrante della politica estera».
Un modo per dire che cooperazione e pace non sono semplici slogan o parole vuote. Per questo, puntualizza la prorettrice vicaria dell’Università Cattolica Antonella Sciarrone Alibrandi, serve investire soprattutto in «formazione» perché «sono le persone preparate e con un’adeguata “cassetta degli attrezzi”, da utilizzare nei mutevoli scenari che ci circondano, che possono fare la differenza».