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Andrea Boitani, un economista attento ai fatti della vita

11 aprile 2025

Andrea Boitani, un economista attento ai fatti della vita

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Economista autorevole, europeista intransigente, intellettuale finissimo. Sono i tratti più volte ricorrenti nelle parole di colleghi, allievi e amici per descrivere Andrea Boitani nella giornata di studi in suo onore martedì 8 aprile ha riunito in Università Cattolica numerosi docenti accorsi da ogni parte d’Italia per festeggiarlo. Per venticinque anni professore ordinario di Economia Politica nella Facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative, dove era approdato dall’Università La Sapienza di Roma nel 1997, su iniziativa di Michele Grillo e Pippo Ranci, prima in qualità di associato poi dal 1° novembre del 2000 come ordinario di Economia politica, senza dimenticare la sua precedente esperienza trascorsa negli anni Ottanta nell’Ateneo di largo Gemelli nelle vesti di ricercatore sotto la guida del professor Luigi Pasinetti. Un periodo in cui – come ha ricordato Boitani – si è formato in Cattolica un gruppo di ricercatori di straordinaria qualità scientifica e umana, tra i quali si è consolidata nel tempo collaborazione nella ricerca e vera amicizia, che continua ancora oggi.

«La figura di Boitani rappresenta un particolare valore positivo non solo per l’Ateneo, ma per la comunità scientifica tutta e per le istituzioni pubbliche in cui ha operato», ha detto il rettore Elena Beccalli introducendo l’iniziativa promossa da un comitato organizzatore coordinato dal professor Domenico Delli Gatti, arricchita da preziosi interventi, tra cui il keynote speech del Governatore emerito della Banca d’Italia Ignazio Visco. E in effetti il professor Boitani si è sempre contraddistinto «per la sua vivacità intellettuale e il suo prezioso contributo al dibattito pubblico su questioni economiche rilevanti per il paese», ha aggiunto il rettore Beccalli, ricordandone anche l’estesa attività didattica svolta sempre con «intensa dedizione». «I suoi corsi, pur caratterizzati da un elevato livello di complessità, sono sempre stati fonte di grande apprezzamento da parte degli studenti che ne riconoscono la grande qualità di contenuti basilari per la lettura delle dinamiche economiche». “Macroeconomia”, “Politica economica”, “Economia monetaria” e “Monetary economics” gli insegnamenti svolti all’interno della Facoltà, che il professor Boitani ha contribuito a sviluppare e far crescere, partecipando alla «progettazione di corsi di laurea lanciati nei diversi anni e alle scelte che di volta in volta ne hanno indirizzato le linee strategiche nei suoi snodi fondamentali». Come ha rimarcato il preside di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative Giovanni Petrella, ripercorrendone, con l’ausilio dei numeri, gli anni trascorsi in Cattolica: 73 corsi insegnati, 2.400 ore spese nei corsi di laurea triennali o magistrali, 162 ore nei corsi di dottorato o di master. «Dietro questi numeri ci sono generazioni di studenti ai quali si è dedicato con passione, occupandosi non solo di studenti ma anche di nuovi studiosi, assegnisti di ricerca, docenti, contribuendo così, anche in questo caso, al futuro della Facoltà e dell’accademia».

 

Un articolo di

Katia Biondi

Katia Biondi

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Una carriera accademica ampia, quella dell’economista Boitani, laureatosi all’Università La Sapienza di Roma con Federico Caffè, con un Master of Philosophy all’Università di Cambridge e un ricco carnet di prestigiose borse di studio. Un percorso, il suo, segnato anche da numerosi incarichi pubblici e politici. È stato membro della Commissione tecnica per la spesa pubblica al Ministero del Tesoro (chiamatovi da Piero Giarda) e nel corso degli anni delle commissioni per il piano generale dei trasporti, della logistica e della mobilità. È stato inoltre consulente del Nucleo per la regolazione dei servizi di pubblica utilità, consigliere economico del ministro dei Trasporti, esperto della struttura tecnica di missione per l’indirizzo strategico, lo sviluppo delle infrastrutture e l’alta sorveglianza. Forte la sua presenza nella società civile con ruoli di amministratore nel mondo della finanza, delle infrastrutture e dei trasporti, di co-fondatore della Società Italiana di Politica dei Trasporti, di membro di comitati scientifici di moltissime organizzazioni e di componente dei comitati di redazione di prestigiose riviste scientifiche.

Insomma, accademico, uomo delle istituzioni, ma anche e soprattutto intellettuale. Un tratto delineato da Luca Colombo, direttore del Dipartimento Economia e Finanza, che non ha potuto non menzionare la sua esperienza di giovane studente del professor Boitani, con cui da «giovane apprendista» ha collaborato nella didattica e nella ricerca. «Oltre a generare contributi estremamente rilevanti in molti filoni di ricerca, si è sempre contraddistinto per il suo ruolo di scrittore capace di portare a sintesi e contestualizzare in modo efficace agende di ricerca diverse, rendendole accessibili a una vasta platea di utenti». In particolare, ha proseguito il professor Colombo, «i suoi scritti sono in grado di proporre chiavi di lettura stimolanti, che vanno oltre l’impianto tipico della manualistica più consolidata, sviluppando prospettive di analisi e proponendo schemi narrativi e didattici innovativi. Ne è un ottimo esempio il manuale di “Macroeconomia”, ormai alla terza edizione italiana, cui si è aggiunta un’edizione in inglese». Lunga la lista dei suoi libri, tra cui, per citarne alcuni “Una nuova economia keynesiana”, “Sette luoghi comuni sull’economia”, “L’illusione liberista. Critica dell’ideologia di mercato”.

 

 

 

Un approccio innovativo nell’affrontare le questioni economiche emerso nelle quattro sessioni tematiche della giornata di studi, dedicate ai principali filoni di ricerca del professor Boitani – politiche fiscali e monetarie in una prospettiva europea; regolamentazione, concorrenza, antitrust; trasporti; etica ed economia – e ben messo in luce da Ignazio Visco nel suo intervento “I tempi sono cambiati: note di economia e politica”. «Con Andrea c’è una consonanza di idee, che risiede non tanto nella critica al mainstream, quanto a un’attenzione ai fatti della vita», ha osservato Visco. «Un’attenzione alla realtà che, non è quella continua e perfetta riassunta nei modelli, bensì quella dell’eterogeneità, delle differenze degli agenti economici. Infatti, un punto interessante della sua teoria, su cui in futuro bisognerà sempre più insistere, sta nello stretto legame da lui individuato tra macroeconomia e disuguaglianza».

Partendo da questa prospettiva, Visco ha offerto la sua interessante chiave di lettura dell’attuale contesto soggetto, dalla fine della Guerra Fredda a oggi, a straordinari cambiamenti. Basti pensare alla globalizzazione, all’innovazione tecnologica, alla demografia, alla digitalizzazione: grandi trasformazioni che hanno certamente generato ricchezza, con il commercio quadruplicato, il PIL mondiale pro capite raddoppiato (addirittura in Cina 14 volte), la povertà estrema scesa da 2 miliardi a 700 milioni. Enormi benefici da cui, però, una fetta consistente della popolazione mondiale è rimasta ancora esclusa. Una situazione, secondo Visco, il cui colpevole, ancora prima che in Trump, va ricercato in quanti hanno determinato una distribuzione della ricchezza tale da non consentire a tutti di beneficiare dell’apertura dei mercati e della straordinaria innovazione post-guerra fredda, ma facendo concentrare opportunità e benessere nelle mani di pochi.

Di fronte a questo scenario, le questioni da affrontare, aperte già prima del Trump-2, restano sostanzialmente ancora due: disuguaglianze interne e potere di mercato, le eterogeneità di cui parla Andrea Boitani. E che, oggi, però vanno lette anche alla luce della politica dei dazi intrapresa dalla Casa Bianca, di cui prima o poi sul medio e lungo periodo si potrebbero vedere effetti recessivi.

 

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