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Crescita economica e meritocrazia, un libro per capire l’Italia

26 aprile 2023

Crescita economica e meritocrazia, un libro per capire l’Italia

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Che cos’è la meritocrazia?

Quale la sua relazione con i concetti di eguaglianza delle opportunità e di standard etici? Quali sono i suoi nemici e perché l’Italia non cresce?

Questi i temi e gli interrogativi principali ai quali gli autori del libro “Crescita e economica e meritocrazia. Perché l’Italia spreca i suoi talenti e non cresce” (Ed. Il Mulino), i professori Lorenzo Codogno e Giampaolo Galli, hanno risposto nel volume presentato il 19 aprile in un incontro con gli studenti della Facoltà di Economia nel campus di Roma dell’Università Cattolica, aperto dalla Preside della Facoltà Antonella Occhino e moderato da Gilberto Turati, Ordinario di Scienza delle Finanze all’Università Cattolica e Vice Direttore dell’Osservatorio Conti Pubblici Italiani.

Partendo dai dati storici sul declino relativo dell’Italia – dal blocco della produttività totale dei fattori negli anni ’70, passando per svalutazioni e debito pubblico negli anni ’80 per far crescere il PIL, fino al declino degli anni ’90 – il professor Giampaolo Galli, Docente di Politica Economica alla Facoltà di Economia nel campus di Roma e Direttore dell’Osservatorio Conti Pubblici Italiani, ha illustrato cause e possibili rimedi: “Non è l’Europa il problema dell’Italia. Il nostro Paese non è riuscito a ‘fare il salto’ verso un’economia aperta, basata sulla conoscenza, e i concetti di eccellenza nella ricerca e del merito sono stati dimenticati o non abbastanza valorizzati.” “In un’economia basata sulla conoscenza il tipo di relazioni di cui un’azienda ha bisogno è con università e centri di ricerca di alto livello. Per vincere sulla scena internazionale, un’impresa deve fornire prestazioni ai livelli più elevati del suo settore e ciò richiede collegamenti con le migliori istituzioni formative e educative, soprattutto in ambito internazionale – ha proseguito il professor Galli, analizzando poi, insieme agli studenti, i temi della domanda di aiuti dallo Stato, della popolazione con istruzione universitaria, della partecipazione femminile al mondo del lavoro, delle barriere all’ingresso nel settore dei servizi, della disuguaglianza dei redditi, con particolare attenzione al divario fra Nord e Sud dell’Italia.

Di tutti questi temi hanno poi discusso con gli studenti della Facoltà di Economia Daniele Franco, già Ministro dell’Economia e delle Finanze, Veronica De Romanis, Docente di European Economics all’Università Luiss Guido Carli, e Giulio Piccirilli, docente di Economia del Lavoro alla Facoltà di Economia nel campus di Roma.

«Il tema della stagnazione dell’economia italiana è cruciale per la nostra politica economica – ha detto nel suo intervento Daniele Franco - la crescita va accelerata, con molta attenzione agli aspetti distributivi e al clima. Il testo di Codogno e Galli propone, per un’analisi delle cause e dei rimedi alla situazione economica attuale, la chiave di lettura del merito. Entra, giustamente, in considerazioni non solo economiche, ma anche politiche, sociologiche e filosofiche. L’Italia non premia a sufficienza chi investe e innova, chi lavora, studia e si impegna di più. Sono fattori a volte difficili da misurare, ma fondamentali per una nuova fase di sviluppo del Paese».

«L’esperienza di questi decenni ci ha insegnato – ha proseguito Franco – che agevolazioni fiscali o riforme singole non sono in grado di imprimere all’economia italiana una crescita sostenuta e duratura. Occorrono interventi ad ampio spettro, riforme e investimenti. che si protraggano per anni e poi occorrono molta concretezza, lungimiranza, una buona amministrazione e di certo un nuovo atteggiamento verso il merito. Nella fase attuale la nostra economia mostra forti segnali di dinamismo, possiamo uscire dalla fase di stagnazione anche applicando molte delle indicazioni contenute nel libro di Codogno e Galli».

Gli ostacoli alla crescita economica, la competitività, la storia degli ultimi decenni e le prospettive di orizzonte sono stati i temi centrali dell’intervento di Veronica De Romanis, centrata sulla condizione dei giovani, i primi a pagare il costo della crisi finanziaria: «Tante e complesse sono le sfide dei prossimi anni: debito alto, crescita modesta, disuguaglianze in aumento. Una maggiore considerazione del merito – ha detto – è certamente parte della soluzione, attraverso un aumento dell’occupazione femminile, anche per invertire la curva demografica, maggiori spazi di azione e possibilità per le donne e per i giovani, proprio attraverso un riconoscimento concreto di studio, impegno e talento».

«La vera uguaglianza delle opportunità – hanno concluso i professori Galli, Turati e Piccirilli, rivolgendosi agli studenti – passa attraverso la valorizzazione del merito. Studiare vale tutto l’impegno che state profondendo in questi anni universitari: insieme alla costruzione di network formativi, seri rapporti e relazioni sociali e professionali, è il vostro principale ‘ascensore sociale’ che nel tempo vi porterà certamente i migliori frutti».

Un articolo di

Federica Mancinelli

Federica Mancinelli

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